Chianti! Basta la parola. Anche il suo ripetersi nei nomi delle varie località – Greve in Chianti, Strada in Chianti, Gaiole in Chianti, San Polo in Chianti ecc. – testimonia quanto tutto, in questa zona, ricordi e ruoti intorno all’evocazione di colline uniche, paesaggi tipici e speciali vini, una vera moltitudine di etichette famose in tutto il mondo. Eppure fermarsi al solo indirizzo enologico sarebbe riduttivo e non renderebbe giusto merito ad una terra posta tra Firenze e Siena zeppa di particolarità, di sorprese in tutti i campi, dall’edilizia -famosi sono i cotti di Greve e dell’Impruneta)- alla tecnologia -si pensi all’uso dei droni, ossia moderne macchine volanti, che sorvolando le vigne ne controllano lo stato di salute e la maturazione delle uve.
Anche l’arte è presente: non solo l’arte del passato, ma un’arte viva interpretata da un’intera famiglia che da tre generazioni porta avanti un’antica tecnica, quella della fusione a cera persa nella Fonderia Del Giudice.
Siamo a San Polo in Chianti, per l’esattezza nella piccolissima zona artigianale di Meleto.
Un piccolo capannone, come se ne incontrano tanti nelle zone artigianali, ma la curiosità mi guida ad entrare e viene subito premiata, perché l’interno è pura sorpresa: statue, calchi in gesso, in argilla, odori di cera, decine di attrezzi mai visti. La mia attenzione viene carpita dall’operaio più vicino….ma che sta facendo? Difficile a dirsi. Camici bianchi, bianche mascherine, anche se siamo lontani dall’impressione di asetticità che il colore potrebbe indurre; piuttosto un vezzo anche nell’abbigliamento da lavoro quotidiano, un carattere distintivo. Perchè la parola Fonderia?
Cos’ è e come funziona questo tipo di antica lavorazione? Lo chiedo a Sarah e Giacomo, i “giovani” della famiglia Del Giudice.
La tecnica scultorea della fusione a cera persa risale all’età del bronzo; fu usata dagli artisti greci e romani per realizzare famose statue. Il procedimento si avvale di molti passaggi, necessari per giungere ad avere un modello di cera, cavo al suo interno. Il modello in cera così realizzato verrà poi preparato con l’aggiunta dei “cannelli fusori” e riempito e ricoperto da un’anima ed una calotta refrattaria che consentirà all’opera di essere cotta in appositi forni in questo procedimento la cera si fonde perdendosi e lasciando lo spazio che successivamente sarà riempito dal metallo fuso. I bronzi di Riace furono realizzati ricorrendo a questa tecnica.
Solitamente si procede alla realizzazione della statua di creta armata al suo interno, sul modello definitivo verrà realizzato uno stampo in negativo necessario per realizzare il modello in cera, come sopra descritto, Il modello in cera imprigionato nel refrattario andrà cotto, sciogliendosi si ricaverà lo spazio per la successiva colata metallica, una volta raffreddata la statua viene ripulita e riparata dalle varie imperfezioni e finita definitivamente e pronta per essere regalata alla storia. In passato in certi casi, si “rifiniva” l’opera con una miscela di oro e mercurio. Durante il riscaldamento, il mercurio evapora e l’oro aderisce alla superficie del bronzo. Il procedimento ha permesso di realizzare le “Porte del Paradiso nel Battistero di Firenze.
Certamente un procedimento lungo e difficile non solo una complicata tecnica ma un procedimento artigianale artistico dove l’esperienza ed i vari accorgimenti, veri e propri “trucchi” del mestiere, si tramandano di generazione in generazione.
Quest’anno la ditta Del Giudice Leonardo, anche se adesso trasformata in snc, compie 40 anni di attività, da sempre la sua forza è la dimensione familiare, che la caratterizza da tre generazioni, probabilmente proprio la piccola dimensione ha permesso e permette di realizzare opere di grande pregio per grandi maestri del passato e del presente, come ad esempio Roberto Barni l’artista che ha recentemente donato “Scherzo” agli Uffizi . L’opera è esposta nel tratto finale del Corridoio Vasariano, insieme alle altre sculture dei maestri contemporanei.
I due fratelli Del Giudice Sarah e Giacomo, i “giovani” della famiglia, portano avanti la tradizione aziendale con impegno e dedizione cominciando loro stessi a coronare diversi riconoscimenti dal mondo dell’arte e della cultura. Giacomo fino alla fine di luglio esporrà alcune opere presso Mostralarocca (gr) e a Gaiole per “Progettarte” dove è presente con una grande scultura raffigurante una bicicletta con le ali “Le ali della Fantasia” ,in concomitanza con il passaggio dell’Eroica.
Sarah invece ha realizzato un proprio catalogo personale legato al rapporto tra le sue sculture e la fonderia.
Entrambi ricevono costantemente inviti per esporre nelle varie mostre italianE ed internazionali.
Molte sono le loro sculture, recente e già famosa ed a disposizione di tutti è il “Seminatore” bella ed imponente scultura che rappresentando carismaticamente una delle più antiche attività dell’uomo è posta al centro della rotatoria prima di entrare in Strada in Chianti provenendo da Firenze.
Fonderia del Giudice – www.fonderiadelgiudice.it
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