Un’altra commedia divertente e leggera (ma non troppo) di Gabriele Pignotta, sull’amore e le problematiche di coppia, dopo Scusa sono in riunione, Se tutto va male divento famoso, Una notte bianca, che lo hanno consacrato fra gli autori emergenti.
I diversi fondali luminosi disegnano la scena, raccontando le vicende di Marco e Monica dal primo incontro a Parigi sul binario dopo aver perso il metrò (come non pensare al film Sliding doors e al tema del destino che conduce le vite verso sbocchi predefiniti!), alla crisi dopo anni di matrimonio.
Dal primo approccio all’amore, il passo è breve e il cammino facile, il matrimonio corona l’idillio, la vita è variopinta e il linguaggio utilizza spesso l’intercalare “amore”.
Una coppia appena trasferitasi nel condominio cerca di stringere amicizia. Felici e innamorati in apparenza, schizzano rancore e disprezzo appena si allontanano dal raggio d’azione del partner, nel gioco di luci di Nino Napoletano.
Passano gli anni. Le espressioni verbali diventano meno sdolcinate, le aspettative della donna più pragmatiche, i comportamenti dell’uomo più sciatti, fino all’esplosione della crisi.
Cosa fare? I due si amano e tentano una terapia di coppia con un bizzarro terapeuta che, tramite l’ipnosi, induce uno scambio di personalità: per tre mesi ognuno ragiona con la testa dell’altro e si comporta di conseguenza.
Problema stantio ma soluzione innovativa.
Così la bellezza di Vanessa Incontrada viene mortificata: capelli legati, abbigliamento trasandato, l’attenzione rivolta solo al computer e al calcetto, mentre Gabriele Pignotta (oltre che autore è interprete e regista) si trasforma in un vezzoso “donno” alle prese con padelle e aspirapolvere.
I frastornati vicini, il godibile Fabio Avaro che interpreta Stefano e Siddhartha Prestinari nei panni di Francesca ingolfata in una tuta nel primo atto e sorprendentemente sensuale in uno stringato tubino nero nel secondo (costumi di Agata Cannizzaro), travolti anch’essi nel tourbillon di stravaganti situazioni, superano tutte le loro frustrazioni, buttandosi nella mischia.
Servirà tutto ciò a rimettere a posto i tasselli? Forse sì, con qualche imprevisto.
La commedia è godibile, si ride per le situazioni, per le battute, per i comportamenti. Il primo atto è preparatorio, si tesse la trama i cui fili verranno raccordati nella seconda parte, più frizzante e per certi versi imprevedibile, all’insegna di un ritmo sostenuto con incastri e specularità di ruoli fra i componenti delle due coppie. Le scene, con frequenti cambi, tutti a vista, fra la quotidianità della zona giorno e le scaramucce a letto, sono di Tiziana Liberotti.
Scaturisce qualche riflessione sulle modalità da adottare per andare d’accordo: mettersi nei panni dell’altro o accettarlo dicendogli “mi piaci perché sei così”? Il pubblico, che si immedesima facilmente nelle dinamiche quotidiane e nelle nevrosi di coppia, troverà la propria risposta.
La Incontrada, reduce dai successi televisivi, torna a recitare con Pignotta di cui è stata partner nel suo debutto cinematografico col film Ti sposo ma non troppo tratto dalla pièce teatrale, e sembra molto a suo agio nel ruolo della moglie efficiente e innamorata. Gabriele Pignotta forse accusa un po’ la fatica del triplice impegno
La colonna sonora di Stefano Switala è punteggiata da brani intramontabili che imprimono una patina d’antan alla vicenda: “Just a Gigolo”, “Love and Marriage”, “Tthat’s amore” e molti altri di Frank Sinatra e Dean Martin.