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Segnalazioni – Febbraio 2015

fotoQuesta rubrica non vuol rappresentare una panoramica di quanto esce sugli schermi nel mese, né una selezione del meglio, ma semplicemente l’indicazione di opere che presentano motivi d’interesse.

Vorrebbe inoltre essere d’aiuto a chi volendo recarsi al cinema cerca un film adatto ai suoi gusti o allo stato d’animo del momento: non sempre infatti si ha voglia di problematiche sociali o esistenziali, c’è anche il momento in cui andare al cinema significa, giustamente, fuggire dal quotidiano per distendere la mente con due risate (ridere è un diritto) o fuggire nel sogno identificandosi con gli ‘eroi’ dello schermo o farsi catturare dall’enigma di un thriller.

La grandezza del cinema è di essere un diamante con mille facce: si può sempre trovare quella adatta al momento che si sta vivendo.

L’importante è andare al cinema e non guardare il film sullo schermo di casa: vedere un film è un rito e come tutti i riti ha bisogno di un tempio.

Quello che la rubrica si propone, nei limiti del possibile, è evitare l’inutile imbecillità, la volgarità fine a se stessa e l’idiozia: ce ne sono già troppe nella vita quotidiana fuori dal cinema.

Poiché però sbagliare è umano, si chiede scusa in anticipo per eventuali errori.

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Mesi precedenti: GENNAIO 2015

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FEBBRAIO 2015

BIRDMANBIRDMAN

Genere: drammatico

Regia: Alejandro González Iñárritu

Cast: Michael Keaton, Edward Norton, Emma Stone, Naomi Watts

Sinossi: Iñárritu affronta il difficile compito di fare un film su uno spettacolo teatrale riuscendo a realizzare un’opera di puro cinema grazie all’ampio utilizzo di piani sequenza e a splendide riprese su New York. È il dramma di un attore condizionato dall’aver raggiunto celebrità e ricchezza interpretando un supereroe (Birdman) e che vuol tornare al successo con un personaggio ‘normale’ e per questo cerca di mettere in scena una pièce a Broadway. Le difficoltà per realizzare lo spettacolo s’intrecciano con quelle nei rapporti con i colleghi e con la famiglia. Ottima la prova di tutto il cast, eccellente l’interpretazione di Michael Keaton.

Origine: Usa

Anno: 2014

In sala dal 5 febbraio 2015

Note: Candidato a 9 Oscar. Keaton interpreta un personaggio in parte autobiografico avendo subito un periodo d’ombra dopo il successo ottenuto con Batman. È abbastanza frequente che la popolarità conseguita con un serial diventi un limite per la carriera di un attore. Interessanti alcune notazioni sui ‘critici’ e sul ruolo dei social network.

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MUNE, LE GARDIEN DE LA LUNEMUNE, LE GARDIEN DE LA LUNE

Genere: animazione

Regia: Benoît Philippon, Alexandre Heboyan

Sinossi: Mune è un giovane fauno e divenendo il Guardiano della Luna deve far sorgere la luna e vigilare sul mondo dei sogni. Compito gradevole se non ci fosse il risentimento dell’ex guardiano Necross che si allea con le forze del male per generare il caos rapendo il sole e, quindi, sconvolgendo l’equilibrio tra sole e luna e giorno e notte. Riuscirà Mune a salvare il mondo? Un film affascinante, poetico e ricco di riferimenti mitologici

Origine: Francia

Anno: 2015

In sala dal 5 febbraio 2015

Note: Nel panorama dell’animazione è possibile identificare tre filoni principali: giapponese, statunitense ed europeo ciascuno con una propria logica artistica e produttiva. Mune presenta la particolarità di unire la tradizione americana dell’avventura a quella poetica dell’Europa o di autori giapponesi come Miyazaki.

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THE ICEMANTHE ICEMAN

Genere: gangster

Regia: Ariel Vromen

Cast: Michael Shannon, Chris Evans, James Franco, Winona Ryder, Ray Liotta

Sinossi: il regista Ariel Vromen, israeliano ma di casa negli Stati Uniti, racconta la storia vera di Richard Leonard Kuklinski, uno dei serial killer più efferati (sembra siano stati oltre cento gli assassini da lui compiuti tra il 1960 e il 1986, anno del suo arresto per opera degli agenti federali) e attivo per conto di diverse organizzazioni criminali a New York e nel New Jersey. Soprannominato ‘Uomo di ghiaccio’ per l’abitudine di congelare i cadaveri delle vittime per non farne identificare il momento del decesso, era un uomo dalla doppia personalità: assassino efferato, ma marito e padre esemplare capace di tenere sempre all’oscuro la famiglia sul suo vero lavoro.

Origine: Usa

Anno: 2012

In sala dal 5 febbraio 2015

Note: Il film – tratto dal romanzo di Anthony Bruno “The Iceman” The true story of a cold blooded killer e dal documentario “The Iceman tapes: conversations di James Thebaut with a killer” – è un buon gangster movie (vale la pena vederlo per l’interpretazione di Michael Shannon nominato agli Academy Award per questo film), ma non esplora la complessa e distorta personalità di Kuklinski e la psicologia dei familiari (specialmente della moglie) che in lunghi anni di convivenza non hanno avuto mai alcun sospetto.

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NON C_È 2 SENZA TENON C’È 2 SENZA TE

Genere: commedia

Regia: Massimo Cappelli

Cast: Fabio Troiano, Dino Abbrescia, Belén Rodriguez, Tosca D’Aquino, Samuel Troiano, Cristina Serafini

Sinossi: Un film che guarda alla grande tradizione della ‘commedia italiana’ in cui realtà quotidiana e problemi anche importanti della nostra società e cultura erano trattati con un sorriso, anche se venato di amarezza. Al centro del lavoro di Cappelli sono le dinamiche di una coppia gay – trattate al di fuori di preconcetti e stereotipi – e il dibattuto problema dell’adozione da parte di coppie omosessuali. Moreno e Alfonso sono una coppia consolidata da tempo e stratificata nelle abitudini: l’arrivo dell’undicenne nipote di Alfonso (che devono ospitare per qualche mese) diviene un detonatore che fa saltare gli equilibri e involontariamente innesta la tentazione di un rapporto etero.

Origine: Italia

Anno: 2015

In sala dal 5 febbraio 2015

Note: Il film merita di essere visto poiché oltre a circa un’ora e mezzo di sereno divertimento lascia nello spettatore spunti di possibili riflessioni. Una sorpresa è l’interpretazione di Belén Rodriguez, protagonista della televisione e del gossip.

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JUPTER - IL DESTINO DELL_UNIVERSOJUPITER – IL DESTINO DELL’UNIVERSO

Genere: fantasy

Regia: Andy e Lana Wachowski

Cast: Channing Tatum, Mila Kunis, Eddie Redmayne

Sinossi: Jupiter Jones è una giovane donna destinata fin dalla nascita a mutare i destini dell’universo, ma in attesa del realizzarsi del suo destino (che peraltro non conosce, né saprebbe come concretare) vive – con tutte le problematiche di un’immigrata – facendo la domestica e affrontando una serie di delusioni sentimentali. Un giorno è contattata da Caine che si qualifica come soldato venuto dallo spazio per salvarle la vita e informarla di essere l’erede di una dinastia destinata a dominare l’universo. Jupiter accetta di seguirlo nello spazio per vivere questa incredibile avventura. Le sorprese però non mancano: dovrà affrontare l’erede primogenito che vuole distruggere lei e la Terra. Riuscirà la nostra eroina a vivere giorni sereni e tranquilli?

Origine: Usa

Anno: 2015

In sala dal 5 febbraio 2015

Note: I fratelli Wachowski si sono ispirati a scrittori di fantascienza come Douglas Adams e Rice Borroughs e hanno confezionato un’opera gradevole anche per i non appassionati del genere valorizzando gli elementi filosofici che spesso sono connaturati alla fantascienza e mixandoli a riferimenti pop e a un equilibrato uso di spettacolari effetti visivi.

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TAKEN 3 L’ORA DELLA VERITÀTAKEN 3 L’ORA DELLA VERITÀ

Genere: azione

Regia: Olivier Megaton

Cast: Liam Neeson, Famke Janssen, Forest Whitaker, Maggie Grace

Sinossi: Lo schema è quello classico ‘uno contro tutti’: l’ex agente della Cia Bryan Mills (Liam Neeson) è accusato di aver eliminato la moglie e diviene oggetto delle ‘attenzioni’ di tutti gli organi di polizia e dei servizi degli Stati Uniti oltreché naturalmente di quelle dei veri assassini. Dovrà mettere in atto le capacità tattiche e militari acquisite in tanti anni di esperienza per salvare se stesso, scoprire la verità e dimostrarla ed evitare che altre minacce di morte divengano realtà. Inseguimenti, sparatorie, lotte corpo a corpo e grande ritmo assicurano agli appassionati quasi due ore di soddisfacente immedesimazione con l’eroe, indipendentemente da qualche caduta di tono nella sceneggiatura e nei dialoghi. Sono film, però, cui si chiede soprattutto azione che non manca.

Origine: Francia

Anno: 2014

In sala dal 12 febbraio 2015

Note: Liam Neeson è uno tra gli interpreti più credibile nel ruolo di sessantenne uomo d’azione (facendo sognare molti sessantenni pantofolai) e si conferma ottimo protagonista di questo terzo episodio delle imprese dell’ex agente Cia perseguitato dalla sfortuna e creato dalla prolifica penna di Luc Besson. Rispetto alle due precedenti puntate sono accentuati gli elementi thriller.

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TIMBUKTUTIMBUKTU

Genere: drammatico

Regia: Abderrahmane Sissako

Cast: Ibrahim Ahmed, Abel Jafri, Toulou Kiki, Fatoumata Diawara, Kettly Noël

Sinossi: Sissako ha ambientato il suo magnifico film a poca distanza da Timbuctu, antica capitale del Mali caratterizzata da costruzioni di sabbia, e oggi sempre più preda del deserto e della siccità. Il protagonista Kidane (un ottimo Ibrahim Ahmed) è un uomo pacifico e vive serenamente con la moglie e due figli fino a quando il fato non ci mette lo zampino. La vita nel villaggio di Kidane scorre tranquilla tra le dune di sabbia, ben diversa da quella della capitale occupata da un gruppo di estremisti islamici (forse aderenti ad Al Qaeda) che ha imposto la propria lettura della legge della sharia: niente calcio, musica, ballo… Sissako è riuscito a realizzare un’opera non violenta sulla violenza coniugando realismo e lirismo, poesia e politica, il tutto ‘condito’ da venature di humour.

Origine: Mauritania, Francia

Anno: 2014

In sala dal 12 febbraio 2015

Note: Il film – presentato a Cannes con grande successo – s’ispira in modo indiretto alla tragica lapidazione, cui il regista mauritano aveva assistito anni prima, di una coppia solo perché conviveva senza essere sposata. Per la sua dolorosa delicatezza e per il tono sommesso Timbuktu è un’eccezione in un’epoca in cui si preferisce la denuncia gridata, mentre per i temi trattati, quasi presago della cronaca attuale, invita a riflettere.

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fotoROMEO & JULIET

Genere: drammatico

Regia: Carlo Carlei

Cast: Douglas Booth, Hailee Steinfeld, Ed Westwick, Paul Giamatti, Lesley Manville

Sinossi: Raccontare la storia di Romeo e Giulietta è del tutto superfluo, chi non l’ha studiata, letta o vista a teatro o in una delle tante versioni cinematografiche? Si tratta indubbiamente di una delle più belle e coinvolgenti pagine scritte sullo sbocciare di un amore tra due adolescenti la cui storia ha inevitabilmente stimolato molti a misurarsi con i versi di Shakespeare. L’originalità di Carlei consiste nell’aver scelto interpreti giovanissimi, vicini all’età dei due innamorati, rendendo così la freschezza del loro sentimento e la gioia della scoperta e aver girato il film nei luoghi shakespeariani, nei palazzi, nelle strade e nella piazze dell’autentico centro storico di Verona facendo rivivere allo spettatore il fascino e l’atmosfera della città rinascimentale e dei suoi costumi. Notevole Paul Giamatti nel ruolo di Frate Lorenzo.

Origine: Usa

Anno: 2013

In sala dal 12 febbraio 2015

Note: Carlo Carlei – italiano di nascita e formazione cinematografica divide la sua attività tra Italia e Hollywood – è noto per realizzare film affascinanti per i toni emotivi della narrazione e straordinariamente visivi usando la macchina da presa come il pennello di un pittore.

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SELMA - LA STRADA PER LA LIBERTÀSELMA – LA STRADA PER LA LIBERTÀ

Genere: storico

Regia: Ava DuVernay

Cast: David Oyelowo, Carmen Ejogo, Tom Wilkinson, Tim Roth

Sinossi: È il racconto di uno degli eventi che ha cambiato la storia degli Stati Uniti, tra i più importanti dopo la guerra di Secessione per quanto concerne i diritti dei cittadini di colore. Nella primavera del 1965, il Reverendo Martin Luther King organizzò una marcia pacifica tra le cittadine di Selma e Montgomery in Alabama per rivendicare il diritto al voto di fatto negato da una serie di cavilli burocratici che avevano ampio consenso nella popolazione bianca dello Stato, la copertura del governatore (il democratico George Wallace) e l’incertezza e la poca voglia del presidente Johnson di scontrarsi con l’elettorato bianco del Sud. La marcia partì da Selma tre volte: nella prima, la brutale e ingiustificata repressione della polizia provocò morti e mise in moto un processo di solidarietà a favore dei manifestanti anche tra i ‘bianchi’ che a migliaia si recarono a Selma dagli altri Stati. La pressione dell’opinione pubblica costrinse finalmente il Presidente a prendere posizione a favore della marcia e a promulgare la legge richiesta da King.

Origine: Usa

Anno: 2014

In sala dal 12 febbraio 2015

Note: Ava Du Vernay riesce a non cadere nell’epica e nell’agiografia di King privilegiando la cronaca del ‘dietro le quinte’: giochi di potere, paure e titubanze presidenziali, speranze e timori delle persone comuni e dello stesso leader fanno del film un prezioso documento storico, anche se resta esclusa la passione che indubbiamente muoveva quegli uomini e quelle donne e che appare nei frammenti dei filmati di cronaca. Nel film vi è anche un cammeo su un altro leader importante per le lotte di quegli anni: Malcom X, lungamente in contrasto con King non ritenendo sufficiente la lotta non violenta.

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CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIOCINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO

Genere: erotico

Regia: Sam Taylor-Johnson

Cast: Dakota Johnson, Jamie Dornan, Marcia Gay Harden

Sinossi: Ogni stagione ha il suo film scandalo: nel 2013 era stato Nymphomaniac di von Trier, quest’anno gli appassionati possono contare sul film della Taylor-Johnson. La ventunenne studentessa di un college Anastasia Steele incontra il giovane miliardario Cristian Grey per intervistarlo per il giornale della scuola e prova nei suoi confronti un’istintiva e immediata antipatia percependolo freddo e calcolatore. Se fosse rimasto l’unico incontro, non sarebbero nati né il romanzo, né il film, ma sagacemente E. L. James (l’autrice) li fa rincontrare casualmente nel negozio in cui Anastasia lavora e la ragazza è attratta irresistibilmente dal bel tenebroso. Come tutti i film che dichiaratamente vogliono essere trasgressivi anche questo finisce per fornire una serie d’immagini patinate e raffinate da cui sono assenti le torbide passioni che caratterizzano le pagine letterarie da cui sono tratti. Probabile che il film replichi il grande successo commerciale del romanzo definito in Gran Bretagna “mummy porn” dalla fascia principale di fruitori, donne tra i quaranta e i cinquanta con figli e alla ricerca di emozioni: speriamo non siano deluse dalle immagini.

Origine: Usa

Anno: 2015

In sala dal 12 febbraio 2015

Note: Il film è tratto dall’omonimo romanzo di E. L. James che è stato tradotto in 51 lingue e ha scatenato una delle più combattute gare di questi ultimi anni per l’acquisto dei diritti per la versione cinematografica. Poiché saggiamente l’autrice ha sfruttato il successo scrivendo ulteriori due puntate (Cinquanta sfumature di nero e Cinquanta sfumature di rosso) realizzando una triologia che ha venduto oltre 100 milioni di copie in tutto il mondo (rendendo ‘felice’ la sua autrice) se gli incassi del film saranno ok (e dai primi dati non c’è motivo di dubitarne), è lecito attendersi il sequel.

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Whiplash-5547.cr2WHPLASH

Genere: drammatico

Regia: Damien Chazelle

Cast: Miles Teller, J. K. Simmons, Paul Reiser, Melissa Benoist, Austin Stowell

Sinossi: Gli amanti del jazz non possono mancare questo film impregnato dal ritmo e dalla bellezza di questa musica dal primo all’ultimo fotogramma (anche il titolo è tratto da un pezzo del sassofonista jazz Hank Levy) e in cui la parola è ridotta al minimo indispensabile. Andrew studia batteria jazz al conservatorio di Manhattan e sognando di divenire il migliore si esercita con puntiglio per superare l’accanita concorrenza ed entrare nella band di Terence Fletcher, un professore inflessibile e feroce nel cercare di ottenere il massimo dagli allievi, specialmente se dotati. Il suo ‘sadismo’ ha come vittima principale Andrew – in cui ha identificato un talento da far sbocciare – sottoposto a prove estenuanti, a volte umilianti. Riuscirà il ragazzo a resistere e a realizzare il proprio sogno?

Origine: Usa

Anno: 2014

In sala dal 12 febbraio 2012

Note: Lungometraggio d’esordio di Damien Chazelle, ha rappresentato una sorpresa per il successo e il consenso conseguiti al Sundance Festival, alla Quinzaine del Festival di Cannes e negli altri festival cui ha partecipato. J. K. Simmons per la sua interpretazione del professor Fletcher ha ottenuto il Golden Globe e la nomination all’Oscar 2015 per il miglior attore non protagonista. Oltre a quello di Simmons, il film è in corsa per altri quattro Oscar: miglior film, miglior sceneggiatura non originale, miglior montaggio e miglior sonoro. Niente male per un esordio.

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UN PICCIONE SEDUTO SU UN RAMO RIFLETTE SULL’ESISTENZAUN PICCIONE SEDUTO SU UN RAMO RIFLETTE SULL’ESISTENZA

Genere: humour surreale

Regia: Roy Andersson

Cast: Holger Andersson, Nils Westblom, Charlotta Larsson

Sinossi: Sam e Jonathan – due venditori depressi che si ostinano a voler portare un sorriso (vendendo scherzi di carnevale) a un mondo triste che lo rifiuta – sono il filo conduttore dei 39 piani-sequenza che costituiscono altrettante scene (alcune collegate o articolate, altre brevi come gag) su grandezze e miserie umane in una girandola di situazioni in cui accanto a un humour un po’ nero e a volte velato di tristezza vi è anche il surreale: il re svedese Carlo XII (1682-1718) entra due volte a bere in un modernissimo e attualissimo pub, baldanzoso e superbo mentre l’esercito sfila cantando al di là della vetrina recandosi alla battaglia contro i Russi, umile e dimesso al ritorno con sullo sfondo gli sfiniti reduci della sconfitta. Sono 39 quadri geniali e beffardi, fotografia di un mondo che si crede vivo, ma forse è già morto (da secoli?) per la reciproca indifferenza. E il piccione sul ramo? Si riferisce a un quadro (di Bruegel) che in fondo riassume la filosofia dell’opera e di una certa visione nordica della vita (Bergman, Ibsen…).

Origine: Svezia

Anno: 2014

In sala dal 19 febbraio 2015

Note: Vincitore nel 2014 del Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia, è il terzo film di una triologia (Songs From the Second Floor del 2000 e You, the living del 2007) che il settantenne regista svedese Roy Andersson ha girato interrompendo un silenzio durato trent’anni dopo un flop seguito al successo della sua opera prima premiata a Berlino nel 1970. Lo spettatore che ama sorprese, originalità e un cinema diverso e coraggioso non può lasciarselo sfuggire, così come i cinefili. Anche gli appassionati che cercano l’arte al di là di musei e gallerie ammirando quest’ultima opera di Andersson visivamente perfetta e stimolante possono dilettarsi a individuare riferimenti delle varie sequenze in celebri pittori (da Otto Dix a Hopper).

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NOI E LA GIULIANOI E LA GIULIA

Genere: commedia

Regia: Edoardo Leo

Cast: Luca Argentero, Edoardo Leo, Claudio Amendola, Anna Foglietta, Stefano Fresi, Carlo Buccirosso.

Sinossi: Edoardo Leo, sebbene con un tono lieve e divertente, racconta problemi e contraddizioni di questi anni e il desiderio di una generazione che – più di quelle che l’hanno preceduta – per sopravvivere ha dovuto rinunciare ai propri sogni finendo con l’essere insoddisfatta e delusa. Diego, Claudio e Fausto sono tre amici con storie diverse, ma uniti dalla comune percezione di essere dei falliti, di aver sbagliato quasi tutto nella propria esistenza. Cercano il riscatto (più psicologico che sociale) abbandonando tutto e aprendo un agriturismo (scelta peraltro molto diffusa in questi ultimi anni e ‘celebrata’ come desiderio del ritorno a una vita agreste, mentre spesso è, probabilmente, solo una fuga da precariato e disoccupazione, tristi realtà dell’Italia di oggi). Presto, però, si concretizzano nuovi problemi, piccoli (come i bagni che non funzionano) e grandi (un gruppo criminale pretende il pizzo) che trasformano il sogno in un incubo.

Origine: Italia

Anno: 2015

In sala dal 19 febbraio 2015

Note: Tratto dal romanzo di Fabio Bartolomei Giulia 1300 e altri miracoli, il film al di là dei toni da commedia è uno spaccato dell’attuale società italiana in cui il ‘precariato’ si è trasformato da eccezione a normalità per milioni di giovani di varie generazioni (e ora anche per molti ‘anziani’, cioè cinquantenni) generando una grave ‘crisi anche psicologica e di fiducia’ che finisce con il trasformarsi in economica. Un film divertente, ma su cui occorrerebbe fare una riflessione per non lasciare soli chi ha la forza di resistere ai mali del Paese e di continuare a sognare.

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IL SEGRETO DEL SUO VOLTOIL SEGRETO DEL SUO VOLTO

Genere: drammatico

Regia: Christian Petzold

Cast: Nina Hoss, Ronald Zehrfeld

Sinossi: La vicenda si svolge nell’immediato dopoguerra in una Germania che cerca di dimenticare il passato, comprese colpe e connivenze. Al centro della vicenda è Nelly, ebrea miracolosamente sopravvissuta ad Auschwitz anche se con il volto sfigurato. Tornata a Berlino, il suo unico desiderio è ritrovare il marito (Johnny, non ebreo) il cui ricordo le aveva dato la forza di lottare contro la barbarie, anche psicologica, del campo di concentramento. La sua amica Lene, che lavora per l’Agenzia Ebraica, convince Nelly a sottoporsi a un intervento di ricostruzione facciale. Finalmente trova Johnny che però non la riconosce, ma è colpito dalla rassomiglianza globale con la moglie che ritiene morta. Convince quindi la donna a fingersi Nelly per recuperarne l’eredità. Durante la ‘preparazione’ emergono drammatiche sorprese con le quali specialmente Nelly deve misurarsi. Interessante la ricostruzione della Germania del periodo immediatamente post bellico e suscita riflessioni il personaggio di Lene.

Origine: Germania

Anno: 2014

In sala dal 19 febbraio 2015

Note: Il film può avere una duplice lettura: la più immediata è una storia d’amore in verità molto al limite della verosimiglianza (ma tutto può succedere, anche ciò che è più strano), un po’ melodrammatica e con risvolti e un finale decisamente melò, l’altra – sottotraccia – decisamente più interessante riguarda la ‘nuova’ Germania e il suo rapporto con un passato di cui vuol ignorare le troppe complicità (anche non ideologiche, solo di vigliaccheria) cercando comunque di recuperare gli antichi valori. Il nazismo non è stato, però, una casualità che si può esorcizzare ignorandolo, una parentesi che una volta chiusa non ha lasciato conseguenze: la capacità di sconvolgere le vite prosegue anche dopo la sua fine.

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MORTDECAIMORTDECAI

Genere: commedia

Regia: David Koepp

Cast: Johnny Depp, Ewan McGregor, Gwyneth Paltrow, Olivia Munn

Sinossi: Charlie Mortdecai non è proprio un tipo raccomandabile, anche se vive in un maniero, è molto raffinato e fa il mercante d’arte. Molto amante dei divertimenti finisce per essere oberato dai debiti e dover rapportarsi con il crimine per cercare di ripianarli. Vuol quindi recuperare un Goya che oltre al valore intrinseco della tela ha una particolarità non trascurabile: dovrebbe nascondere la chiave per identificare il luogo in cui è nascosto il tesoro del III Rech. Un motivo d’interesse non trascurabile anche per una banda di criminali russi e per i servizi segreti britannici: il nostro eroe è al centro di un’accesa concorrenza. Un film impregnato di humour inglese, purtroppo non originale, ma come lo immaginano gli Americani che, pur avendo una comune origine, sono culturalmente molto diversi. Depp conferma di essere in una fase un po’ ripetitiva e autoreferenziale.

Origine: Usa

Anno: 2015

In sala dal 19 febbraio 2015

Note: Il film ha una derivazione letteraria poiché Mortdecai è il protagonista dei romanzi di Kyril Bonfiglioli The Mortdecay Trilogy. C’è da scommettere che un buon successo al botteghino darà il via a un sequel. Altra particolarità è il ritorno – dopo il successo del 2004 del thriller Secret Window (tratto anche questo da un’opera letteraria) – della coppia Johnny Deep-David Koepp che comunque assicura al film un’eleganza con venature surreali.

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IL SETTIMO FIGLIOIL SETTIMO FIGLIO

Genere: fantasy

Regia: Sergei Bodrov

Cast: Jeff Bridges, Ben Barnes, Julianne Moore, Alicia Vikander

Sinossi: Lo schema è quello tipico del genere: bene contro male, buoni contro cattivi ed è facile immaginare l’epilogo. L’attenzione è quindi concentrata nel vedere come vi si giunge. Il gradevole film del russo emigrato Sergei Bodrov presenta alcune caratteristiche originali: è ambientato nella regione di Vancouver (Canada) in una zona bellissima con paesaggi boschivi e di montagna che da soli valgono il costo del biglietto, e poi il male non è il solito mostro o mago cattivo, ma una diabolica strega con le fattezze e il fascino di Julianne Moore. Durante un’epoca incantata, tra leggende e magie, Maestro Gregory ultimo discendente di un ordine mistico di guerrieri è alla ricerca di un giovane predestinato cui trasferire le proprie competenze e conoscenze: lo identifica nel giovane contadino Tom Ward che essendo il settimo figlio di un settimo figlio è – secondo la tradizione esoterica – nato con incredibili poteri e, quindi, predestinato a compiere grandi impese. Tom, cui probabilmente era venuta a noia la vita nei campi, segue il nuovo Maestro nella lotta contro la strega/drago Madre Malkin e il suo esercito di assassini sovrannaturali.

Origine: Usa, Gran Bretagna, Canada

Anno: 2014

In sala dal 19 febbraio 2015

Note: Il soggetto è tratto da una storia di Matt Greenberg basata su ‘La maledizione del drago’, primo capitolo della serie fantasy Wardstone Chronicles di Joseph Delaney per cui non occorre essere maghi o streghe per profetizzare che, se il film ha successo, sarà il primo di una serie.

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fotoSPONGERBOB – FUORI DALL’ACQUA

Genere: animazione

Regia: Paul Tibbit

Cast delle voci: Antonio Banderas (Barba Burger), Clancy Brown (Mr. Krabs), Tom Kenny (SpongeBob), Patrick Stella (Bill Facerbakke), Rodger Bumpass (Squiddy Tentacolo), Carolyn Lawrence (Sandy), Mr. Lawrence (Plankton)

Sinossi: ispirato a una delle più apprezzate serie dei Nickelodeon, SpongerBob – Fuori dall’acqua conserva l’humor un po’ surreale e un po’ delirante della serie cui unisce elementi da musical (molto bella la colonna sonora), da road movie e da film di supereroi, il tutto – per lo stupore dei più giovani – reso più spettacolare dalla proiezione in 3D. SpongerBob (è una spugna marina gialla) vive tranquillo e felice con i suoi amici Stella, Squiddy e Sandy nelle cristalline e calde acque di Bikini Bottom nutrendosi allegramente di Krabby Patty (l’amato hamburger). Un triste giorno, la ricetta segreta gelosamente custodita nel Krusty Krab (l’unico ristorante al mondo che produce questo cibo delizioso) è trafugata. Il disastro apocalittico che si scatena a Bikini Bottom per la mancanza dei Krabby Patty costringe l’ingenuo e ottimista SpongerBob ad allearsi con l’eterno avversario il cinico Plankton per ‘dare la caccia’ al colpevole e, recuperando la preziosa ricetta, ridare pace e serenità a Bikini Bottom. La ricerca condurrà i nostri eroi fuori dall’acqua in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio che li condurrà fin nel nostro mondo alla caccia del pericoloso pirata Barba Burger che aveva rubato la ricetta per realizzare un proprio progetto.

Origine: Usa

Anno: 2015

In sala dal 25 febbraio 2015

Note: Secondo lungometraggio tratto dall’omonima serie (il primo del 2006 è stato SpongeBob – Il film) creata da Stephen Hillenburg assolve pienamente la mission di divertire un pubblico di giovanissimi, coinvolgendoli in spettacolari sequenze che si avvalgono delle più moderne tecnologie di animazione per dare dimensioni tridimensionali ai vari personaggi. Lo spettacolo affianca elementi di animazione e di live action: i personaggi animati a Bikini Bottom e alcuni segmenti recitati dal vivo nel nostro mondo. Se i giovanissimi sono divertiti dalla demenzialità che caratterizza la serie, gli accompagnatori adulti potranno cogliere alcuni elementi di critica ai mali del consumismo: in fondo si tratta sempre di demenzialità.

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fotoKINGSMAN – SECRET SERVICE

Genere: spy-movie

Regia: Matthew Vaughn

Cast: Taron Egerton, Colin Firth, Samuel L. Jackson, Michael Caine, Mark Strong

Sinossi: Kingsman è una spy-movie che per molti aspetti ricorda i film di Bond per lo stile e l’eleganza del protagonista Harry Hart (Colin Firth) il cui principio è “I modi definiscono l’uomo”, per l’arsenale di armi grandi e piccole truccate da innocui oggetti (l’ombrello per esempio era anche in un Bond) e per la lotta alla potente organizzazione criminale che vuol dominare il mondo. Naturalmente dai primi Bond sono passati decenni e le tecnologie hanno fatto passi incredibili per cui le tecniche odierne sono strabilianti e così i loro effetti. La storia è lineare (quello che conta sono le sorprese – e sono molte – prima di arrivare alla prevista e logica conclusione). L’agente speciale Hart convince Eggsy, figlio disadattato di un collega morto per un suo errore, a tentare di entrare nella supersegreta Kingsman, organizzazione privata d’intelligence la cui mission è preservare la tranquillità del mondo. L’addestramento è lungo e durissimo e la concorrenza spietata per l’unico posto disponibile. Naturalmente senza ancora alcuna esperienza ‘sul campo’ Eggsy dovrà affrontare il folle miliardario (peraltro molto simpatico e dall’aria scanzonata) che vuol dominare il mondo.

Origine: Gran Bretagna – Usa

Anno: 2014

In sala dal 25 febbraio 2015

Note: Tratto dall’omonima graphic novel di Mark Millar, Kingsman è circa due ore di puro cinema d’azione, ma sempre raffinato (anche la violenza non è mai compiaciuta e spesso ha le caratteristiche di un balletto) e caratterizzato dallo spirito british dell’uomo d’affari elegante con l’ombrello al braccio. Vaughn unisce il fascino dell’élite spionistica con la vita quotidiana della working class inglese e con le realtà delle periferie londinesi e del disagio giovanile. Un ruolo fondamentale hanno le comunicazioni attraverso i computer e soprattutto i telefoni cellulari utilizzati come mezzo di condizionamento e controllo della volontà delle persone. Il finale, fantasmagorico, deve far riflettere ed essere monito sul condizionamento della libertà individuale che può venire dalle attuali e future tecnologie.

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fotoVIZIO DI FORMA

Genere: noir

Regia: Paul Thomas Anderson

Cast: Joaquin Phoenix, Josh Brolin, Owen Wilson, Katherine Waterston, Benicio Del Toro, Martin Short, Reese Witherspoon, Jena Malone, Joanna Newsom

Sinossi: Ambientato negli Usa del 1970, Vizio di forma non è facilmente catalogabile: è certamente un noir, un thriller, ma è anche il quadro storico e sociologico di un’epoca che stava per finire e di una generazione che, delusa e ripiegata su se stessa, sarebbe uscita di scena di lì a poco. Doc Sportello (un immenso Joaquin Phoenix) è un detective che vive a Los Angeles – quasi ultimo degli hippies – tra marijuana e sogni e sbarca il lunario cercando di risolvere piccoli casi. Un giorno Shasta (la sua ex, un’ottima Katherine Waterston) lo coinvolge in un caso apparentemente normale, in realtà dalle implicazioni imprevedibili e labirintiche, per cui si troverà a dover affrontare un mare di guai. I 140 minuti del film trascorrono leggeri e affascinanti purché ci si abbandoni anzi ci s’immerga nelle immagini: sono puro cinema. Divertente la galleria dei personaggi che interagiscono con il protagonista in una serie d’intrecci che si accumulano e dissolvono ‘apparentemente’ senza significato.

Origine: Usa

Anno: 2014

In sala dal 25 febbraio 2015

Note: Tratto dal romanzo Inherent Vice di Thomas Pynchon – ispirandosi anche al fumetto-cult Le avventure alternative dei favolosi Freak Brothers di Gilbert Shelton – Vizio di forma oltre all’intreccio noir ha un secondo piano di lettura: la fine del periodo in cui il movimento hippy ha rappresentato la punta di diamante di una gioventù pacifista e alla ricerca di una diversa concezione di vita, l’avvento del grigio conformismo reaganiano in cui i giovani arrampicatori sociali hanno sostituito gli hippies, il denaro come misura del successo è divenuto il principale ‘valore’ della società e si è passati da una concezione comunitaria a un individualismo sfrenato sostituendo il dialogo con i monologhi dei social network. È un film da vivere non solo con gli occhi, ma cercando di ‘entrare nello schermo’ quasi compartecipi delle vicende: più ci si riesce, più lo si assapora. Vizio di forma merita di essere visto se non altro per l’interpretazione di Phoenix capace di dare fisicità all’animo puro e sognante di Sportello ormai estraneo a un mondo cui percepisce di non appartenere. Un film da vedere e rivedere (e meditare).

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fotoLE LEGGI DEL DESIDERIO

Genere: commedia

Regia: Silvio Muccino

Cast: Silvio Muccino, Nicole Grimaudo, Maurizio Mattioli, Carla Signoris, Luca Ward, Carlo Valli

Sinossi: Terzo film dopo Parlami d’amore e Un altro mondo) di Silvio Muccino, Le leggi del desiderio ha come protagonista Giovanni Canton (ottimamente interpretato dallo stesso Muccino), un trainer motivazionale – figura tra santone e grande comunicatore proveniente (come tanti altri modi di pensare e stili di vita) dalla società americana – considerato, secondo i punti di vista, un profeta o un cialtrone che si approfitta delle altrui debolezze. Canton è uno showman innato che spalleggiato dall’editore dei suoi libri (Luca Ward ne rende perfettamente la pochezza umana) è divenuto un guru di grandissimo successo: per dimostrare la validità delle proprie teorie ‘scommette’ che in sei mesi porta tre personaggi qualsiasi alla realizzazione dei propri desideri e a raggiungere il successo. La selezione offre un panorama articolato e reale di quanti giovani e anziani, donne e uomini fanno a gara per partecipare a una delle tante trasmissioni più o meno reality delle varie emittenti televisive. Cinismo e intuito fanno scegliere a Canton i candidati più adatti: Ernesto e Luciana sono frutti dell’odierna società, Matilde (Nicole Grimaudo ne rende molto bene timidezze, frustrazioni, illusioni e speranze) – timida assistente assegnatagli dall’editore di cui è innamorata e che approfitta di lei in amore e sul lavoro – appartiene a tutte le epoche. Ernesto (un convincente Maurizio Mattioli) è un ‘esodato’ cioè uno di quegli uomini rottamati perché anziani e grazie alla Fornero rimasti senza stipendio e senza pensione, mentre Luciana (bella e sfaccettata prova di Carla Signoris), moglie fedele, madre esemplare e un po’ bigotta fugge dalla monotonia frustrante della propria vita scrivendo e pubblicando (sotto pseudonimo) romanzi osé. Riuscirà il nostro guru a trasformare tre ‘perdenti’ in tre persone di successo?

Origine: Italia

Anno: Italia

In sala dal 26 febbraio 2015

Note: È indubbio che i desideri, così come l’ambizione, sono il motore del mondo e degli uomini: senza di loro l’uomo sarebbe forse ancora all’età della pietra o resterebbe nella situazione in cui la fortuna lo ha fatto nascere. Il film di Muccini dosa in modo equilibrato ironia e romanticismo in uno schema in cui una bonaria denuncia delle storture della cultura e della società attuali invitano a riflettere sui veri valori della vita e sul vuoto che lasciano i falsi miti divenuti modelli. Il ‘guru del successo’ giunge dalla cultura americana (tra i molti, splendidi i due film di Anderson Magnolia e The Master), ma è riletto da Muccini attraverso il tema della maschera, proprio della cultura europea: per arrivare al successo si è disposti a modificare se stessi e la propria realtà, a indossare quindi una maschera che ci si illude divenga il nostro nuovo essere. Resta, però, sempre e comunque una maschera e la vera essenza finisce per avere il sopravvento. La ‘vera’ legge del desiderio – dice Muccini – non è in un manuale o in un trainer, non è cercando di imitare un modello irreale (la maschera), ma è nella capacità di ciascuno di imparare a desiderare chiedendo il giusto a se stessi e alla vita, altrimenti si va incontro all’infelicità. E avere il coraggio di sognare perché, quando si è consci di non poter avere quello che si vuole, i sogni sono un antidoto alla depressione. E poi qualche vota si realizzano.

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fotoMARAVIGLIOSO BOCCACCIO

Genere: commedia

Regia: Paolo e Vittorio Taviani

Cast: Lello Arena, Paola Cortellessi, Carolina Crescentini, Flavio Parenti,Vittoria Puccini, Michele Riondino, Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Kasia Smutnianiak, Josafat Vagni

Sinossi: I fratelli Taviani per questo loro ennesimo capolavoro si sono ispirati al Decamerone di Boccaccio, una delle massime espressioni della letteratura italiana di ogni tempo e opera inimitabile per raffinatezza di scrittura e varietà di temi. Delle cento novelle – tutte traboccanti di vita e gioia di vivere – i registi ne hanno scelte cinque trattando le diverse sfaccettature del grande autore trecentesco. I Taviani hanno realizzato un’opera rara per bellezza e intensità fin dalle prime immagini in cui raccontano con tocco leggero e commovente la terribile peste che colpì Firenze (e il resto d’Europa) dal 1348 al 1353. Sequenze che sono premessa alla fuga dalla città verso la campagna di un gruppo di ragazzi e ragazze: ancor più che in Boccaccio vien fuori il significato profondo di una ‘fuga’ che non è tale, ma è la vita che deve avere il coraggio di reagire alla paura (che è ben peggiore della morte). Bellissimo in tale ottica il finale del film. Maraviglioso Boccaccio porta sullo schermo i colori della pittura del trecento in un equilibrio che ricorda le tele di Giotto, Masaccio o – specialmente negli splendidi costumi – di Piero della Francesca. Una tonalità diversa caratterizza, in armonia con il tema trattato, ognuna delle cinque novelle. Raffinatissimo e curato fin nei minimi particolari il film dei Taviani è una rara ‘pagina di cinema’ in cui la bellezza formale (molte sequenze sembrano appunto tele trecentesche) si sposa armonicamente con i temi sociali cari ai registi ed è un’occasione unica (e forse irripetibile) per vedere recitare insieme, impegnandosi anche in piccole parti, gran parte dei migliori interpreti del cinema italiano. Il più bravo di tutti è però il falcone…

Origine: Italia-Francia

Anno: 2015

In sala dal 26 febbraio 2015

Note: L’attualità politica e sociale con le sue ‘pestilenze’ e paure e la necessità dei giovani di reagire alla perdita della speranza e all’idea di non avere più un futuro sono l’ideale filo conduttore del film. La peste dei nostri anni sono i terrorismi e le guerre fratricide che in giro per il mondo seminano morte e la caduta degli ideali e dei valori: chi nella cultura di oggi sacrificherebbe quanto gli è rimasto di più prezioso per onorare l’oggetto del proprio amore infelice e non ripagato come fa Federigo degli Alberighi? I Taviani insistono sulla castità che i giovani s’impongono nel loro stare insieme in campagna ed è anche questo un messaggio che i due anziani, ma sempre giovani fratelli inviano alle generazioni che si apprestano ad affrontare la vita: ogni società, anche la più piccola e improvvisata, ha bisogno di darsi e rispettare delle regole senza le quali non esistono armonia e futuro. E per vivere (e non vegetare) i pericoli bisogna affrontarli: ecco quindi i giovani tornare a Firenze consci che la peste può non essere finita. Maraviglioso Boccaccio è, inutile dirlo, anche una lezione di stile: il suo erotismo, infatti, non è fatto di sequenze esplicite, ma di accenni come il tocco di una mano o uno sguardo. Un grande film che ha la capacità di attualizzare Boccaccio nel più assoluto rispetto della sua prosa e del suo tempo.

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