venerdì, Marzo 29, 2024

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“Il tramonto sulla pianura” tratto dal romanzo di Guido Conti

fotoCosa ci si aspetta dagli anni di anzianità in una casa di riposo? Si può pensare di vivere tra coetanei che condividono l’ultima curva del destino ma nessun percorso di vita? Si può ancora vivere con entusiasmo o bisogna limitarsi a fissare il tempo ormai scorso? Si può essere felici? I protagonisti di questo spettacolo, in modo forse più ottimista di come vengono presentati nel romanzo, si ribellano all’esclusione ai margini della società, vogliono esserci, seppur da spettatori, perché “le cose del mondo arrivano in tutte le case”. Questi vecchietti ci tolgono ogni dubbio, e trasformano un luogo come l’ospizio, l’ultimo nido della tarda età, purtroppo spesso simbolo di desolazione, in cui talvolta chi viene abbandonato viene contagiato dalla freddezza, e a sua volta si abbandona a se stesso, vivendo nei ricordi; ma basta uno sguardo affettuoso, e una casa di riposo diventa un luogo di rinascita. Non è l’ospizio, è la Villa, c’è la suora, che ci ricorda quelle dei collegi, con un cuore tenero e un’anima libera sotto una tunica di severità; c’è chi sembra una bambina impazzita, chi pensa di essere un poeta, chi si atteggia a noncuranza, ma dentro si addolcisce, e chi è già dolce, e per una volta, di nascosto si arrabbia. C’è chi pensa solo al Duce, e chi in risposta gli canta “Bella Ciao”, c’è chi è una diva fuori tempo, chi in un sobrio tailleur beige spinge le carrozzine, chi muore senza creare scompiglio e chi per amore vive disperato, c’è la televisione, che non è sempre accesa, c’è la chitarra. Nonostante la caparbietà, tipica dell’adolescenza come dell’età avanzata, si vive insieme, comprendendo le diversità di ognuno, superando se stessi quando si pensa ormai di essere cresciuti.

Questo spettacolo è una festa, è un inno alla vita nei suoi ultimi passi di danza. Non sono molte le cose da fare per non morire di noia in una casa di riposo: fare amicizia, cantare, innamorarsi, avere un’intimità, cantare, infervorarsi per ciò in cui si crede, festeggiare, cantare.

L’adattamento al testo è di Emilio Russo e Caterina Spadaro, così come la coreografica ed originale regia che incornicia, insieme alle musiche di Alessandro Nidi, la bellissima esibizione di Mauro Ancellotti, Gianfranco Barili, Maria Stella Cerana, Fiore Cesca,Mariella Clemente, Nadia Cortesi, Domenico Galluccio, Diego Ghilotti, Pardo Kickhoeffel, AnnaMaria Paino, Carlo Raimondi, Federica Rivoli ed Enzo Trovato.

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