“Happiness”
Marco Pacassoni vibrafono & marimba
Enzo Bocciero pianoforte & tastiere
Lorenzo De Angeli basso semi-acustico
Matteo Pantaleoni batteria e percussioni
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EMANUELE PRIMAVERA 4et
“Replace”
Emanuele Primavera batteria
Seby Burgio pianoforte
Fabrizio Brusca chitarra
Carmelo Venuto contrabbasso
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DANIELA SPALLETTA
“D Birth”
Daniela Spalletta voce
Seby Burgio pianoforte
Alberto Fidone contrabbasso
Peppe Tringali batteria e percussioni
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Venerdì 15 maggio, alla Casa del Jazz, l’etichetta AlfaMusic presenta un triplo concerto con i giovani talenti del jazz italiano:in apertura, dalle Marche, Marco Pacassoni Quartet quindi a seguire, dalla Sicilia, Emanuele Primavera Quartet e infine a chiudere la serata, sempre dalla Sicilia, Daniela Spalletta con il suo quartetto.
“Happiness” segna una tappa importante nel viaggio dell’invenzione musicale di Marco Pacassoni, maestro italiano di vibrafono e marimba. “Happiness” è un album fusion in cui racchiude tutte le sue influenze ed esperienze musicali, filtrate attraverso eventi della sua vita privata ed il tutto miscelato per creare nove pezzi in cui il vibrafono e la marimba invitano l’ascoltatore a scoprire alcuni dei segreti nascosti di questi bellissimi strumenti. Ma “Happiness” è anche un viaggio attraverso i generi musicali, miscelati con maestrìa e sempre singolarmente individuabili, che utilizza la melodia come spirito guida. Il pianista compositore, e vincitore di un “Grammy Award”, Michel Camilo è senza dubbio il testimone della crescente maturità del trentenne fanese Marco Pacassoni, nel loro bellissimo duetto “Michel”. Curiosamente “Michel” è un brano che Marco Pacassoni aveva scritto anni fa e dedicato proprio a Michel Camilo; questo album gli ha finalmente dato l’occasione per eseguirlo insieme a lui.“Happiness” è stato registrato in due giorni, suonato “live in studio” ed alterna improvvisazione totale a complesse partiture. E’ un chiaro punto di svolta, di quelli che aprono molte nuove possibilità per il Marco Pacassoni Quartet che con questo lavoro si afferma come uno dei gruppi più interessanti della scena musicale contemporanea italiana.
Ho conosciuto Emanuele qualche anno fa, in occasione di un tour siciliano insieme ad Enrico Zanisi. La cosa che più mi ha colpito di Emanuele è la capacità di ascolto, sia nella musica che nel rapporto umano, a
dimostrazione che le due cose non possono essere distinte. Nelle composizioni di Emanuele riecheggiano le atmosfere più diverse, che, partendo dal linguaggio jazzistico tradizionale, si allargano verso linguaggi più moderni e vicini ai nostri tempi, attraversando climi rarefatti ed a volte di sapore medio-orientale, fino alla libera improvvisazione. Un ascolto piacevole ed estremamente variegato, come si addice ad un giovane gruppo di musicisti che con passione, cerca una propria identità. (Ares Tavolazzi)
Che Daniela Spalletta, trentunenne cantante del piccolo centro siciliano di Mazzarino, sia di una bravura sorprendente emerge sin dall’ascolto del primo brano, da lei composto ed esemplificativo del suo pensiero musicale; ma questa è soltanto una premessa e sarebbe riduttivo fermarsi a una considerazione del tutto ovvia perché, in realtà, quello che si ascolta in questo Cd è, prima di tutto, un esempio di come un uso assolutamente contemporaneo della voce riesca a mantenersi pienamente jazzistico pur sfuggendo a qualsiasi caduta in quegli stilemi storicizzati, e ampiamente abusati, tipici del modo di cantare di tante interpreti della ricca scena vocale dei nostri giorni. Questa cantante, compositrice, arrangiatrice rientra infatti nel novero di quelle vocalist che hanno trovato linee originali utilizzando molteplici materiali e riferendosi a un vasto universo sonoro, che spazia dal mondo euro colto a quello pop, dal minimalismo alle musiche di altri continenti. Al contrario di molte di queste nuove voci, la sua inclinazione musicale le consente però di restare legata al linguaggio jazzistico pur ridefinendolo grazie all’utilizzo di sfumature espressive e strategie con cui evita accuratamente le strade già battute dalla storia. Manca infatti, nel suo stile vocale, il classico scat, accantonato a favore di un fraseggio che imita certamente l’incedere degli strumenti a fiato, ma nel profilo melodico e ritmico utilizza linee contemporanee,mentre nel sound vocale definisce chiaramente un timbro votato al registro medio alto abbinandolo a una tecnica nella quale prevalgono gli intervalli ampi, che rendono la musica espressiva e drammatica evitando la linearità di molto jazz. Questo superbo album evidenzia però anche le qualità di arrangiatrice e compositrice della sua autrice, che al di la della scrittura dei testi (pratica già di per se complessa) ha realizzato funzionali arrangiamenti per archi, in cui la pienezza sonora del quartetto si svela in trame che penetrano in profondità nel tessuto armonico e melodico dei brani. Proprio per questa varietà di tratti, per la fantasia, la precisione esecutiva, il feeling con i suoi partner questa cantante si candida a diventare una delle voci più interessanti del panorama jazzistico del vecchio continente. In questa compattezza globale, che evita l’obsoleta riproposizione della “cantante accompagnata”, sta il senso della loro collaborazione, nata al Premio Randisi del 2012, quando lei e Burgio vinsero ex-aequo e vennero invitati a formare un gruppo insieme per partecipare a Iseo Jazz. Da allora hanno suonato in altre rassegne, tra cui Umbria Jazz, partecipato a concorsi nazionali e oggi sono giunti a pubblicare un disco che non può lasciare indifferenti o insensibili e trova una sua ragione d’essere nella pur affollata scena contemporanea. (Maurizio Franco)
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Casa del Jazz
Viale di Porta Ardeatina, 55 – Roma
Info: 06/704731
Ingresso 10 euro