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“L’ultimo rifugio”. Progetto Speciale del Festival Invito alla Danza

fotoInvito alla Danza festeggia quest’anno il 25° anniversario nella sede storica di Villa Pamphilj, dal 16 luglio al 3 agosto. L’Associazione, fondata e diretta da Marina Michetti nel 1991, realizza rassegne, attività didattiche e di produzione in collaborazione con il Comune di Roma, la Provincia, la Regione Lazio, il Ministero dei beni e attività culturali e numerose istituzioni.

Il Festival Internazionale di danza e balletto sostiene queste forme d’arte ospitando importanti compagnie italiane e straniere e promuovendo giovani coreografi e produzioni di danza contemporanea.

Il 21 luglio gli alti pini della villa patrizia hanno fatto da scenario alla prima assoluta dello spettacolo interdisciplinare con musica dal vivo, testo recitato e video multimediale, realizzato in collaborazione con la Compagnia Egri Bianco Danza e il sito archeologico e museale del bunker del Soratte.

La Compagnia deriva da “I balletti di Susanna Egri”, unica ammessa alle celebrazioni dell’Unità d’Italia nel 1961, assumendo nel 1991 l’attuale denominazione con l’apporto di Raphael Bianco, divenuto co-direttore e coreografo residente. Attualmente è composta da sette elementi stabili provenienti da qualificate esperienze professionali, esprimendo uno stile contemporaneo basato su una solida tecnica classica. Ha effettuato numerose tournèe in Italia, Europa, Russia, Sud America.

Sullo spoglio palcoscenico i sette giovani danzano come cercassero una via di fuga verso la salvezza. A tratti una lunga striscia verde si frappone ai loro movimenti, ostacolo imprevisto con cui sono costretti a misurarsi e superare ricorrendo alla propria abilità acrobatica. Nella seconda parte si amplifica la sensazione di costrizione fisica in un luogo chiuso che non offre scampo, in cui gli artisti si spostano ritmicamente e circolarmente in gruppo, impossibilitati ad attuare una strategia salvifica.

La musica eseguita da Ivan Bert e Ivan Macera, il video dal vivo di Stefano Rogliatti che riprende azioni danzate eseguite nelle gallerie del bunker e la proiezione di filmati sull’attività nazista nelle gallerie forniti dall’archivio del sito museale del Soratte, evocano una suggestione profonda e un coinvolgimento empatico con la solitudine di chi è coinvolto negli eventi drammatici della guerra. Sensazioni che ci costringono a interrogarci sulla condizione contemporanea delle popolazioni vittime di vari terrorismi.

Lo spettacolo verrà riproposto il 26 luglio, nella sede più contestualizzata del bunker del Soratte, cui seguirà la visita guidata al sito e la degustazione di prodotti locali.

I lavori di scavo delle gallerie furono avviati nel 1937 dal Genio Militare di Roma per realizzare un rifugio antiaereo per il comando supremo dell’esercito in caso di guerra. Note come “Le officine protette del Duce”, il regime sosteneva che vi fosse impiantata una fabbrica di armi della Breda. Lunghe circa 4 km, costituiscono un’importante opera di ingegneria militare in Europa, una vera città sotterranea. Nel settembre 1943 la Wehrmacht vi stabilì il comando supremo delle forze di occupazione guidate dal feldmaresciallo Kesselring e la voce popolare dice che vi furono sotterrate casse contenenti l’oro sottratto alla Banca d’Italia e alla comunità ebraica, mai ritrovato. Minato prima della fuga dalle truppe naziste subendo lievi danni, il complesso cadde nell’abbandono. Nel 1967, in piena Guerra Fredda, il Genio Militare trasformò una parte in bunker anti-atomico, sotto l’egida della Nato, ma i lavori furono interrotti nel 1972. Acquisita dal comune di S. Oreste, l’area è oggetto di un progetto di recupero per l’allestimento del museo storico diffuso “Percorso della memoria”. Le visite guidate sono organizzate dall’associazione culturale “Bunker Soratte” che promuove ricerca storica e percorsi formativi attraverso pubblicazioni, convegni e manifestazioni diffondendo la storia della costruzione e utilizzo del sito.

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