Il Rinascimento è stato l’età dell’oro del teatro. Il momento di una rinascita all’insegna di un nuovo paradigma culturale, basato sulla centralità dell’uomo, sul suo rinnovato ruolo nel mondo, autonomo rispetto ad una trascendenza soffocante e accentratrice, ma creativo, valorizzante in questo senso le peculiarità interiori proprie al suo essere più profondo. Novità da intendere come continuità rinnovatrice, perché non vi fu una netta frattura né una sterile opposizione al passato, anche medioevale, ma, ancor più precisamente, fu una riscoperta in tutti i campi del sapere delle antichità classiche e di una concezione certamente più terrena della vita e dell’arte, ma non meno spirituale in senso ampio; si continuò a rappresentare le sacre rappresentazioni del Medioevo per esempio, quando allo stesso tempo si riscoprirono le biblioteche e si tornò a studiare il greco. Questo riscoprire il passato non fu semplicemente lo zelante ripetersi di una tradizione, lo scolastico commento dei maestri, semmai l’innovativo riproporre i valori fondativi dell’uomo e la sua elezione spirituale a produrre bellezza, ripresa della classicità nel senso di un canone di valori universalizzante, per niente statico, bensì foriero di sperimentazione.
La cultura umanistica dette quindi nuova linfa alle bellezze del passato, in primis traducendo in volgare i testi della tradizione greco-latina, tra cui le commedie di Plauto e Terenzio e le tragedie di Seneca. Le corti diventarono dei veri e propri centri culturali, in cui si raccoglievano artisti e intellettuali, si inscenavano rappresentazioni festive, sacre e profane, si facevano ricevimenti, processioni e realizzavano opere artistiche. Gli umanisti all’interno delle scuole e nei laboratori d’avanguardia, svilupparono nuovi generi teatrali, tra cui la commedia, la tragedia, il dramma pastorale e, successivamente, il melodramma, i quali influenzarono per sempre il teatro europeo. Questa generazione di umanisti fissò le regole di un teatro scritto in lingua nazionale. E fu proprio l’Italia a creare la tecnica del teatro moderno, rinnovandolo in tutto, dalla recitazione alle scenografie, dal lessico ai principi teorici. In sintesi una ventata di aria nuova proveniente da un illustre passato, assunto a modello di confronto e meditazione.
Secoli dopo, ai giorni d’oggi, è proprio da Firenze, culla del Rinascimento cinquecentesco, che ha preso vita l’intuizione del Metateismo, ancora soltanto nella mente del suo fondatore, l’artista Davide Foschi. Ed è da Milano che nel 2012 è stato fondato pubblicamente, siglando in un vero e proprio manifesto decalogo i principi promotori di questo movimento artistico e culturale. Da quella data le opere di Davide Foschi e dei tanti artisti sottoscrittori in tutte le discipline prettamente artistiche, ma anche artistiche in senso “originario” (c’è anche un manifesto della cucina Metateista in risposta a quello futurista, un manifesto sull’economia Metateista, sul profumo, etc.), hanno girato l’Italia in lungo e in largo da Trento a Pizzo Calabro, da Lucca a Roma, da Firenze a Milano. A tutti gli effetti siamo di fronte ad un nuovo umanesimo, una piattaforma che vuole e sa comprendere, dar voce e promuovere le esigenze delle avanguardie artistiche, ma anche della società civile, amanti dell’arte, professionisti, uomini di scienza, insomma le più svariate categorie sociali e produttive, che a quanto pare erano in cerca di Rinascimento, visto che in migliaia hanno aderito e continuano ad aderire a un messaggio universale e trasversale, che incide con efficacia non solo nella storia dell’arte e dei suoi addetti ai lavori.
E come nel Rinascimento italiano anche il Metateismo ha già valicato i confini del nostro paese con collaborazioni e partnership internazionali come quella con l’artista Alexander Kanevsky, fondatore del Movimento Nuovo Rinascimento negli Stati Uniti, pur continuando ad avere il suo fulcro operativo nel Centro Leonardo da Vinci di Milano, luogo di incontro tra tradizioni artistiche differenti, il cui nome richiama una suggestione e un progetto ben precisi. E sempre in Italia è stato codificato per la prima volta l’avanguardia del movimento nel Catalogo d’Arte Giorgio Mondadori. Il Metateismo, parola misteriosa come un enigma del mito greco, si propone di riscoprire il vero senso dell’arte, di tutte le arti, attraverso quella sacralità insita nell’uomo, che gli permette di essere creativo e allo stesso tempo riscoprire quell’origine spirituale che lo lega all’esistenza e alla bellezza. Dopo tutti questi cenni e coincidenze sembra di avvertire davvero, ancora una volta, profumo di Rinascimento.