Venerdì 20 novembre, all’Auditorium Pollini (ore 20.45), ritornerà sul podio dell’Orchestra di Padova e del Veneto uno dei più apprezzati interpreti del panorama direttoriale inglese: Paul Goodwin. Interprete versatile, abituato a spaziare dal barocco al repertorio contemporaneo e a proporre spesso programmi dagli accostamenti insoliti, Goodwin ha scelto di impaginare il terzo concerto della 50ª Stagione OPV con musiche di Felix Mendelssohn-Bartholdy e Johann Sebastian Bach. Di Mendelssohn verranno eseguiti tre brani da“Sogno di una notte di mezza estate” (Ouverture, Notturno, Scherzo) e la Sinfonia n. 3 “Scozzese”, mentre di Bach sarà proposta la Suite per orchestra n. 3.
L’abbinamento fra questi due autori non è casuale. A Mendelssohn si deve infatti l’inizio della Bach-Renaissance grazie alla prima esecuzione in epoca moderna della Passione secondo Matteo, da lui diretta a Berlino nel 1829.
«Lasciate alla musicologia ufficiale le ricostruzioni storiche di rito – commenta Marco Angius, Direttore musicale OPV – l’associazione tra i due compositori è apparsa tanto immediata quanto connessa alla Bach renaissance con cui Mendelssohn intendeva rivelare il genio di Bach ai suoi contemporanei in una prospettiva peraltro nuova e originale. L’argomento delle rivisitazioni d’autore è davvero cruciale da un punto di vista interpretativo oltre che estetico, per quanto, nel caso di Mendelssohn, non si tratti di trascrizioni o elaborazioni ma di una consuetudine interpretativa che ha ricevuto da Bach profonde suggestioni stilistiche. Vi riconosciamo, per declinazione del caso, due possibili filoni: quello che corre da un compositore all’altro anche a distanza di secoli e quello che lega compositore e interprete in una continuità operativa (il primo progetta un mondo sonoro mentre il secondo lo fa vibrare nello spazio acustico).»
Il concerto all’Auditorium Pollini si aprirà con tre brani dalle musiche di scena per il Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, composte da Mendelssohn nel 1842 nel pieno della maturità, ma recuperando l’Ouverture scritta all’età di soli 17 anni. Una pagina, quest’ultima, che possiede il respiro e la complessità di un movimento sinfonico e che rispecchia con mano leggera il mondo degli elfi del regno di Oberon ritratto nella commedia. A questa seguirà il suggestivo Notturno, costituito da un’ampia e cantabile melodia affidata al corno e ai fagotti, con tutte le connotazioni boschive tipiche del suono del corno. La selezione si chiude quindi con lo Scherzo, un pezzo caratterizzato da un’estrema levità (componente costitutiva dell’intera produzione di Mendelssohn) e che, per la trasparenza orchestrale e il ritmo saltellante, può essere facilmente associato al personaggio shakespeariano del folletto Puck.
Il programma proseguirà con la Suite per orchestra n. 3 in re maggiore (1731), una delle quattro suites “alla francese” in cui Bach infonde nuovo spessore sinfonico a un genere destinato in origine a una funzione di intrattenimento. Si tratta di una composizione aperta da una ouverture e seguita una sequenza di movimenti, ora veloci ora più lenti, che riprendono le danze in voga in quel periodo. La Terza è la suite dalle proporzioni più ampie ed è caratterizzata da un organico nutrito, utilizzato nella sua interezza solo nella solenne ouverture: un tripudio sonoro dove il suono sfavillante delle trombe barocche viene rafforzato dai timpani. Il brano più famoso della Suite n. 3 è il secondo movimento, Air, pagina nota come “Aria sulla quarta corda” e divenuta celeberrima attraverso i più svariati arrangiamenti.
Il concerto diretto da Paul Goodwin si concluderà con la Sinfonia n . 3 in la minore “Scozzese”, che appartiene alla produzione sinfonica più popolare di Mendelssohn. Dedicata alla Regina Vittoria, l’opera rievoca atmosfere e impressioni di un viaggio giovanile compiuto dal compositore in Scozia nel 1829. Particolarmente lunga la gestazione: abbozzata al ritorno del viaggio, soltanto dopo tredici anni giungerà alla stesura finale, con esecuzione a Lipsia il 3 marzo 1842.
I paesaggi di quella terra, tra scogliere a strapiombo sul mare e brughiere selvagge, affascinano potentemente Mendelssohn e la loro serena e misteriosa bellezza si riflette in questa partitura, dove l’architettura classica è travestita da diario di viaggio. È proprio l’elemento descrittivo e paesaggistico di carattere romantico a dare unità concettuale e continuità narrativa ai quattro movimenti della sinfonia. Anche per questo, insieme con la Sinfonia “Italiana”, la “Scozzese” resta una delle composizioni di Mendelssohn in assoluto più pittoresche e comunicative.
Come di consueto il giorno del concerto, alle 10.30, all’Auditorium Pollini, sarà aperta al pubblico la prova generale: biglietto intero euro 7, ridotto studenti euro 3.
Da ricordare infine che il 19 novembre, alle 18.30, sempre al Pollini, il Maestro Goodwin dirigerà la Sinfonia “Scozzese” nell’ambito del ciclo “Allegretto. Aperitivo con OPV”, in esclusiva per gli Under35.
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Info: www.opvorchestra.it, tel. 049 656848