Chiusura in grande stile per “Scenari Europei” 2017 (Pescara, 21-24 Settembre), festival ideato e promosso dal Florian Metateatro – Centro di Produzione Teatrale, dedicato alla valorizzazione delle realtà emergenti del panorama performativo nazionale, mantenendo sempre uno sguardo aperto sui progetti e le collaborazioni internazionali. L’edizione di quest’anno ha inteso celebrare il trentennale del Premio Scenario ospitando tutti i progetti premiati in luglio nella finale di Santarcangelo, all’interno di un programma denso e calibrato che veniva completato da un variegato palinsesto di spettacoli, performance, coreografie e intermezzi musicali.
Giovedì 21 settembre – La parola chiave della prima giornata sembra essere “energia”. C’è infatti un senso forte di radiosità che promana dall’interessantissima performance TaiKoKiaT-Ko del duo italo-giapponese formato da Masako Matsushita (danzatrice, coreografa) e Mugen Yahiro (musicista, compositore). La scena presenta inizialmente sparute ed essenziali connotazioni visive, cariche però di densità iconica che sanno trasferirci da sole all’interno di un archetipo orientale: i paraventi, le maschere, le forme vegetali. Ma il quadro d’apertura è solo il primo di tre tempi che strutturano una performance destinata a lievitare iperbolicamente sulla traccia dell’incontro tra musica e danza. Il dato più interessante sta nel fatto che i due linguaggi non si limitano a coesistere o ad appoggiarsi l’uno sull’altro; la musica non rimane mai in funzione di “base” per la coreografia: le linee e le curve possenti dei Taiko – voluminose percussioni della antica tradizione giapponese – partecipano anche scenicamente come elementi plastici e mobili di una azione che le cesure di buio ritagliano di spessore drammaturgico, quasi come i tre atti di una rappresentazione teatrale tout court. Il silenzio o il sibilo esile del flauto lasciano posto al protagonismo dei Taiko, prima sfiorati poi percossi vigorosamente, ma sempre sposati in soluzione inscindibile con il movimento corporeo della danzatrice, trascinando lo spettatore in un coinvolgimento notevole.
La cifra energetica si mantiene anche nello spettacolo successivo, pur virando verso nuances più pastose e genuine. Parliamo de I Veryferici, progetto vincitore del Premio Scenario per Ustica assegnato per il valore civile. Il lavoro del giovane e corposo collettivo bolognese Shebbab Met Project raccoglie infatti il tema antico ed attualissimo dell’immigrazione, approcciandolo in maniera impetuosa, rifuggendo da letture sociologiche troppo sottili. I nove performer mantengono costantemente la scena quasi a presidiare un territorio da rivendicare; bruciano senza indugi i paludamenti della recitazione teatrale di tradizione proponendo quadri anche brutali sul piano stilistico, mentre in termini di tono la commedia non cede mai un centimetro di protagonismo al patetismo o alla compassione, volgendosi volentieri anche nelle forme della sceneggiata plateale, musicale e parodistica. In ciò gioca la formazione eterogenea del collettivo, formato da elementi di estrazione geo-culturale diversa (si va dal Maghreb all’Africa Nera, dal meridione profondo ai primi lembi di Padania). Ne viene fuori quasi necessariamente una tessitura che è forse pre-drammaturgica più che post-drammatica, dove i quadri di insieme lasciano presto lo spazio allo scorrimento degli assoli, cedendo fatalmente a risacche di meccanica prevedibilità e a qualche stereotipo. Colpisce la carica straripante degli interpreti, per un lavoro che si presenta come tappa iniziale di un viatico che lascia ben sperare.
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CREDITS:
“TaiKoKiaT-Ko”
di Masako Matsushita (coreografia, danza) e Mugen Yahiro (taiko)
costume Gloria Bellardi, Mugen Yahiro
realizzazione costumi: Marisa Vitiello
assistente di produzione: Paolo Paggi
con il supporto di AMAT, Naturalmentesana, Onlus “il Crogiuolo”, Libera Università Oki Do Mikkyo Yoga e Wabi Sabi
Genere: Danza
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CREDITS
“I Veryferici”
di Shebbab Met Project (Bologna)
Coordinamento Regia e Drammaturgia Camillo Acanfora, Natalia De Martin Deppo
visual artist Aurélia Higuet
organizzazione Angela Sciavilla
Genere: teatro sociale/brillante