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Il teatro di Chris Thorpe

Dal 31 ottobre al 5 novembre al Teatro Elfo Puccini, Milano

un progetto di Jacopo Gassmann

produzione Mobilità delle arti/Corrado Russo

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Jacopo Gassmann indaga il teatro contemporaneo più attuale, passando da Juan Mayorga (applaudito nella Pace perpetua) alle nuove voci della scena inglese. Con questo progetto porta sulle nostre scene Chris Thorpe, autore più volte vincitore al Fringe di Edimburgo e selezionato nel 2017 come Jerwood New Playwright dal Royal Court Theatre di Londra.

Grazie al supporto del British Council, Thorpe sarà a Milano il 2 e il 3 novembre in occasione dei due spettacoli programmati all’Elfo.

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There has possibly been an incident (31 ottobre/2 novembre)

di Chris Thorpe

traduzione e regia Jacopo Gassmann

con Francesco Bonomo, Enrico Roccaforte, Cinzia Spanò

impianto scenico Alessandro Chiti

luci Pietro Sperduti

montaggio del suono Lorenzo Danesin

video mapping Alessandro Innaro

tecnico luci Marco Guarrera

assistente alla regia Mario Scandale

Quando la vita ci pone di fronte a una scelta fra eroismo e compromesso, cosa succede?

A volte gli aerei non atterrano come dovrebbero.

Il popolo di una nazione ne ha abbastanza dei propri tiranni, ma i tiranni devono essere rimpiazzati con qualcos’altro. Cosa?

Una persona si fa largo tra la folla e, per un istante, senza che sia lei a sceglierlo, si trasforma in un simbolo.

Un uomo entra in un palazzo e porta con sé la morte. Chi lo fermerà?

There has possibly been an incident è una pièce composta da tre monologhi, flussi di coscienza densi di immagini, intervallati da un dialogo e un coro finale. Ogni vicenda prende spunto da eventi storici più o meno recenti, eventi che l’autore rielabora a modo suo e che restituisce attraverso il racconto intimo, analitico, dei personaggi. Attraverso le loro voci, Thorpe esamina i processi cognitivi che precedono una scelta. Quanto pesa il caso in ogni decisione che compiono (ammesso che la compiano, senza limitarsi a subirla)? È una lente d’ingrandimento quella che Thorpe posa sulle sue frasi, una lente che riesce a deformare il tempo, a rallentarlo. C’è spazio sufficiente per far emergere ciò che si agita fra pensiero e azione, sentimento, dubbio, accidente.

Nel primo monologo, una persona di cui non sappiamo, un testimone oculare, descrive il ragazzo che ha davanti. Indossa una camicia bianca e pantaloni neri, ha in mano una busta della spesa. C’è il sentore che qualcosa stia per succedere, ma che lui non sappia cosa sarà, fino a che non si ferma di fronte alla colonna di carri armati, nella piazza gremita di Tienanmen.

Nel secondo, una rivoluzione di piazza porta alla deposizione dei due vecchi sovrani. Chi ha guidato la rivolta si trova adesso – quasi per caso – a rispondere alla folla che li acclama. Un improvviso vuoto di potere. Come gestirlo?

Nel terzo, una donna sorvola una grande città. È in aereo, sospesa fra il sonno e qualcosa che non è proprio uno stato di veglia ma uno stato in cui riesce ancora a pensare. Si è lasciata tutto alle spalle e sta per arrivare lì, da lui, in una città che spera la accolga. Si chiede il perché di quei rumori.

Nei dialoghi che si innestano fra i tre racconti, c’è una figura ispirata ad Anders Breivik, l’uomo che il 22 luglio del 2011 uccise 77 giovani sull’isola di Utoya. Le sue idee sono idee estreme, come estremi sono i suoi gesti, eppure figli di un progetto preciso.

Le voci che chiudono ci consegnano a un’ultima scelta morale.

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Confirmation (3/5 novembre)

di Chris Thorpe

traduzione e regia Jacopo Gassmann

con Nicola Pannelli

luci Gianni Staropoli

tecnico luci e audio Marco Guarrera

Confirmation è un testo sulle barriere attraverso le quali non riusciamo a parlare, sul rigetto impulsivo del punto di vista contrario al nostro e sui meccanismi che ci portano a scegliere soltanto ciò che conferma le nostre ragioni. Attingendo da alcuni studi intorno al tema del “pregiudizio di conferma”, l’autore tenta di instaurare un “dignitoso” dialogo, reale e immaginario, con l’estremismo politico. Per cercare di capire come costruiamo le nostre convinzioni e come mai, partendo da un comune punto di partenza, finiamo per ritrovarci così distanti gli uni dagli altri. Un’intuizione concettuale che, alla luce dei recenti stravolgimenti politici, della tendenza sistemica alla post-verità, acquista una potenza ancora più decisiva.

«Se la tua visione del mondo poggia sul fatto di credere che c’è un’ottusa, stupida inflessibilità alla base dell’estremismo, il giorno in cui ti siederai a parlare con degli estremisti, quella tua visione del mondo verrà destabilizzata. Lo spettacolo mi ha reso più progressista, ma mi ha fatto odiare un certo tipo di progressismo. C’è un progressismo aggressivo in me adesso» (Chris Thorpe).

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Chris Thorpe è oggi una delle voci più importanti del teatro britannico. La sua opera si interroga sul comportamento umano, ponendo alcune semplici ma ingannevoli domande a esso sottese. Esaminando l’intersezione fra quelle domande e il nostro modo di rapportarci al vivere quotidiano e alla politica, i suoi testi sovvertono e reinventano le convenzioni della “lecture performance” (o conferenza performance).

Dal 31 ottobre al 5 novembre – Sala Bausch, Teatro Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33, Milano – Martedì / sabato ore 19.30, domenica ore 15.30 – Info e prenotazione: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – Prezzi: Intero € 32.50, Ridotto € 17, Martedì € 21,50 www.elfo.org

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