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La domanda della regina

Dal 28 febbraio al 4 marzo al Teatro India, Roma

Foto di Fulvio Rubesa

Dal 28 febbraio al 4 marzo al Teatro India il fisico Guido Chiarotti e il drammaturgo Giuseppe Manfridi parlano attraverso la scena di scienza, contemporaneità e relazioni, componendo una commedia sui nostri limiti, paure e aspettative, diretta da Piero Maccarinelli. Con La domanda della regina ci si ritrova in un pranzo tra un Professore e un tale Dario per discutere di crisi finanziaria ed economica. I due non si conoscono e non hanno ancora scambiato una parola, ma Dario ha notato che il professore ha catalizzato su di sé l’attenzione dei presenti. Così l’uomo inizia a porre domande, con l’aria di chi vuole comprendere senza troppo scoprire le proprie carte, finché l’improvvisa presenza di una donna legata al passato dei due, accenderà una discussione sul senso della complessità della vita e delle relazioni, al di là della finanza. Riemergono in questo inaspettato triangolo dinamiche del passato intrecciate alle storie presenti.

«Why did nobody notice it? (Come mai nessuno si è accorto di tutto ciò?) ecco la domanda della Regina da cui il titolo della commedia. Ma chi doveva accorgersi e di cosa? La regina Elisabetta nel 2008, a seguito del crollo della Lehman Brothers perse 18 milioni di sterline. Cifra non trascurabile, nemmeno per la sovrana d’Inghilterra, che alla prima occasione, alla London School of Economics, rivolse la famosa domanda al gotha degli esperti in materia, che riconobbero di esser stati incapaci di prevedere il rischio e di considerare nella sua interezza il sistema – racconta Giuseppe Manfridi L’impossibilità di trovare un rimedio addirittura per la Regina, dovrebbe offrire qualche sollievo all’angoscia di Dario, protagonista della nostra commedia. Giovane pubblicista e trainer in una palestra, egli ha affidato i suoi risparmi ad un consulente finanziario, e ha perso tutto. Tormentato da quest’ansia partecipa ad una cena alla fine della quale si intrattiene con uno dei commensali, un importante Professore, cui vorrebbe “estorcere” qualche buon consiglio in fatto di finanza. È il professore a parlargli della Regina e a invitare ad osservare la situazione secondo un’ottica più oggettiva, in un sistema che va compreso senza confondere fra “complicato e complesso”, senza perdere la freddezza e la chiarezza dell’analisi. L’arrivo di Annalisa, una comune amica, permette il fiorire di esemplificazioni e citazioni da un lato, e lo sviluppo di un dialogo e un plot piacevoli e curiosi che accompagnano lo spettatore in un raro intreccio di scienza e teatro». Seguendo il rapporto fra i tre personaggi, infatti, il pubblico si troverà a seguire le teorie di Darwin o gli errori di due grandi economisti americani come Reinardt e Rogoff, il sistema delle vincite al totocalcio e gli otto individui al mondo che sono più ricchi di metà degli abitanti della terra. Rifletterà sulla borsa di New York e sulla necessità dell’uomo di scommettere: gioco, perdita, debito, colpa, ma anche vittoria, ricchezza, certezza.

Il gioco della complessità si amplifica e contagia il dialogo grazie al lavoro drammaturgico realizzato a quattro mani da Giuseppe Manfridi e Guido Chiarotti. Il primo, con la sua esperienza d’attore e “sapienza” teatrale, premiato drammaturgo e scrittore; il secondo – presenza inusuale fra le pagine di un copione – è invece un fisico e un imprenditore che ha studiato da scienziato il comportamento della materia, da imprenditore ha creato e diretto un’azienda, e che oggi si occupa di mercati dei beni alimentari e di editoria. Il loro incontro sul piano creativo si è realizzato attraverso l’elaborazione registica di Piero Maccarinelli. «Di fronte all’incertezza radicale dell’uomo cieco che immerso nella folla, affronta il destino, non ci resta che un espediente: consapevoli che il nostro giudizio individuale non vale nulla, cerchiamo di ricorrere al giudizio del mondo che forse è meglio informato. Così si fissa il prezzo di un’azione in borsa o il tasso di interesse: cercando di indovinare la direzione della folla, mentre siamo smarriti in mezzo a quella stessa folla che noi stessi siamo – commenta il regista Piero Maccarinelli – Così, il Professore, sessantenne autorevole e solo, colto di una cultura enciclopedica e dai mille interessi, e Dario un giovane pubblicista e trainer in una palestra, non sembrano avere punti in comune, se non quello di fumare un’ultima sigaretta. Presto intuiamo che Dario ha un problema e che vorrebbe parlarne con il professore per trovare una opinione autorevole e saggia che lo aiuti a risolverlo. Inizia una conversazione su due livelli, variegata e brillante, durante la quale alle domande di Dario vengono restituite risposte articolate e complesse. Proprio sulla differenza di complesso e complicato si gioca gran parte del loro rapporto. Fino all’arrivo di una donna che entrambi conoscono, ma uno come Anna e l’altro come Lisa. È la stessa donna, ma nessuno dei due sa che l’altro la conosce. Si moltiplica con il suo arrivo il gioco della complessità. Tutto il testo è costruito come un elegante gioco, in cui la tessitura linguistica e i rapporti verbali creano le dinamiche fra i personaggi. Il linguaggio e le conoscenze, la cultura dei tre, è il terreno per un incontro che non troverà soluzioni oggettive, ma genererà altri punti di vista, altra complessità, senza la possibilità di una soluzione definitiva e oggettivante. Alcune domande otterranno delle risposte, ma solo parziali e il gioco come è cominciato riprenderà, generando nuove domande che non potranno avere risposta, così come non sapremo mai se il misterioso commensale evocato dai tre come beneficiario di una vincita miliardaria al totocalcio, sia e in che modo coinvolto con Annalisa. Il testo di Manfridi-Chiarotti è un sofisticato e ironico play dove la parola – da quella della scienza a quella della matematica, della filosofia, a quella della poesia – costituisce la struttura portante».

Lo spettacolo si inserisce nel percorso di stagione Teatri della scienza per interrogarsi sui confini della scienza, tra contemporaneità e relazioni, all’Argentina con Copenaghen portato in scena dal tris di interpreti Orsini/Popolizio/Lojodice, per interrogarsi sulla responsabilità morale e politica della scienza; all’India con Walking on the moon di Fabio Morgan, una fiaba contemporanea sulla tecnologia, la realtà virtuale e le possibilità umane.

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LA DOMANDA DELLA REGINA

di Giuseppe Manfridi e Guido Chiarotti

regia Piero Maccarinelli

con Emanuele Fortunati (Dario), Ester Galazzi (Annalisa), Francesco Migliaccio (Il Professore)

della Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

scene e costumi di Andrea Stanisci

musiche di Antonio Di Pofi

luci di Alessandro Macorigh

Produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

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INFO TEATRO INDIA_ Lungotevere Vittorio Gassman (già Lungotevere dei Papareschi) – Roma 

Biglietteria Teatro di Roma _ tel. 06.684.000.311/314 _ www.teatrodiroma.net _ Biglietti: intero 20€ _ ridotto 14€

Orari spettacolo: 28 febbraio e 3 marzo ore 21 _ 1 e 2 marzo ore 19 _ 4 marzo ore 17_ Durata spettacolo: durata 1 ora e 30’

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