Un nuovo allestimento de La Traviata, coprodotto tra Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Sociale di Rovigo e Teatri e Umanesimo Latino SpA di Treviso, chiude la stagione d’opera del Comunale. Classico senza tempo, vede impegnato alla regia Alessio Pizzech che confeziona, grazie anche al notevole contributo della squadra tecnica, un prodotto davvero interessante. L’intento è chiaro fin dal preludio introduttivo. Violetta soffre, sputa sangue in fazzoletti già usati, il destino segnato dai consulti di Grenvil ancor prima che giungano gli ospiti. Ogni sforzo è vano, la malattia impedisce la piena espressione di sé e l’eroina rimane in vestaglia. La morte aleggia ovunque si posi lo sguardo, dalle lenzuola nere al lampadario velato, dai mobili d’ebano alle tenebrose majas della festa spagnola. Annina, costantemente accanto alla protagonista, è il dolore di chi rimane, una Veronica impotente dinanzi al Fato. Circola poco amore tra Violetta ed Alfredo, addirittura distacco nel finale, mentre premono i sentimenti più violenti che immobilizzano a terra o colpiscono al cuore. Lo spazio ideato da Davide Amadei, che cura anche i pregevoli costumi, partecipa allo spegnersi esistenziale della misera. Inizialmente ampio, si chiude sempre più fino a lasciar entrare solo qualche lama di luce del Carnevale parigino e candide corone mortuarie attraverso enormi drappi di velluto, quasi un immenso catafalco. Il light design di Roberto Gritti partecipa in maniera perfetta a quanto descritto.
Nel cast si distingue Leonardo Cortellazzi, Alfredo più maturo rispetto all’edizione veneziana del 2014. La parte è assimilata con indubbio temperamento, vantando ottimo fraseggio, tenuta costante dell’intonazione e timbro sensuale. Non il solito bamboccione, ma amante sanguigno, virile, scevro da languidi romanticismi. Gilda Fiume, Violetta, si trova più a suo agio nel secondo e terzo atto, dove la voce, facendosi importante e pastosa, asseconda l’autentica predisposizione al drammatico. Lo strumento è generoso, capace di plasmarsi all’esigenza, porgendo giusti accenti e esuberanti slanci, nonostante le ardue posizioni, per lo più distesa e china su se stessa, che Pizzech le impone. Si merita lunghi applausi il sofferto Addio del passato. Il Germont di Francesco Landolfi è tutto carisma, vibrante espressione d’una paternità offesa, non libera però da cali d’intonazione. Si disimpegna egregiamente Michele Soldo nei panni di Douphol, voce sempre chiara, ottima in volume ed espressione, imperioso e disinvolto in scena. Buono l’Obigny di Fabio Zoldan, come il Grenvil di Zhengji Han. Flora corretta quella di Valentina Corò. Buona l’Annina di Arianna Cimolin. Su Diego Rossetto confermiamo i dubbi espressi in occasione de La Cecchina, qui un Gastone privo di spessore. Completano la compagnia Andrea Biscontin e Luca Scapin, rispettivamente Giuseppe e Commissionario.
Francesco Ommassini, alla guida dell’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, infonde alla partitura cristallina politezza. Sceglie tempi pertinenti, non eccede in pesantezza e imprime un’ottima incisività nelle scene d’assieme, mantenendo elevata la qualità musicale. Bellissime le suggestioni timbriche dell’Amami Alfredo, straziante espressione del dolore che Ommassini pare cavar fuori a viva forza dalle profondità della terra.
Ad altissimi livelli la prestazione del Coro Benedetto Marcello, preparato da Francesco Erle e formato da giovani voci.
Teatro affollatissimo e applausi convinti per Fiume, Cortellazzi e Ommassini alla recita del 28 gennaio.
———
La Traviata
Melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio.
***
Personaggi e interpreti:
Violetta Valéry: Gilda Fiume
Alfredo Germont: Leonardo Cortellazzi
Giorgio Germont: Francesco Landolfi
Flora Bervoix: Valentina Corò
Annina: Arianna Cimolin
Gastone, visconte di Letorières: Diego Rossetto
Barone Douphol: Michele Soldo
Marchese d’Obigny: Fabrizio Zoldan
Dottor Grenvil: Zhengji Han
Giuseppe, servo di Violetta: Andrea Biscontin
Commissionario; Domestico: Luca Scapin
***
Direttore: Francesco Ommassini
Regia: Alessio Pizzech
Scene e costumi: Davide Amadei
Luci: Roberto Gritti
***
Orchestra Regionale Filarmonia Veneta
Coro Benedetto Marcello
Maestro del Coro: Francesco Erle
***
Nuovo allestimento, coproduzione tra Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Sociale di Rovigo e Teatri e Umanesimo Latino SpA di Treviso