Io non so se la bellezza è questa accademia di
centimetri, se la bellezza, la bellezza è questa
carnevalesca decadenza di saltimbanchi,
io non mi spiego la crocifissione
della grazia.
Mariangela Gualtieri
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Delle luci ambrate calano sul palcoscenico, le mani di un corpo senza vita incontrano la corporeità di un uomo e sembra che tra i due inizi una danza fatta di emozioni e intenzioni, di silenzio e smarrimenti. Il 13 novembre scorso al Teatro India di Roma ha preso forma un sogno, Nudità, una riflessione sulla condizione dell’essere umano, dell’essere animato da forze che al di là di noi stessi son noi. Così nasce un incontro, tra due anime affini, tra due artisti poliedrici che nel confronto riscoprono la vicinanza di due linguaggi che divengono uno: quello della danza, del gesto, dell’articolazione portato da Virgilio Sieni, e quello del teatro delle marionette, dell’Opera dei Pupi, del ciclo carolingio incarnato da Mimmo Cuticchio; i due maestri ci conducono nei cinquanta minuti di spettacolo all’interno dell’esplorazione del gesto, nella spoliazione del corpo da tutto quello che è sovrastruttura, e che non è nella sua costruzione: nudità. Andiamo a percorrere nel disvelarsi dei nodi corporei la fragilità che permea l’uomo dal momento della nascita, durante il corso della vita, nel suo essere territorio di vulnerabilità, e riconosciamo in questa condizione un abisso, un grido, un punto di domanda che chiede risposta o un semplice ac-cadere senza fronzoli o merletti.
Il puparo Mimmo Cuticchio manovra con esperienza le articolazioni del pupo, e in questo snodarsi del corpo legnoso prende vita Virgilio Sieni, e il pupo e l’uomo divengono uno lo specchio dell’altro, e se il pupo vien governato dall’uomo, prendendone le espressioni e la vulnerabilità, da chi vien governato il danzatore? Attraversiamo la follia dell’Orlando Furioso nelle vesti di una marionetta di legno, e poi nelle espressioni di un uomo di carne, e in questa follia e in questa fragilità riconosciamo un’esplorazione corporea che è un attraversamento dell’uomo nella sua finitezza, nella sua infinita piccolezza, e ricerca di quell’appiglio che gli dia il senso dell’esistere. La bravura dei due artisti rende denso ogni passaggio, la relazione con la verticalità e l’orizzontalità dell’espressione corporea crea una compiutezza della quale si va nutrendo la triade sul palco lasciando l’impressione che qualcosa di altro debba ancora accadere.
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CREDITS
di e con Mimmo Cuticchio, Virgilio Sieni
Produzione Compagnia Virgilio Sieni, Associazione Figli d’arte Cuticchio
Collaborazione alla produzione Romaeuropa Festival
Promosso da Comune di Palermo, Assessorato alla Cultura
La Compagnia Virgilio Sieni e l’Associazione Figli d’Arte Cuticchio sono sostenute dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo