I MEUTE portano sul palco due ossimori apparentemente inconciliabili: musica elettronica suonata in acustico e una marching band che suona statica, sul palco. I risultati sono però strabilianti, i MEUTE agiscono come una massa unica che si muove e fa muovere su una pulsazione reiterata fino alla sfinimento riuscendo con successo nell’impresa di trasformare in analogico quello che è nato digitale.
I MEUTE nascono ad Amburgo nel 2015 per iniziativa del trombettista Thomas Burhorn, l’idea è quella di riportare la musica elettronica alle sue radici, alla pulsazione primordiale e al movimento istintivo quasi fosse un rito primitivo, come un tamburo che batte incessante davanti al fuoco. Il progetto decolla nel 2016 quando, poche settimane dopo aver lanciato su Youtube una cover del brano “REJ” del duo musicale berlinese Âme, raggiungono mezzo milione di visualizzazioni e diventano fenomeno virale. La band è composta da undici elementi. Quattro percussionisti: uno alla grancassa, uno alla marimba e due al rullante e piatti. I restanti sette componenti fanno parte della sezione fiati: un susafono, un trombone, un sassofono baritono, uno tenore e un soprano, e due trombe. Sebbene nata come marching band, quindi per definizione in continuo movimento, dopo il successo ottenuto su internet i MEUTE hanno dovuto abituarsi al palco partecipando a numerosi festival estivi in tutta Europa.
I brani portati live sono tutte cover dei grandi rappresentanti della scena techno e deep house: da “You&Me” del duo britannico Discolure, “Hey Hey” del newyorkese Dennis Ferrer, “The man with the red face” del DJ francese Laurent Garnier, “Versatile” di Syap e “Cygnus” dello spagnolo Coyu. Gli arrangiamenti sono eccellenti e grazie ai colori degli ottoni talvolta funzionano meglio rispetto ai brani originali. La band si muove come un unico corpo, perno centrale è la sezione ritmica, spina dorsale la grancassa che scandisce incessante il continuum ritmico. L’imponente sezione fiati dona una sorprendente dinamica alla musica, il canto quando presente è affidato alla tromba e al sassofono tenore o soprano. Trombone, sassofono baritono e susafono invece donano profondità e corpo alla musica. I brani proposti non sono tecnicamente difficili ma risultato è strepitoso, un vero e proprio muro di suono colpisce il pubblico e fa vibrare casse toraciche, gli spettatori sono forzati al movimento. Il ritmo e i bassi sono il centro focale, i brani sono una ripetizione continua e binaria marcati dall’incedere della grancassa e dalla sezione ritmica. Fondamentale per rendere al meglio questo genere sono gli ostinati e i crescendo eseguiti in perfetto unisono. Qui sta la forza della musica da ballo techno e deep house, nella ripetitività e nella semplicità, facile a dirsi, difficile a farsi, soprattutto con strumenti analogici, il risultato però è degno di nota.