martedì, Marzo 19, 2024

Area Riservata

HomeDanza/BallettoSimona Bertozzi in "Ilinx – don’t stop the dance"

Simona Bertozzi in “Ilinx – don’t stop the dance”

Il 23 giugno, ore 19, alla Biennale di Venezia, negli spazi della Sala d’Armi all’Arsenale

Simona Bertozzi
Foto di Nexus

La danzatrice e coreografa, a cui è appena stato assegnato il Premio Hystrio Corpo a Corpo, proporrà inoltre un estratto per trio in modalità outdoor di And it burns, burns, burns, fortunato episodio del progetto Prometeo finalista ai premi UBU 2017.

«Nel 2008 Ilinx esordiva come prima azione coreografica del progetto Homo Ludens, creato intorno alle quattro categorie ludiche di Roger Caillois: Ilinx, Alea, Agon, Mimicry. Secondo il sociologo francese, Ilinx è un gioco pienamente individuale, una condizione di singolarità rivolta alla vertigine, “al vuoto di stomaco” e all’ebrezza. A distanza di dieci anni, l’occasione di riprendere il lavoro mi ha permesso non solo di sostare su elementi immaginifici, visivi e sonori di allora per comprenderne una possibile ri-attualizzazione ma, soprattutto, ha dispiegato un’inedita riflessione sulla solitudine del performer e del suo universo ludico»: Simona Bertozzi introduce ILINX – don’t stop the dance, assolo da lei interpretato con musica eseguita dal vivo da Egle Sommacal, che sarà presentato in prima nazionale alla Biennale di Venezia, negli spazi della Sala d’Armi all’Arsenale, domenica 23 giugno alle ore 19.

«È severo lo statuto del gioco: fascinazione e aderenza al qui-e-ora» continua la danzatrice e coreografa «In questa isola precaria (Caillois, ancora) come si agisce per mantenere il brivido costante della simultaneità? Si rischia, precipitando nel movimento. ILINX – don’t stop the dance cerca di tracciare un orizzonte di presenza per questa condizione, strutturando una sorta di cerimoniale in cui le azioni si susseguono per seduzione ravvicinata, non per causa-effetto o propagazione di senso. Non si regolano i conti con la memoria, nemmeno si procede verso la previsione di una materialità arrendevole. Scorrendo senza trascorrere, attraversando senza indugiare nella simmetria della simulazione, il tentativo reiterato è abitare uno spazio elastico: plastilina ripiegata verso la vertigine».

Subito dopo il debutto dello spettacolo, ideato come di consueto insieme a Marcello Briguglio e che si avvale delle luci di Simone Fini e dei costumi di Katia Kuo, Simona Bertozzi dialogherà con la critica di danza Elisa Guzzo Vaccarino.

Sabato 22 giugno alle ore 11.30, inoltre, la Biennale di Venezia ospiterà, in via Garibaldi, un estratto outdoor del fortunato spettacolo And it burns, burns burns, interpretata da Giulio Petrucci, Aristide Rontini e Stefania Tansini: «And it burns, burns, burns è la tappa finale del progetto dedicato al mito di Prometeo e propone qui, in forma di estratto site-specific, alcune delle sezioni coreografiche più rappresentative dell’intera creazione» spiega Simona Bertozzi in merito allo spettacolo che si giova delle musiche di Francesco Giomi «Il dialogo tra i tre danzatori prende forma di palestra ritmica in cui la téchne prometeica diventa possibilità illimitata del saper fare dei corpi e del loro interagire. Lo slancio atletico e il fraseggio coreografico articolano le posture. L’ostinazione della pratica riapre ogni volta la possibilità di un arresto, esponendo le tre presenze ad una continua immersione nel tracciato delle azioni. È una fiamma che non si estingue, l’orizzonte resta sospeso tra possibilità di caduta o elevazione».

Simona Bertozzi, coreografa, danzatrice e performer, vive a Bologna, dove si laurea in Dams. Dopo studi di ginnastica artistica e danza classica approfondisce la formazione in danza contemporanea tra Italia, Francia, Spagna, Belgio e Inghilterra. Danza, tra gli altri, per Tòmas Aragay (cia Societat Doctor Alonso-Spagna) e Virgilio Sieni. Dal 2005 è impegnata in un percorso autoriale di ricerca coreografica e nel 2008 costituisce la Compagnia Simona Bertozzi | Nexus. Nei suoi lavori il linguaggio del corpo risente di riferimenti concettuali e iconografici tratti dalle arti visive, dalle scienze e da studi di antropologia. Dal 2014 il percorso di creazione è rivolto anche a giovani interpreti, coinvolgendo bambini e adolescenti. Tra i progetti più recenti emergono il progetto Prometeo, composto da sei episodi coreografici autonomi tra cui And it burns, burns, burns, finalista Premi UBU 2017 come Miglior Spettacolo di Danza dell’anno; Anatomia, creato con Francesco Giomi (Tempo Reale, Firenze) e Enrico Pitozzi (Università di Bologna) e Joie de vivre, coprodotto da ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Comunale di Modena e Nexus. È stata coprodotta, fra gli altri, da Ravenna Festival ed è sostenuta dalla Fondazione Nazionale della Danza – Aterballetto. I suoi spettacoli hanno avuto ampia circuitazione in importanti Festival e rassegne in Italia e all’estero tra cui: Romaeuropa, Biennale Danza Venezia, Aerowaves, Dance Week Festival Zagreb, Tanec Praha, Correios em Movimento Rio de Janeiro, Masdanza, Intradance Mosca, Fringe Festival Edimburgo, Festival Les Brigittines. Parallelamente all’attività di creazione, si occupa anche di percorsi di alta formazione e collabora con ricercatori e studiosi di arti performative. Nel 2019 vince il Premio Hystrio Corpo a Corpo.

Info sulla Biennale Danza 2019: https://www.labiennale.org/it/danza/2019

Info sulla Compagnia Simona Bertozzi | Nexus: http://simonabertozzi.it/

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Most Popular