Elegante ed energica.
Descriviamo così la Alvin Ailey American Dance Theater, compagnia nata da Alvin Ailey nel 1958 come piccolo gruppo ma ora diventata una vera e propria istituzione: l’organizzazione infatti oggi conta non solo un corpo di ballo con sede stabile e un fitto calendario di performance e tournée, ma anche una scuola (che quest’anno compie 50 anni dalla fondazione) e una piccola compagnia secondaria.
Dopo aver festeggiato il sessantesimo anniversario lo scorso anno, il gruppo ritorna dopo 3 anni sulle scene londinesi con 3 programmi diversi che impegnano il pubblico del Sadler’s Wells Theatre di Londra dal 4 al 14 settembre.
Punto in comune ai palinsesti è Revelations, capolavoro coreografato da Ailey nel 1960 dai toni autobiografici. Evidente, infatti, è il richiamo alla sua prima infanzia trascorsa nella povertà e nel razzismo del Texas degli anni 30 prima dello spostamento a Los Angeles, città che accolse le sue prime esperienze coreutiche. La pièce è a sua volta formata da diversi brani di carattere gospel che esplorano il patrimonio culturale afro – americano in una celebrazione dei valori di libertà e salvezza, senza tralasciare sfumature di gioia e dolore.
Accanto a Revelations, Programme B propone EN, The Call e Juba.
EN è il 100esimo brano della coreografa Jessica Lang, creato appositamente per la compagnia di Ailey per la stagione 2018 – 2019. È una pièce particolarmente intensa, danzata al chiaro di luna di una scenografia di grande effetto. Il movimento è raccolto, e si allontana dai toni allegri del gospel per riflettere sul tema del destino.
Diversi i toni di The Call e Juba, entrambi creati da Ronald K. Brown come ‘lettere d’amore a Mr. Ailey’. Qui l’atmosfera è tutt’altro che raccolta: l’energia cresce e il ritmo esplode soprattutto in Juba, dove i danzatori saltano e si muovono sul palco come se in estasi.
Energia e gioia culminano in Revelations, che chiude la serata tra applausi e ovazioni.
Se i brani sono opere affascinanti di per sé, la loro unione dà origine a un tableaux in danza particolarmente d’effetto. Le performance sono ben eseguite e costumi e musiche accompagnano il movimento enfatizzando tensioni, paradossi, dilemmi ma soprattutto la grande energia che ancora oggi rende vivo lo spirito di Ailey.
Letizia Cantù