È dedicato a Schubert, Respighi e Čajkovskij il concerto di giovedì 18 giugno alle ore 19.30 con il quale Antonio Pappano, alla guida dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, prosegue il ciclo di concerti in streaming sui canali web dell’Istituzione. La serata si apre con il Canto degli Spiriti sopra le acque di Schubert, per proseguire con la Sinfonia n. 5, sempre di Schubert, uno dei vertici del sinfonismo giovanile del compositore per il suo equilibrio, l’inventiva e l’intimità lirica. La seconda parte è incentrata su Respighi con il poema sinfonico Fontane di Roma che descrive con grande suggestione la Fontana di Valle Giulia, la Fontana del Tritone, la Fontana di Trevi e la Fontana di Villa Medici in diverse fasi della giornata, nell’ora in cui la loro bellezza si esalta e si inserisce magicamente nel paesaggio circostante. Conclude il concerto la Fantasia Sinfonica Francesca da Rimini di Čajkovskij che si ispira alla vicenda dantesca di Paolo e Francesca che Čajkovskij avrebbe letto nel viaggio di ritorno dalla Germania.
Ancora Antonio Pappano sul podio dell’Orchestra e del Coro di Santa Cecilia per il concerto di venerdì 19 giugno alle ore 20.30. In programma i Divertissements dal Guglielmo Tell di Rossini, gioiose danze dei contadini elvetici animati dal fermento rivoluzionario che regalerà alla Svizzera la sua indipendenza. Segue uno splendido brano, poco eseguito, che merita decisamente di essere riscoperto: la Cantata di Natale di Arthur Honegger, pagina intensa, di assoluta originalità vocale, qui interpretato dal bravo baritono sudafricano Jaques Imbrailo. Il musicista francese compose la sua Cantata sette anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale su testi celebri natalizi scritti in diverse lingue. Conclude il concerto il secondo atto de Lo Schiaccianoci di Čajkovskij, una delle opere più conosciute ed amate del repertorio, dove il culmine, forse, è la celebrata Danza della Fata Confetto, in cui il geniale compositore crea un’atmosfera straordinariamente sospesa, rarefatta e fiabesca grazie all’utilizzo di uno strumento nuovo per l’epoca quale la delicatissima Celesta.
Sabato 20 giugno alle ore 18, Pappano guida l’Orchestra e il Coro dell’Accademia in un appuntamento speciale con il mezzosoprano Joyce DiDonato, una delle dive del Belcanto contemporaneo che ha fatto ritorno a Roma dopo 16 anni per eseguire la Giovanna d’Arco di Rossini nell’affascinante orchestrazione elaborata, dalla versione originale per pianoforte e voce, da Salvatore Sciarrino nel 1989 su commissione del Rossini Opera Festival. Composta da Rossini nel 1832 Giovanna d’Arco è una cantata per voce sola, brano d’elezione delle virtuose di belcanto di ogni generazione. A completare il programma saranno la Serenata n. 1 op. 11 di Brahms, con la quale l’autore, allora venticinquenne, ripensa lo stile compositivo settecentesco di Mozart e Haydn con nuova freschezza e il Te Deum di Haydn composto nel 1800 e che si colloca nel cuore del decennio dei lavori sacri del compositore austriaco.