martedì, Marzo 19, 2024

Area Riservata

HomeDanza/BallettoLes nuits barbares ou les premiers matins du monde

Les nuits barbares ou les premiers matins du monde

Il 23 e 24 settembre al Teatro Elfo Puccini, Milano

Les nuits barbares ou les premiers matins du monde
Foto di Frédéric De Faverney

coreografia Hervé Koubi

assistenti alla coreografia Guillaume Gabriel – Fayçal Hamlat

danzatori Adil Bousbara, Mohammed Elhilali, Abdelghani Ferradji, Zakaria Nail Ghezal, Oualid Guennoun (option), Bendehiba Maamar, Nadjib Meherhera, Mourad Messaoud, Houssni Mijem, Ismail Oubbajaddi, El Houssaini Zahid, Tomi Cinej, Vladimir Gruev,

Chaker Ferradji, Pasquale Fortunato

musica Mozart, Fauré, musique traditionnelle algérienne, Wagner

creazione musicale originale Maxime Bodson

arrangiamenti Guillaume Gabriel

luci Lionel Buzonie

costumi, accessori e maschere Guillaume Gabriel in collaborazione con Claudine G-Delattre

pugnali Esteban Cedres

La Compagnie Hervé KOUBI est soutenue par la Région Nouvelle Aquitaine et le Département de la Corrèze dans le cadre d’une convention triennale. Par la Ville de Brive, le Ministère de la Culture – DRAC au titre de l’aide à la Compagnie, la Ville de Cannes, la Région PACA au titre de l’aide au projet, le Département des Alpes Maritimes et l’Institut Français pour certaines de ses tournées à l’international.

Coproductions: Cannes – Festival de Danse / Centre Chorégraphique National de La Rochelle – Poitou Charente – Cie Accrorap /Centre Chorégraphique National de Créteil et du Val de Marne – Compagnie Käfig / Ballet de l’Opéra National du Rhin– Centre Chorégraphique National de Mulhouse / Centre culturel Jacques Duhamel de Vitré / Sémaphore – Scène conventionnée de Cébazat / La Papeterie d’Uzerche / Le Forum de Fréjus.

Avec le soutien de: Channel – Scène Nationale de Calais / Conservatoire de Calais / Domaine Départemental de l’étang des Aulnes – Département des Bouches du Rhône / Conservatoire de Musique et de Danse de Brive-la-Gaillarde / Ecole Supérieure de Danse de Cannes – Rosella Hightower / CDEC – Studios actuels de la danse de Vallauris / Ville de Vallauris / MAC de Sallaumines / Les Hivernales d’Avignon – Centre de Développement Chorégraphique / Théâtre de Fos-sur-Mer / Théâtre la Colonne de Miramas / Pianocktail de Bouguenais / Safran – Scène conventionnée d’Amiens / Ville de Malemort-sur- Corrèze / La Fabrique Mimont – Cannes.

———–

Les nuits barbares ou les premiers matins du monde del coreografo Hervé Koubi «nasce dalla storia ineludibile del nostro bacino mediterraneo. Ho scelto di condividere questa strada che testimonia la mia volontà di raggiungere gli altri e l’ignoto combattendo le idee tradizionali che appiattiscono e spesso dettano il modo in cui vedere “noi e loro”. Noi i civili e loro, i nostri vicini, i barbari, dove l’etimologia spesso assume una connotazione negativa.

Lo straniero ha sempre fatto paura. Una sensazione alimentata dal confronto con la propria ignoranza e frustrazione. Avrei quindi scelto di mostrare questa paura ancestrale dell’ignoto e del diverso per cercare e svelare la bellezza, la ricchezza e i valori nascosti dietro questi cosiddetti barbari sfidando gli stereotipi più radicati nelle nostre società occidentali.

Le notti barbare daranno il via a una nuova corrente sul fondo dell’oceano che ci allontani dal buio per aiutarci a raggiungere la luce della nostra storia comune.

Ho spostato il mio sguardo verso ciò che ritengo sia più bello: la mescolanza di culture e di religioni attraverso il tempo per permettere e aiutarmi a tracciare le basi di una geografia comune sulla quale oggi ci troviamo, troppo spesso senza saperlo.
E ho pensato alle nostre origini comuni intrecciate nel Mediterraneo attraverso spagnoli, italiani, provenzali, orientali, occidentali, magrebini, romani, greci. Al Mediterraneo e alla sua luminosità che può accecare come un segreto perduto. Quello dei nostri desideri e destini comuni»

In quest’opera dedicata al tema dell’origine della cultura mediterranea, definita dalla stampa internazionale «spettacolare, sublime, e superlativa», Koubi riscrive una storia millenaria portando sul palco la paura ancestrale dello “straniero”, dell’altro da sè, per rivelare la raffinatezza delle culture «barbare». Un lavoro originale che unisce la potenza ipnotica della parata da guerra e la precisione di un balletto classico, portando agli occhi del pubblico ciò che di più affascinante c’è nell’incontro fra culture e religioni.

I tredici danzatori fanno vorticare le loro gonne come dervisci, brandendo lame e coltelli al suono della musica sacra di Mozart e Fauré, miscelata con melodie tradizionali algerine, dialogando con il patrimonio musicale e spirituale dell’occidente; la loro sensualità virile e la loro energia evoca un’umanità intera di barbari: Persiani, Celti, Greci, Vandali e Babilonesi, quasi delle apparizioni da tempi remoti e oscuri, che hanno influenzato quel grande crocevia di culture che è il Mediterraneo. Tutti questi elementi storici e culturali si mescolano, dal punto di vista stilistico, con il linguaggio della breakdance e dell’hip hop, reinventati in maniera spettacolare, in un mix di generi dalla sensualità quasi spirituale.

Non lavorando sulla narrazione, ma sugli ambienti, sulla presenza della carne e la potenza delle immagini, la compagnia si trasforma da esercito di guerrieri a corpo di ballo o coro d’opera. Hervé Koubi solleva le ombre dalle notti barbare per mostrare l’alba di una cultura condivisa, in un’esplorazione potente e carismatica della storia del Mediterraneo.

«Una danza vigorosa, esplosiva, ad alto tasso adrenalinico, dai tredici danzatori della Compagnie Hervé Koubi nello spettacolo il cui titolo tradisce il tema.

Eccoli apparire tra fumi e penombre, addentrarsi in un mondo sconosciuto, scivolare gli uni accanto agli altri, tentare avvicinamenti sospetti, ingaggiare combattimenti a mani nude, agitare e protendere le braccia indicando oltre gli sguardi; quindi brandire lunghi bastoni metallici come armi trasformati poi, tra rotolamenti e torsioni, movimenti veloci e lenti, in sostegni e simboli religiosi. Non c’è violenza né brutalità in questi scontri ma incontro, assimilazione del gesto e del movimento dell’altro, tensione nel marcare un territorio, allargare lo spazio dell’inclusione, risvegliare i sensi sulla presenza del diverso, proteggendosi e accogliendo, disperdendosi e ricompattando le distanze.

I performer riempiono il palcoscenico di potente fisicità ed energia lanciando in aria uomini che atterrano sulle braccia del gruppo mentre si ode il Kyrie del Requiem di Fauré, e in altri momenti esplosivi quello di Mozart; componendo ammassi diversi, all’unisono, in duetti o in singole ostentazioni; staccandosi in acrobazie e capriole mozzafiato, rotazioni di mani e di teste col corpo all’insù in giri da dervisci capovolti; elevando vittime sacrificali; deponendo infine la forza e ritrovando la pietas in quell’emozionante sequenza finale che li vede ciascuno caricarsi sulle spalle il corpo di un altro – come un moderno Enea, il “profugo” che fugge dalla guerra di Troia con il padre sulla schiena -, uscire lentamente di scena e ritornare tutti dal buio. Uno spettacolo che è un inno alla fratellanza universale». Giuseppe Di Stefano, Exibart

——-

Hervé Koubi Artista francese di origine algerina, Hervé Koubi ha costruito la sua carriera come ballerino-coreografo presso la Facoltà di Aix-Marseille, perfezionandosi al Centre International de Danse Rosella Hightower a Cannes, e all’Opéra de Marseille. Nel 2000 ha creato Le Golem, primo progetto con la sua compagnia, la CIE HERVÉ KOUBI, ottenendo un rapido successo in tutto il mondo, tanto da essere nominato Chevalier des Arts et des Lettres. Della sua compagnia ama dire:«Ho passato cinque anni fra l’Algeria e la Francia, da una parte all’altra del Mediterraneo e mentre tentavo di ritrovare la memoria delle terre dei miei antenati, in Algeria, ho formato una compagnia di tredici danzatori, compagni d’arte che amo chiamare fratelli ritrovati, testimoni di una storia perduta, e con loro sono ripartito per disegnare i contorni di una nuova avventura, per trovare le risposte al mistero delle nostre, comuni, origini».

 

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Most Popular