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Bambini a suon di musica

Da non perdere il concerto dell’ensemble Allegro Capriccioso per i piccoli da zero a tre anni. L’appuntamento è domenica 25 ottobre all’Accademia Filarmonica Romana

Allegro CapricciosoLa musica non si vede. E soprattutto in quest’epoca dove il carattere visivo è prevalente, ci apre a dimensioni preziose e inaspettate, che ci riportano a un’interiorità profonda e nutriente”. Paola Conte è la violoncellista dell’ensemble Allegro Capriccioso, nato dall’esperienza di docenti dell’Associazione italiana Gordon per l’apprendimento musicale (Aigam), con il progetto di realizzare una formazione stabile che proponga concerti per bambini secondo i principi della Music learning theory di Edwin E. Gordon. “Sono convinta – riprende – che la musica dal vivo sia un’esperienza preziosa per i bambini, un bagno di vibrazioni armoniche e disarmoniche nel quale loro si immergono, assorbendo e poi introiettando un linguaggio che parla attraverso le emozioni e stimola l’attitudine”.

Un concerto davvero molto particolare, rivolto ai bambini da zero a tre anni, è quello in programma domenica 25 ottobre a Roma, nella prestigiosa Accademia Filarmonica Romana (in via Flaminia 118). I concerti sono due, alle ore 9.45 e alle ore 11.30 (per info e prenotazioni, telefonare a 342.9550100). Sono previste due ulteriori repliche, per domenica 16 novembre e domenica 13 dicembre (sempre agli stessi orari). Il gruppo è composto da musicisti (Nora Iosia, voce; Paola Conte, violoncello; Evi Baba, flauto; Luigi Farina, chitarra; Valeria Antenore, pianoforte; Roberto Cippitelli, percussioni) che hanno seguito percorsi musicali differenti: formazione classica, jazz, rock-pop e popolare, un mix di differenze che rendono ricco il messaggio musicale e costituiscono la base di varietà della proposta.

Lo statunitense Edwin E. Gordon è l’autore e il principale divulgatore della Teoria dell’apprendimento musicale. Il presupposto fondamentale è che la musica può essere appresa secondo gli stessi meccanismi di apprendimento della lingua materna. Il bambino, pertanto, dovrebbe essere avvicinato alla musica fin dai primi giorni di vita per sviluppare il senso della sintassi musicale, premessa indispensabile per trarre i massimi benefici dalla successiva istruzione formale. Le ricerche di Gordon dimostrano che l’attitudine musicale, innata in ogni individuo, si sviluppa nei primi anni di vita a contatto con l’ambiente musicale in cui si vive. Ed è la qualità di quest’ambiente a influenzare il potenziale di apprendimento musicale del bambino, in modo evidente nei primi tre anni di vita e via via in modo minore fino ai nove anni di età circa, momento in cui il potenziale si stabilizza.

Dal 2015 con il nostro ensemble Allegro capriccioso organizziamo, presso la sala Casella dell’Accademia Filarmonica Romana, eventi musicali per bambini da zero a sei anni e loro famiglie”, spiega Paola Conte: “Partendo dal concetto gordoniano che la musica è un linguaggio e come tale i bambini la sperimentano e la apprendono, abbiamo costruito, ispirandoci a situazioni già esistenti basati sulla Music learning theory, dei veri e propri concerti vocali e strumentali dove la musica fa da linguaggio principale”.

La voce cantata, continua Conte, introduce “il linguaggio musicale creando da subito un respiro comune che vibra e per simpatia fa vibrare le corde vocali di tutti i presenti. La voce è il primo strumento musicale che l’uomo può sperimentare dalla nascita, il suo suono porta contenuti emozionali e relazionali con il mondo e con le persone circostanti, il significato delle parole arriverà in un secondo tempo”. Tra un brano e l’altro si chiede di non applaudire per “poter lasciare, durante il silenzio, che le ultime vibrazioni risuonino nella testa e nel corpo di ognuno”.

Ovviamente con le restrizioni dovute alla pandemia il format del concerto è stato completamente stravolto: distanziamento, sedie fisse, poco movimento e impossibilità di far cantare i genitori. “I bambini piccoli, se stimolati, si attivano sempre”, conclude Conte: “Sperimentano ciò che hanno intorno senza darne un’interpretazione: una sedia è un oggetto da usare e scoprire in tutte le sue funzionalità, cosa ci si può fare se c’è musica? Ci si può ballare sopra, si possono far penzolare le gambe seguendo il ritmo, si possono battere le mani sedendosi in punta o appoggiarsi allo schienale per godersi un momento lirico, si può scavalcare per raggiungere mamma o papà e magari ascoltare a contatto con il loro corpo la musica”.

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