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Intervista a Elena Patacchini e Guglielmo Prati

In occasione del debutto di “Appunti di città” drammaturga e regista dello spettacolo spiegano genesi e natura dello spettacolo

Domenica 28 febbraio 2021 alle ore 18:30 all’interno della rassegna Parade Électronique 2020 debutterà Appunti di città, spettacolo ispirato alla composizione di Bruno Maderna e Luciano Berio Ritratto di Città. MMT Creative Lab, che si occupa di ricerca musicale, applicazione di tecnologie innovative alla musica e nuovi media, è ente promotore di questa rassegna: l’intento è di proporre una riflessione sulla percezione della Città contemporanea.

Appunti di città è una performance nata per ritrarre la città di Milano attraverso suoni, immagini e parole. A dialoghi e suoni composti e registrati, si alternano momenti di musica e teatro dal vivo. La città, l’interno e l’esterno, il presente e il possibile, l’accaduto e l’inaspettato si susseguono, depositando nello spettatore gli appunti e gli indizi per disegnare la mappa inesistente di una città che, invece, esiste.

Scenografie, luci e costumi sono a cura di Metabolica. Le musiche sono invece di Gak Sato, Giancarlo Schiaffini e Guglielmo Prati. Guglielmo Prati, diplomato in musica elettronica presso il conservatorio di musica elettronica G. Verdi, è anche regista di Appunti di città. Elena Patacchini, scrittrice e studente alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, è invece autrice della drammaturgia di questo spettacolo.

Appunti di città potrà essere visto a questo link in diretta streaming sul canale YouTube di MMT Lab.

Appunti di città doveva debuttare a novembre 2020, data la chiusura delle sale teatrali per via del Covid, il debutto è stato però rimandato a domenica 28 febbraio. Lo spettacolo è stato rimodulato e ripensato per una visione online oppure è rimasto il medesimo?

Guglielmo: Inizialmente lo spettacolo si sarebbe dovuto tenere per un centinaio di persone accomodate tutte intorno a un palco, quasi come fosse un’arena. Ora lo spettacolo sarà visibile solamente online abbiamo quindi fatto diversi aggiustamenti per valorizzarlo. In particolare, utilizzeremo tre telecamere che seguiranno lo spettacolo da prospettive diverse in una regia quasi televisiva dato che lo spettacolo sarà trasmesso dal vivo. Anche luci, scenografia e costumi sono stati adattati di conseguenza aumentando la complessità dal punto di vista tecnico.

Appunti di città è ispirato a Ritratto di città, un “esperimento di prosa radiofonica” con musiche di Bruno Maderna e Luciano Berio e testi di Roberto Lyedi. Ritratto di città è un documento molto interessante che combina la campionatura delle voci e dei suoni di Milano con una voce narrante. Come vi siete ispirati e approcciati a questo documento sonoro vecchio di quasi 70 anni per lo sviluppo del vostro spettacolo?

Elena: Definirei Appunti di città un richiamo al lavoro di Berio, Maderna e Lyedi. Drammaturgicamente però ci sono differenze rilevanti, in Ritratto di città dato il format radiofonico c’è un narratore onnipresente, noi abbiamo spostato questa qualità narrativa sulla regia e sui corpi degli attori. Entrambi i lavori però descrivono la realtà in modo frammentato. Oltre a queste questioni di natura stilistica anche il racconto che si fa di Milano è differente, la nostra Milano è più isterica, i dialoghi hanno un carattere individualistico a specchiare la condizione della città contemporanea.

Guglielmo: Il lavoro di Maderna, Berio e Lyedi è stato un punto di partenza, la motivazione alla base di Appunti di città rimane quella di raccontare Milano, oggi però la città è totalmente diversa da quella descritta in Ritratto di città. Con il nostro lavoro abbiamo cercato il modo migliore di raccontare la città contemporanea, per esempio facendo ricorso a suggestioni visive e non esclusivamente sonore. In Appunti di città ci sarà quindi una messa in scena dove saranno anche gli attori a parlare di Milano.

Uno spettatore che conosce Ritratto di città, vedendo il vostro spettacolo riuscirà a cogliere una similitudine tra i due lavori?

Elena: Secondo me sì, perlomeno nel cercare di proporre uno sguardo sulla città. Il nostro sguardo, e quello degli spettatori, però è radicalmente differente rispetto a quello di Maderna, Berio e Lyedi. Anche per questo abbiamo trovato congeniale una messa in scena per raccontare Milano.

Che struttura narrativa avete adottato per raccontare e descrivere la città?

Elena: Quello che proviamo a fare è creare un affresco, in scena gli spettatori vedranno sei quadri che si alternano. Sei situazioni che avvengono in contemporanea e non hanno una collocazione spaziale definita, quello che li accomuna è la città che fa da collante.

In Appunti di città gli elementi musicali e i dialoghi hanno una gerarchia di importanza oppure sono entrambi alla pari nel loro scopo descrittivo della città?

Guglielmo: Passeggiando per Milano sentiamo parole e rumori che si sovrappongono diventando una unica voce, lo stesso vale per Appunti di città, nessuna delle due componenti prevarica sull’altra, sono complementari.

La città che descrivete voi è radicalmente differente rispetto alla Milano degli anni 50 descritta in Ritratto di città. Nel vostro spettacolo affiora questa differenza?

Guglielmo: Assolutamente sì anche perché quello che ritraiamo è frutto del nostro vissuto personale. Il nostro sguardo evidenzia un trambusto di persone e motivazioni, un moto caotico dove nessuno emerge realmente sopra agli altri e dove non si ha mai l’opportunità di approfondire a fondo una unica prospettiva. La nostra è una Milano molto più tecnologica e rapida rispetto a quella città quasi meccanica degli anni 50

Quindi in Appunti di città emerge anche una critica sulla condizione contemporanea della città?

Elena: Un elemento critico che emerge secondo il nostro sguardo sono le contraddizioni contemporanee derivanti dalla presenza di troppe opportunità o dalla mancanza di tempo. La presenza di luci e ombre che convivono rendono difficile dare un giudizio definitivo.

Guglielmo: Credo che il risultato finale sia quello di un grande caos. Lo spettacolo si sviluppa cambiando continuamente punto di vista e quindi è difficile arrivare a un giudizio definitivo su quella che è la città di oggi.

Guglielmo Prati, tu nasci come musicista ma in questo progetto oltre a occuparti della colonna sonora con il brano Prima Quando sei anche regista. Questa è la tua prima esperienza come regista? Come ci sei arrivato?

Guglielmo: Esattamente, questa è la mia prima esperienza come regista. Ho avuto l’opportunità di lavorare con una compagnia fondata da ragazzi che vengono dal Piccolo di Milano con i quali mi sono occupato delle musiche di uno spettacolo. Durante questa esperienza mi sono accorto che le musiche hanno un forte ruolo anche nella definizione della regia e da lì è scoccata una scintilla. In Appunti di città non opero secondo regole registiche tradizionali anche perché non sarebbero funzionali al tipo di racconto che facciamo. Appunti di città è uno spettacolo pieno di contraddizioni e una visione unitaria sarebbe stata riduttiva.

Elena Patacchini, come hai impostato il tuo lavoro nella scrittura della drammaturgia di Appunti di città? Analogamente alle musiche c’è stata anche da parte tua una “campionatura” delle voci di Milano?

Elena: Già diversi anni fa avevo in mente di scrivere un romanzo che partisse delle testimonianze delle persone sui mezzi pubblici, per questo progetto sono andata molto in giro sui mezzi di Milano a raccogliere dialoghi, testimonianze e immagini. Ho cominciato proprio da questa esperienza, cercando di condensare queste testimonianze in una drammaturgia, tenendo però a mente una serie di coordinate quali l’assenza di linearità e una idea di tempo concentrato o infinito, elementi stilistici molto forti in Appunti di città.

Appunti di città potrà essere visto a questo link in diretta streaming sul canale YouTube di MMT Lab.

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