spettacolo ideato e scritto da Alessandro Riccio
musiche di Wolfgang Amadeus Mozart
adattamento per dieci strumenti di Francesco Oliveto
produzione Fondazione ORT
Si può definire ‘istrionico’ un attore? Ridondante, dite? Se si può, sicuramente l’aggettivo calza a pennello per Alessandro Riccio, che riesce a trasformarsi in mille personaggi diversi – ma tutti con una buona dose di eccentricità – anche nell’arco di poche settimane.
In Ti racconto Don Giovanni, già portato in scena a Fiesole e non solo, Riccio è affiancato sul palco dall’ensemble di archi e fiati dell’ORT, Orchestra della Toscana.
È uno degli spettacoli in cui l’attore fiorentino si diverte di più. E suda, di più. Perché nel capolavoro di Da Ponte musicato da Mozart i personaggi sono 8, escluso il coro, e Riccio li porta in scena quasi tutti, cambiando abito, postura e tono di voce in pochi secondi, davanti al pubblico. La tradizionale struttura del teatro moderno, con il sipario, le quinte e i camerini, non si adatta alla morigerata conformazione dell’anfiteatro romano, e ancor meno all’eclettismo di Riccio, che non abbandona il pubblico nemmeno quando sveste i panni di Don Giovanni per indossare quelli di Leporello, Elvira, Masetto.
Nonostante l’equilibrio di tempo scenico, però, il protagonismo di Don Giovanni, resta solido, alimentato minuto dopo minuto dall’interpretazione appassionata, oltre che dall’egocentrismo smisurato del nobiluomo. Come in altri dei suoi lavori, l’intento è quello di aprire la scatola del teatro, dell’opera, dei classici per rovistarli come un vecchio baule in soffitta e ritrovarci dentro qualcosa che ci appartiene.
Il Don Giovanni è un dramma giocoso – sebbene non manchino scene macabre, per non dire tragiche – e Alessandro Riccio ci gioca, senza parodie, senza imitazioni, ma con la sua straordinaria capacità di cogliere nel testo gli elementi più affini a sé stesso e al pubblico. Quello che va in scena è il suo Don Giovanni, e lo rivendica fin dal titolo dello spettacolo. Nell’ascoltare il racconto di un personaggio di fantasia nato da una mente geniale di qualche secolo fa, rimaniamo prima distaccati, poi incuriositi, infine stupiti di trovare con una certa facilità un corrispettivo di Don Giovanni tra le nostre conoscenze, e poi una Zerlina, un’Elvira, un Ottavio. Tutti perfettamente riconoscibili, malgrado l’assenza di parrucche.
Il fil rouge degli spettacoli di Riccio sembra essere proprio questo: esacerbare la caratterizzazione dei personaggi che interpreta per renderli plastici, reali. Che porti in scena protagonisti della storia del teatro o creature originali disegnate ad hoc, la sua rimane sempre una commedia dell’arte dal sapore antico e dal linguaggio moderno. Tanto che in Ti racconto Don Giovanni si dà più spazio alla caratterizzazione che alla trama, funzionale solo a definire i personaggi in un profilo psicologico ben preciso. Il racconto come descrizione supera il racconto come azione e la narrazione è tutta nelle mani di un cantastorie, accompagnato dalle meravigliose note di Mozart.