Istituzionalizzare la street art, forma di espressione artistica nata sotto il segno della protesta e dell’anticonformismo, può indebolirla? È il quesito attorno al quale è ruotata la tavola rotonda “Dalla Street art del ‘900 al muralismo urbano contemporaneo“, l’appuntamento di riflessione che si è svolto ieri all’Auditorium Petruzzi a Pescara, nell’ambito del Murap Festival – Muri per l’Arte pubblica a Pescara, la rassegna promossa da Fondazione Aria, in collaborazione con il Comune, dedicata all’arte urbana in corso a Pescara, con quattro artisti internazionali impegnati in tre luoghi della città.
Il convegno, moderato dal direttore artistico del festival, Alessandro Sonsini, ha visto la partecipazione del presidente della fondazione, Ottorino La Rocca, del sindaco di Pescara, Carlo Masci, dell’assessore alle Politiche sociali, Adelchi Sulpizio e dei relatori: Fabiola Naldi, storica dell’arte, critica e curatrice, docente dell’Accademia di Belle Arti L’Aquila e dell’università di Bologna, Simone Pallotta, curatore di arte pubblica e urbana e fondatore di Walls associazione per l’arte contemporanea nel tessuto urbano, Rosaria Mencarelli storica dell’arte e sovrintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara, e Curzio Cicala, esperto in diritto di proprietà e diritto intellettuale nell’ambito del muralismo urbano contemporaneo,
“Quando abbiamo pensato a questo progetto non ho avuto dubbi sul farlo andare avanti per tre anni, – ha sottolineato il presidente La Rocca -. Con il sindaco Carlo Masci ci siamo posti un obiettivo: rendere Pescara la città del colore. Oggi ne so convinto più di ieri, dopo che ho visitato i luoghi oggetto degli interventi“.
Fino all’8 agosto, quattro artisti sono all’opera per tre interventi in altrettanti luoghi della città. Gli artisti Ericailcane e Bastardilla stanno realizzando loro opere, sulle facciate rivolte a mare degli 11 piloni dell’asse attrezzato compresi tra il ponte Risorgimento e il ponte D’Annunzio lungo la golena sud. Antonello Macs nel quartiere Zanni, sulla parete lato monte di un edificio di proprietà dell’Ater, lungo via Tripodi e Alessandra Carloni, nel quartiere San Donato, sulla parete lato mare del Centro Polivalente Britti, di via Cesano.
“La scommessa di Pescara sul muralismo contemporaneo è una scommessa sul cambiamento, sul quale c’è la possibilità di accedere a finanziamenti europei, la possibilità di assicurarsi investimenti privati e di vedere il benessere dei cittadini migliorare Pescara“, ha specificato Sonsini.
“L’attenzione di Pescara sulla street art ha radici profonde nel tempo, se penso a quello che è successo nel 2014 con il mercato coperto di piazza Muzzi dove abbiamo portato avanti una importante operazione – ha ricordato il primo cittadino – che oggi è gradevolmente visibile a tutti i pescaresi e a tutti coloro che frequentano quella zona. Ora abbiamo voluto rilanciare insieme a Fondazione Aria e abbiamo pensato a una iniziativa che si prolungherà nel tempo e che va a coprire punti difficili della città, dando un senso territoriale forte di partecipazione“.
Per gli interventi a San Donato e Zanni, sono stati coinvolti dall’assessorato alle Politiche sociali i residenti che hanno contribuito a individuare luoghi e temi delle opere.
“Siamo intervenuti in quartieri periferici – ha evidenziato Sulpizio – e siamo rimasti piacevolmente sorpresi del dibattito e della partecipazione che si sono sviluppati. Nel caso di San Donato, ad esempio, sono stati proprio i cittadini a individuare due personaggi che hanno contribuito alla rinascita del quartiere e che hanno voluto omaggiare facendoli rappresentare nelle opere d’arte“.
La tavola rotonda è entrata nel vivo con gli interventi dei relatori. “Da un certo punto di vista la Street Art è per un 70 – 80% molto più vicina alla pop art – ha sottolineato Pallotta -. Oggi ci sono pochissimi artisti realmente eversivi o realmente critici. È un gioco tra il portato etico del lavoro dell’artista e le situazioni che incontra o che gli vengono proposte“.
Fabiola Naldi ha prodotto un vero e proprio excursus dalla nascita della street art fino ai giorni nostri. “Tutto ciò che stiamo sdoganando è avvenuto in principio in maniera prepotente con una carica illegale in cui si agiva sul privato e anche sul pubblico – ha aggiunto -. Ecco perché ritengo che puntare su un’operazione di questo genere è un progetto avvincente e coraggioso“.
Ha parlato di responsabilità e cambiamento, la sovrintendente Rosaria Mencarelli. “Come istituzione abbiamo la responsabilità di considerare il nostro patrimonio nel senso più ampio come un divenire, rispettando la necessità di leggere e applicare le norme per sostenere un cambiamento possibile. L’arte pubblica non è un’arte indirizzata, ma un’arte partecipata e la partecipazione è fondamentale in qualunque processo di rigenerazione urbana“.
Curzio Cicala, infine, ha sottolineato l’importanza del diritto applicato alla street art. “La street art è frutto di un’attività illegale per definizione. L’arte commissionata invece è un’arte in cui l’autore rispetta un contratto. Lo scenario cambia completamente e implica aspetti che a lungo andare coinvolgono anche la manutenzione e il restauro delle opere stesse“.
La registrazione integrale dell’evento in streaming è disponibile sulla pagina Facebook di Fondazione ARIA al seguente link: https://fb.watch/7a7KHLRoAy/