La Sala Umberto di Roma festeggia la riapertura con il successo di L’uomo, la bestia e la virtù di Pirandello (repliche fino al 10 ottobre) con un protagonista di lusso, il David di Donatello Giorgio Colangeli. Il nuovo allestimento in scena, nato in occasione del centenario di nascita del Premio Nobel, nel 1919, è stato riprogrammato nella nuova stagione e si conferma una rilettura attualissima e fuori dalle corde del Pirandello più tradizionale, o meglio degli allestimenti più di maniera cui il pubblico è stato ormai abituato.
“C’è una terza via per risolvere il sistema Pirandello/Teatro, che non sia la routine del repertorio tradizionale o i rigurgiti della sperimentazione espressiva? Non ci sono dei territori scomodi, meno rassicuranti, inesplorati, fuori dal pregiudizio – od orticaria – che l’idea di “pirandellismo” teatrale ha generato?” Si è chiesto il regista Giancarlo Nicoletti che ha saputo brillantemente trovare una soluzione al “problema” riuscendo a mettere in scena un testo che lascia emergere l’intero universo dell’autore, comico e tragico, cinico e divertente e terribilmente moderno.
L’uomo, la bestia e la virtù è un testo che ha 100 anni (tratto dalla novella Richiamo all’obbligo), ma che non li dimostra affatto ancor più se messo in scena come lo ha pensato Nicoletti che è ripartito proprio dalla sovversione e dallo scandalo, elementi imprescindibili della produzione pirandelliana in questa storia di corna e piccoli meschini escamotage affinché lo scandalo sia arrivato e tutti possano salvare la maschera che indossano in società. Dietro l’apparenza delle scene e degli abiti tradizionali, Nicoletti non ha avuto paura di sporcarsi le mani, mostrando la cruda realtà di un testo cinico e feroce ben celato dietro la facciata della falsa moralità borghese e delle apparenze dei benpensanti. I momenti intrinsecamente comici del testo vengono esageratamente esaltati fino ad assumere i contorni della farsa e del grottesco incarnati dalla recitazione degli attori. Se la storia è ben nota, interamente concentrata sulle maschere che ciascuno di noi indossa in società e sulla necessità di riuscire a salvaguardarle, Pirandello riesce a svelare in tutta la loro meschinità quelli che sono i veri volti dei suoi personaggi. Giorgio Colangeli, senza mai nascondere l’accento romano, lascia emergere tutta la sua poliedricità nella sua recitazione esaltando i caratteri più paradossali del suo personaggio, il professor Paolino, apparentemente integerrimo, ma meschino ed egoista. Paolino, professore privato, agli occhi della società inattaccabile moralmente, è la maschera dell’uomo, in realtà amante della signora Perella (la virtù in persona), moglie trascurata di un rude capitano di mare (la bestia per la società) che torna raramente a casa ed evita accuratamente i suoi obblighi matrimoniali visto che convive ore uxorio con un’altra donna a Napoli. La signora Perella però rimane incinta del professore che dovrà escogitare ogni stratagemma per gettare la sua amante fra le braccia del marito nella sola notte in cui tornerà a casa prima di ripartire di nuovo: solo in questo modo il nascituro potrà passare per il figlio legittimo del Capitano Perella e della moglie e le apparenze potranno essere essere salvate. Ma le cose saranno meno semplici del previsto dando l’opportunità a ciascuno di mostrare il peggio di sé e di svelare ciascuna delle maschere che indossa di fronte agli altri. Dietro le maschere e il dramma, Pirandello svela il cinismo e la meschinità di ciascuno in una storia modernissima che ricorda che tutti hanno le loro miserie. Sempre volutamente e adeguatamente un po’ sopra le righe la recitazione anche della virtuosa signora Perella, vittima, ma non troppo, interpretata da Valentina Perrella, uno straordinario Vincenzo De Michele, il Capitano Perella, bestia per società, ma mite e remissivo nella sua seconda casa. Di buon accompagnamento al trio di protagonisti, il resto il del cast, Cristina Todaro, Alessandro Giova, Alex Angelini, Alessandro Solombrino e Giacomo Costa. Uno spettacolo da non perdere, spietato ed esilarante, contemporaneo e concreto. Dopo il debutto di martedì 28 settembre (ore 21) lo spettacolo va in scena dal martedì – venerdì h. 21.00 / sabato ore 17 e ore 21 / domenica h. 17.00. Prezzo del 28€ – disponibili su www.salaumberto.com – www.ticketone.it.
Fabiana Raponi