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“Ecloga XI” al Teatro Sociale di Bergamo

Articolo di Vito Fabio

Prima nazionale al Teatro Sociale dello spettacolo che chiude la stagione di “Altri percorsi”

La prima nazionale di “Ecloga XI” di Anagoor, tra i più interessanti gruppi di ricerca teatrale oggi in attività, concluderà giovedì 26 maggio prossimo al Teatro Sociale la stagione di “Altri percorsi” della Fondazione Teatro Donizetti. Lo spettacolo, (con inizio previsto per le 20.30) coprodotto dalla stessa Fondazione reca il sottotitolo: “Un omaggio presuntuoso alla grande anima di Andrea Zanzotto” e si basa sui testi del grande poeta veneto. Dopo la prima di Bergamo, Ecloga XI verrà replicato a Bassano del Grappa (VI), Operaestate Festival Veneto (5 agosto), al Teatro Fabbri di Vignola (MO), VIE Festival (13 e 14 ottobre) e al Teatro Astra di Torino, Festival delle Colline Torinesi (16 ottobre 2022).

 

«Il titolo allude alla raccolta di versi IX Ecloghe – si legge nelle note di presentazione – che Andrea Zanzotto pubblicò nel 1962. Il poeta di Pieve di Soligo sceglieva per modestia di stare un passo indietro al luminoso Virgilio e alle dieci ecloghe delle Bucoliche. Oggi, tuttavia, si può scorgere nell’intera opera di Zanzotto la realizzazione di una catena poetica che da Virgilio (a Dante, a Petrarca, a Hölderlin, a Leopardi, a Pasolini, a Celan… transitando e rilanciando ponti di poeta in poeta) porta la fiamma oltre. Non una gara tra poeti, ma una corsa a staffetta: così la tradizione è sottoposta ad oltranza per mettere a rischio se stessi più dei propri padri, per stare in precario equilibrio tra l’aura del passato e il disincanto cui la poesia va incontro in questa società post capitalistica. Zanzotto sembra raccogliere tutti i testimoni, tutti i segnali di luce provenienti dal passato e, scorgendo in avanti i segni indecifrabili della luce futura, solleva e agita la lanterna nella notte del presente facendosi Virgilio per tutti noi. Ultra moderno e antichissimo a un tempo, Zanzotto sa bene che la letteratura è come un coro di voci di morti. L’ultra modernità da antichissimo che connota Zanzotto non è, tuttavia, un dato puramente letterario, e la sovrimpressione delle bucoliche al proprio paesaggio, al proprio linguaggio, non è mai piana memoria letteraria, bensì̀ percezione di una irrimediabile frattura tra chi è ormai “versato nel duemila” e quel mondo perduto».

In palcoscenico ci saranno: Leda Kreider e Marco Menegoni. Musiche e sound design di Mauro Martinuz. Drammaturgia Simone Derai, Lisa Gasparotto. Regia, scene e luci di Simone Derai. Voce del Recitativo veneziano di Luca Altavilla. La scena ospita un’evocazione dell’opera Wood #12 A Z per gentile concessione di Francesco De Grandi. Realizzazioni di Luisa Fabris. Produzione Anagoor 2022 in coproduzione con Centrale Fies, Fondazione Teatro Donizetti Bergamo, Ert/ Teatro Nazionale, TPE – Teatro Piemonte Europa / Festival delle Colline Torinesi, Operaestate Festival Veneto.

Già ospite di una precedente edizione di “Altri percorsi” con “Rivelazione”, Anagoor ha sede a Castelfranco Veneto ed ha un atelier operativo nella campagna trevigiana in un ex allevamento di conigli trasformato in teatro. Da sempre ha a cuore la relazione che intercorre tra politica, lingua, ambiente naturale e paesaggio: lo fa convocando sulla scena linguaggi diversi, una babele delle arti (da quelle visive alla poesia) nello sforzo di dire il reale e le sue fratture. Il collettivo opera in Italia e all’estero e ha ricevuto nel tempo diversi riconoscimenti (tra questi il Leone d’Argento per l’innovazione teatrale alla Biennale di Venezia del 2018). Anagoor pur non citandolo mai esplicitamente ha da tempo fatto propria la lezione di Zanzotto. Molte le analogie che legano il gruppo di Castelfranco al poeta di Pieve di Soligo: la scelta radicale di osservare la storia dalla periferia senza che questa posizione implichi chiusura e arroccamento, la relazione complessa con la tradizione e con il canone che determina un’inattualità ostinata, la sofferenza per la devastazione, la tenacia nel rinnovare la fiamma di arti solo apparentemente inascoltate. Ecloga XI prosegue l’indagine scenica sulla parola poetica che da sempre Anagoor conduce. Ecloga XI si apre per gli spettatori con un atto di puro ascolto in assenza di immagine. È offerta la riproduzione acustica di un nastro magnetico. Il nastro contiene la registrazione di un evento che è un doppio falso: si tratta di un immaginario antico carnevale veneziano, falso documento proveniente da un un’imprecisata epoca storica, ma è anche il reenactment, inautentico, del celeberrimo incipit del Casanova di Fellini per il quale Zanzotto compose i versi del recitativo veneziano raccolto poi in Filò. Il sipario si apre invece ancora una volta – come una nota ostinata – sulla Tempesta di Giorgione a cui Anagoor ha dedicato in passato altri lavori.

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