Con il debutto de Lo zoo di vetro di Ivo van Hove, il 23 settembre al Teatro Argentina e con Non farai mai niente nella vita (titolo provvisorio) di Eleonora Danco, il 12 ottobre al Teatro India, la nuova stagione 2023/2024 del Teatro di Roma, una stagione di rilancio che guarda alle sfide del futuro e all’eccezionalità del presente con una ricca di stagione che conta 60 titoli, di cui 23 produzioni, 34 ospitalità e altri allestimenti.
“È una stagione che segna il confine difficile, ma anche l’inizio di un nuovo percorso del Teatro che è diventato Fondazione – spiega il Commissario straordinario Giovanna Marinelli, concludendo l’ultima fase di commissariamento in attesa della ricostituzione degli organi statutari, con la nomina del Consiglio di Amministrazione e l’avvio della procedura di selezione del Direttore Generale, nella presentazione della nuova stagione ospitata nel meraviglioso Cortile del Palazzetto del Burcardo, per la prima volta aperto al pubblico – è una stagione ambiziosa per riavviare il teatro di Roma a livello nazionale e internazionale. Si rafforza la qualità della programmazione anche se abbian cercato di lavorare con numeri più alti nella produzione”.
Diverse le linee guida di questa nuova stagione del Teatri Argentina e Teatro India,a cominciare dalla progettualità, partendo dagli artisti hanno segnato la storia e l’identità del teatro di Roma, come Gabriele Lavia che porta in scena Un curioso accidente di Goldoni (dal 31 ottobre), Massimo Popolizio con L’albergo dei poveri di Gor’ki (dal 9 febbraio) nella riduzione di Emanuele Trevi, di Stefano Massini con L’interpretazione dei sogni di Sigmund Freud (dal 5 dicembre), Fausto Russo Alesi con L’arte della commedia di Eduardo (dal 5 maggio), Silvio Orlando con Ciarlatani del drammaturgo spagnolo Pablo Remón (dal 5 marzo), Piero Maccarinelli con il Goldoni di La casa nova al Teatro India.
Ampio spazio alle voci contemporanee femminili come Lucia Calamaro con L’origine del mondo portato in scena con tris di attrici Concita De Gregorio, Lucia Mascino e Alice Redin, Lisa Natoli/lacasadargilla con Il Ministero della Solitudine (a novembre), Manuela Mandracchia con il piandelliano Il canto dei giganti (da maggio al Teatro India), ai giovani artisti rappresentano il futuro del teatro, come Tommaso Capodanno con Il Cavaliere Inesistente e il progetto professionalizzate Classico in scena, Fabio Cherstich con Cenerentola Remix, Giacomo Bisordi con Giunsero i terrestri su Marte.
Non manca un importante sguardo sull’internazionalità proprio come Lo zoo di vetro di Ivo van Hove interpretato dalla superba Isabel Huppert, in corealizzazione con Romaeuropa Festival che apre la stagione, S 62° 58′, O 60° 39′ della compagnia di teatro-danza belga Peeping Tom in corealizzazione con Fondazione Musica per Roma, o il progetto immersivo lanciato lo scorso anno sul leggendario teatro di Eugenio Barba e dell’Odin Teatret.
Non mancano poi le importanti ospitalità che spaziano da Roberto Andò con Clitennestra e Storia di un oblio ad Antonio Latella che affronta il Goldoni di La locandiera con Sonia Bergamasco nel ruolo di Mirandolina, da Luca De Fusco che dirige Eros Pagni nel pirandelliano Così è se vi pare.
Fra le ospitalità, l’esordio nella prosa di Nanni Moretti con Diari d’amore (dal 23 maggio), due atti unici di Natalia Ginzburg (Dialogo e Fragola e Panna) con Valerio Binasco e Daria Deflorian, il grande balletto di Daniele Cipriani in chiusura d’anno il gioiello Coppélia (con la coreografia di Amedeo Amodio) e Alles Walzer con Davide Dato, primo ballerino dell’Opera di Stato di Vienna.
Il Teatro India conferma la sua vocazione alla drammaturgia contemporanea, con numerose ospitalità che spaziano dalla lezione di maestri della scena a nuovi talenti creativi. In stagione, Marco Baliani con un dittico di spettacoli, Rigoletto e Frollo, Scimone/Sframeli con il nuovo atteso lavoro, Fratellina, Elena Arvigo in Una storia al contrario, la storia privata della giornalista Francesca De Sanctis, un trittico di raffinate interpreti, Maria Paiato, Mariangela Granelli e Ludovica D’Auri, per Boston Marriage del premio Pulitzer David Mamet, (dal 6 febbraio), per la regia di Giorgio Sangati, Appuntamento a Londra di Carlo Sciaccaluga.
Sempre importanti le prospettive della danza contemporanea, fra innovazione e multidisciplinarietà anche attraverso la collaborazione Romaeuropa che porta in scena Lemi Ponifasio (con Jerusalem) e Boris Charmatz (con Somnole).
La compagnia belgo-cilena Belova ~ Iacobelli porta in scena al Teatro India Tchaïka, liberamente ispirata a Il gabbiano di Čechov, ma ci sono anche i giovani coreografi come Salvo Lombardo e Chiasma, con Sport (dall’11 novembre), Marco D’Agostin con Gli anni, ma torna anche la quinta edizione di Buffalo a cura di Michele Di Stefano che indaga sulla ricchezza dei linguaggi performativi e delle scritture coreografiche transdisciplinari con gli sconfinamenti negli ambienti museali.
Il progetto culturale della nuova Stagione del Teatro di Roma conferma il suo palinsesto di attività e interventi culturali con Agenda 2030, progetti performativi per favorire il contrasto alla povertà educativa minorile e la marginalizzazione lanciando anche l’inedito Festival di nuovo Circo contemporaneo CIRCOinfest (dal 24 giugno), in un doppio allestimento nell’area esterna di India con lo Chapiteau del Circo El Grito e nel parco di Villa Torlonia, il progetto Sciroppo di teatro, “prescrizione” di spettacoli teatrali a bambini e famiglie da parte dei pediatri, le attività del Laboratorio Integrato Piero Gabrielli, il progetto DONNE! Trilogia sulle donne dal mito ai social, una maratona teatrale, con l’interpretazione di Viola Graziosi, attraverso le tre figure del Mito classico rivisitate da Luciano Violante – Medea, Clitemnestra e Circe – che approda alla contemporaneità della protagonista di Qualcosa di lei, per la regia di Roberto De Giorgio, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Il teatro conferma numerosi sconfinamenti tra le discipline con percorsi a più dimensioni fra scena e divulgazione storica e scientifica come Luce sull’archeologia, che per la X edizione si avvale della collaborazione con la Direzione generale Musei e la prima edizione del ciclo Quando la scienza fa spettacolo: lo spazio, in cui scienziati e astronomi offriranno una esperienza unica tra scienza e poesia.
Info e dettagli su teatrodiroma.net.
Fabiana Raponi