L’Europa è stata la prima a proclamare che «il mondo è fatto dalla
cultura», ma anche la prima a scoprire/decidere che, se la cultura è fatta
dagli uomini, fare cultura è può essere, dovrebbe essere un lavoro/destino/vocazione
/ compito dell’uomo. ZYGMUNT BAUMAN
L’Europa è stata la prima a proclamare che «il mondo è fatto dalla cultura», ma anche la prima a scoprire/decidere che, se la cultura è fatta dagli uomini, fare cultura è –può essere, dovrebbe essere –un lavoro/destino/vocazione/ compito dell’uomo.ZYGMUNT BAUMANL’Europa è qualcosa di illimitato, vale a dire qualcosa che non arriverà mai a racchiudersi nei limiti di qualche terra, di qualche discendenza, di qualche tradizione, di qualche purezza.ÉTIENNE BALIBAR[…] l’Europa non è mai stata altrimenti che in questa lotta fra meriggio e mezzanotte.ALBERT CAMUSÈ meglio essere legati al proprio tempo consapevolmente piuttosto che inconsapevolmente.ERICH AUERBACHNel solco della prima fortunata edizione del 2022, rivelatasi un ricco serbatoio di pensiero, di pratiche e visioni da non disperdere, il Festival internazionale Presente indicativo, ora con il sottotitolo Milano Porta Europa, rinnova il proposito del Piccolo Teatro di “cartografare” linee e profili della scena contemporanea dando vita a una festa di prospettive e a una speciale occasione di confronto sul legame fondo e complesso che, da sempre, unisce l’Europa e le arti dello spettacolo dal vivo.A ispirare la rassegna è la celebrazione del quarantennale della prima stagione di vita del Théâtre de l’Europe, istituzione nata –su impulso di Giorgio Strehler e di Jack Lang, all’epoca Ministro della Cultura francese –per promuovere la collaborazione fra teatri europei, coinvolgendo, nello specifico, il Théâtre national de l’Odéon di Parigi (scelto come sede fisica, per sei mesi all’anno), il Piccolo Teatro di Milano e il Centro Dramático Nacional di Madrid. Da questa seminale esperienza, coronata poi con la fondazione dell’Union des Théâtres de l’Europe (UTE) e con l’attribuzione della qualifica di Teatro d’Europa allo stesso Piccolo, si riverberano significativi riflessi sul nostro presente: come appare oggi quel panorama culturale europeo sognato e sostenuto da Strehler? In che modo, nell’attuale scena europea, si valicano i confini per creare originali connessioni, intercettare sensibilità altre, parlare lingue comuni? C’è ancora spazio per le utopie tra le inquietudini che assediano il mondo contemporaneo? E ancora: dialogando con il passato, quale teatro (o, meglio, quali teatri) immaginare per l’Europa?Nel mese del proprio77° compleanno e del 50° anniversario di una delle opere più amate e rappresentative della sua storia (l’edizione del Giardino dei ciliegicon Valentina Cortese), il Piccolo Teatro organizza il Festival Presente indicativo –Milano Porta Europaper inoltrarsi in un dedalo di risposte, con la curiosità e l’audacia di vagliare un dinamico insieme di ipotesi e possibilità. In seno al palinsesto degli spettacoli –e nella cornice di una sempre viva attenzione alle questioni della sostenibilità (nella sua accezione più ampia, ma specie in prospettiva sociale) –viene a delinearsi uno sfaccettato scavo tra le pieghe e gli enigmi del Vecchio Continente, in un’alternanza di punti di fuga e cortocircuiti, a instillare il legittimo dubbio se i confini d’Europa possano davvero coincidere con quelli del nostro sguardo. Grazie, infatti, alla peculiarità di scorci multifocali, in grado di restituire la commistione di persone, sensibilità e tradizioni intrinseche all’identità europea, prende corpo una singolare rappresentazione di un territorio fisico e simbolico (per l’appunto, l’Europa) scrutato da chi lo abita ma scandagliato anche da ottiche “eccentriche”. Un’Europa, inoltre, che interroga, senza reticenze, i fantasmi del proprio passato per interpretare le trame del presente e proiettarsi nel futuro.
La polifonia espressiva delle messinscene –in cui si incontrano la valorizzazione della tradizione nazionale, sia nel repertorio sianelle proposte delle nuove generazioni, e l’apertura a un orizzonte internazionale dai grandi fermenti artistici –si ramifica lungo un ventaglio di ulteriori iniziative culturali: si dipana così una rete di percorsi calvinianamente intrecciati alle geometrie, e alla vita, della città di Milano.Il policromo affresco che ne emerge ci invita a condividere la fiducia nella forza generativa e nel potere metamorfico dell’arte e della cultura, attraverso un lucido (e ludico) esercizio dello sguardo e dell’ascolto che tiene insieme il tempo dell’istante e il tempo dell’infinito.Claudio LonghiPresente indicativo: Milano Porta Europa è realizzatocon il sostegno di Fondazione Cariplo, Intesa Sanpaolo (Main Partner), Pirelli (Partner)e con il supportodi Nuovi Mecenati –Fondazione franco-italiana per la creazione contemporanea.Milano Porta Europa_Si svolgerà, dal 4 al 19 maggio, la seconda edizione di Presente Indicativoil festival internazionale di teatro, promossodal Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa, che quest’anno ha come sottotitoloMilano Porta Europa: Milano diventa, per due settimane, il centro della scena europea, motore di una riflessione critica sull’Europa e sul suo futuro. Europada intendersicome orizzonte culturale, esteso ben al di là dei confini fisici e politici che tradizionalmente la definiscono: croceviadi artisti, geografia policroma e frastagliatadi linguaggi, esperienze, sguardi. È un terreno sul quale fiorisce un’idea di teatro dalla doppia vettorialità: attento a valorizzare una magnifica tradizione nazionale, sia nel repertorio sia nelle espressioni delle nuove generazioni, ma capace di non esaurirsi in essa, aprendosi a un instancabile processo di contaminazione, esplorazione, ricerca e scambio in uno scenariointernazionale dai grandi fermenti artistici. Si passa, così, dal talento drammaturgico di Alexander Zeldin(Regno Unito) e Pascal Rambert(Francia, artista associatoalPiccolo) a quello visionario di Łukasz Twarkowski(Polonia), dallo sguardo d’oltre oceano di Mariano Pensotti(Argentina) e Marco Layera(Cile) per tornare a osservare le contraddizioni del Vecchio Continente con Pablo Messiez(argentino, naturalizzato spagnolo), Marta Górnicka(Polonia), Caroline Guiela Nguyen(Francia) e Tiago Rodrigues(Portogallo) –questi ultimidueartisti associati al Piccolo–, fino allo spettacolo che un maestro come Patrice Chéreau(Francia) ha affidato a una delle sue attrici più amate, Dominique Blanc. E ancora, in scena, il talento tutto italiano –ma con più di un riconoscimento presso il pubblico e la stampa esteri –di Davide Carnevali, Marco D’Agostin (artisti associati),Fanny & Alexander, Filippo Andreattaeil collettivoOffice for a Human Theatre. Gli spettacolidisegnano rotte che attraversano i palcoscenici del Piccolo perspingersioltre, aprendosi alla città, raccontando il festival, prima e durante,grazie a un calendario policentrico e capillare di appuntamenti, una sorta di viatico per uno spericolato, appassionantepellegrinaggio teatrale, una festadel Teatro e dell’Europa, per tutti.I numeri_Sediciartiste e artisti della scena europea (e non solo), sedicispettacoli per sedicigiorni. Due sono leproduzioni del Piccolo e trelecoproduzioni, di cuidueinternazionali.Seispettacoli debuttano in prima nazionalee uno inprimaassoluta. Otto, con l’Italia, i Paesi rappresentati(Francia, Polonia, Portogallo, Spagna, ma anche Argentina, Cile, Regno Unito); undici, con l’italiano, le lingueche risuoneranno (bielorusso, cinese, francese, inglese, lettone, polacco, portoghese, spagnolo, ucraino, vietnamita).
Il programma_Sono le ultime recite di Durante(sabato 4 e domenica 5 maggio, al Teatro Grassi), nuova produzionedel Piccolo, diretta da Pascal Rambert, che, allungandosi nel mese di maggio, danno l’avvio alla programmazione di Presente Indicativo –Milano Porta Europa. Artista associatoal Piccolo, il regista francese porta in scena, proseguendo la sua riflessione sul teatro,il secondo atto del trittico aperto nella scorsa Stagione con Prima.Negli stessi giorni, sabato 4 e domenica 5 maggio, al Teatro Strehler, va in scenala prima milanesedi SAIGON, spettacolo culto di Caroline Guiela Nguyen, acclamata regista francese, artista associata alPiccoloe neodirettrice, dal 2023, del Teatro nazionale di Strasburgo.Con la sua compagnia, Les Hommes Approximatifs, porta in scena storie intime, di famiglia, amore, amicizia ed esilio, che brulicano, vivaci e chiassose, in un unico luogo, un ristorante che la nostalgia ha bloccato in uno spazio-tempo teso tra la Francia di oggi e la Saigon degli anni ’50.Ancora il 4 e 5 maggio, al Teatro Studio Melato, prende il via una ‘personale’ di Marco D’Agostin, anche lui artista associato al Piccolo, premio Ubu come miglior performer under 35 nel 2018 e Premio Speciale Riccione per l’Innovazione Drammaturgica, nel 2023. L’artista porta in scena, ogni giorno in successione, First Love, lo spettacolo in cui rende omaggio al suo primo amore, lo sci di fondo, e Gli anni, coproduzione del Piccolo Teatro, vincitore di due Premi Ubu 2023 come migliore spettacolo di danza dell’anno e miglior performer a Marta Ciappina, ispirato all’omonimo libro di Annie Ernaux.Lunedì 6 e martedì 7 maggio,è la volta diAvalanche, Premio Ubu come migliore spettacolo di danza 2018, che vede Marco D’Agostin eTeresa Silvaavvinti in una danza di sopravvivenza,all’alba di un nuovo pianetaprima (o dopo) che una valanga travolga tutto.Il festival esce dalle sale del Piccolo, nell’ottica di un’esondazione teatrale nella cittàe, negli stessi giorni inaugurali (4 e 5 maggio) si spostanello spazio ASSAB ONE,a Cimiano. Inun edificio industriale che per quarant’anni ha ospitato la GEA, Grafiche Editoriali Ambrosiane, viene allestito Frankenstein, la prima volta al Piccolo di Filippo Andreatta. La nuova produzione del suo Office for a Human Theatre, presentato da Threes Productions e Piccolo Teatro, affronta un classico della letteratura occidentale, invitandoa fare i conti con ciòche siamo soliti omettere alla vista e consideriamo mostruoso.La rete di intersezioni cittadine che viene tessuta durante il festival porta al Teatro Franco Parenti(7 e 8 maggio), Entrelinhasdi Tiago Rodrigues, artista associato al Piccoloe attuale direttore del Festival di Avignone. Con una performance che gli è valsa la candidatura come miglior attore da parte della rivista Time Out, Tónan Quitoaccompagna il pubblico in una profonda riflessione sull’arte dell’interpretazione e sulla potenza del teatro, intrecciando la vicenda di un carcerato, che scrive i suoi messaggi alla madre tra le righedi un’edizione dell’Edipo re di Sofocle,e quella di un attore che non ha potuto portare in scena il monologo promessogli dallo stesso Rodrigues.Al Teatro Grassi, dall’8 al 10 maggio, in prima nazionale, va in scena La voluntad de creer.Lo dirige Pablo Messiez, argentino, naturalizzato spagnolo, al suo debutto assoluto in Italiacon un lavoro che, in Spagna,ha ricevutoil premio come migliorespettacolo teatrale del 2023.Ispirandosi al film Ordet di Carl Theodor Dreyer–trattoa sua voltadal dramma di Kaj Munk–, il registaconduce un’indagine sul rapporto tra volontà e fede, ponendolo alla basedel patto con il pubblico che rende possibile la finzione scenica. Ritenendo che l’assenza dello spettatore svuoti di senso il rito del teatro, Messiezha scelto di costruire questo spettacolo aprendo le prove agli spettatori, fin dall’inizio, perché anche nel processo creativo, l’azione è possibile solo condividendo la volontà di crederci.
In The Confessions, che il Piccolo coproduce all’interno di una imponente cordata internazionale e che presenta in prima italianaal Teatro Strehler, dal 9 all’11 maggio, la vita di una donna, dal 1943 al 2021, si faaffresco di un’epoca e delle sue trasformazioni.Alexander Zeldin, drammaturgo e regista inglese, utilizza le ore di conversazione con la madre –e con altre donne sue coetanee –per dipingere il ritratto di una ragazza della classe operaia che, dopo un matrimonio a diciotto anni e un tentativo di omicidio, lascia la sua isola per ricominciare una nuova vita nella Londra degli anni Ottanta. Attraversando i cambiamenti sociali, gli amori di Alice diventano il filo conduttore di un processo di emancipazione, personale e collettivo, in cui ciascuno può riconoscersi.Al Teatro Studio Melato, dal 10 al 12 maggio, torna Mariano Pensotti, del quale nella scorsa edizione del festival il pubblico milanese aveva applaudito Los Años. Con La Obra, anche questa una coproduzione del Piccolo Teatrocon Wiener Festwochen, dove lo spettacolo ha debuttato, Athens Epidaurus Festival e Festival d’Automne à Paris, in prima italiana, il regista argentino dà vita a una travolgente commedia nella commedia che cerca, nel presente, le tracce della violenza del passato. Lo fa con una mise en abymespeculare e vertiginosa, spettacolare nel suo impianto scenico, che invita il pubblico a districarsi tra gli incessanti ribaltamenti della verità nel suo contrario e viceversa.Con La Douleur, in scena nella sala storica di via Rovello,per una sola eccezionale serata, nuovamentein collaborazione conil Teatro Franco Parenti, il 14 maggio, giorno della sua fondazione, il Piccolo rende omaggioa Patrice Chéreau,regista indissolubilmente legato alla sua storia, a dieci anni dallascomparsa.Nel 2008,con la complicità del coreografo Thierry Thieû Niang, Chéreauscelse la stupefacente Dominique Blanc–una delle attrici francesi più acclamate dal pubblico e dalla critica, vincitrice di quattro Premi César, della Coppa Volpi al Festival del Cinema di Venezia e di quattro Premi Molière, di cui uno proprio per questo spettacolo –come interprete del romanzoautobiograficodi Marguerite Duras, nato dal diario tenutodalla scrittrice, militante nelle fila della Resistenza e moglie di un uomo deportato, neglianni terribili della Seconda guerra mondiale. Al Teatro Studio Melato, il 14 e 15 maggio, il regista cileno Marco Layeraporta una riflessione sul potere rivoluzionario della tenerezza. In La posibilidad de la ternura, prima italiana, un gruppo di sette ragazzi cileni tra i 13 e i 17 anni decide di resistere al mandato culturale che li vuole aggressivi e autoritari. Attraverso un processo di creazione collettiva, i giovani, guidati daLayera e da Carolina de la Maza(Teatro La Re-Sentida), costruiscono le fondamenta della propria mascolinità, aprendosi, per la prima volta, al dialogo con l’altro e alla libera espressione dell’affetto. Lo spettacolo, che ha debuttato in autunno alla Ruhrtriennale, fa parte di un dittico il cui primo capitolo, Paisajes para no colorear(2018), era declinato al femminile.Łukasz Twarkowski, figura di puntadella scena teatrale europea, firma lo spettacolo Rohtko, in prima nazionaleal Teatro Strehler dal 16 al 18 maggio. Creatore di performance multimediali che si situano all’intersezione tra teatro e arti visive, il regista polacco solleva domande sulla relazione tra originale e copia, tra reale e virtuale, tra mediazione e rappresentazione. Ispirandosi a una storia vera, che si muove tra gli anni Sessanta e il presente,–un dipinto di Mark Rothko venduto per oltre otto milioni di dollari e rivelatosi un falso,creatonel proprio garageda un insegnante di matematica –,all’interno di una messa in scena spettacolare, cinematografica, Twarkowski compone un’operamonumentale sul valore dell’arte.
Marta Górnicka, che nella scorsa edizione del festival, aveva inondatola circonferenza della sala di via Rivoliconla marea vocale, potente e suggestiva, del suo Still Life. A Chorus for Animals, People and all other Lives, dà ora vita a una nuova opera corale intessuta delle voci di 21 donne tra i 10 e i 71 anni: ucraine e bielorusse che, fuggite da guerra e persecuzioni, ora vivono in Polonia. In MOTHERS-A SONG FOR WARTIME, in prima nazionale, nuovamente al Teatro Studio Melato, il 18 e 19 maggio, la regista, fondatrice del Political Voice Institute al Maxim Gorki Theater di Berlino, trasforma il canto in un’accusa, un appello, una supplica, un avvertimento, nella speranza e nell’attesa di un tempo autenticamente nuovo. Fanny & Alexander, reduce dal successo della Trilogia della città di K., torna al Teatro Studio Melato, il 18 e 19 maggio, con Nina, omaggio a una delle personalità più importanti del Novecento: Nina Simone. Grazie alla tecnica dell’eterodirezione –la trasmissione, tramite auricolari indossati in scena dall’interprete, di una traccia audio –il pluripremiato soprano Claron McFaddenabita ed è abitata dalla voce della cantante, registrata durante interviste e discorsi pubblici, per restituire al pubblico lapotenza dello spirito creativo di Nina Simone, il valore delle sue battaglie e le sue più intime fragilità. Limited Edition_ Seconda proposta performativa italiana all’interno del progetto UNLOCK THE CITY!,cofinanziato dall’Unione Europea,Limited Edition. Urban Theatre for the Future / Milanodi Davide Carnevali, artista associato alPiccolo, unisce la fruizione teatrale a quella museale: un’esperienza site specific, in cui spettatori e spettatrici attraversano i paesaggi e gli spazi della zona Sud-Est della città, tra Porto di Mare e Corvetto, per una visita in forma di spettacolo. Avvalendosi della collaborazione del Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, Limited Edition, produzione del Piccolo,in prima nazionale(dal 10 al 12 maggio) riflette sulle profonde trasformazioni urbanistiche e architettoniche che interessano la periferia milanese, a partire dall’integrazione delle aree verdi nei centri urbani.La performance si inserisce anche nell’ambito delle iniziative del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024 promosso da ASviS, ribadendo l’attenzione del Piccolo intorno al tema dellasostenibilità, che vede in Limited Editionun nuovo momento di riflessione nell’articolato attraversamento che il Piccolo sta conducendo nella progettualità europea e che si amplifica, nell’ambito del festival, con una declinazione sociale e un’azione fortemente inclusiva, prevedendo, per la maggior parte deglispettacoli, una sovratitolazione, sia in italiano sia in inglese, allo scopo di favorire la partecipazione di un pubblico di non udenti.
14 MAGGIO. UNA FESTA PER IL PICCOLO_ Martedì 14 maggio 2024il Piccolo Teatro di Milano festeggia il suo 77° compleanno. La giornata prende il via al Teatro Strehler, con le repliche straordinarie diBenvenuti al Piccolo! Nel paese di Teatro, format di visite guidate teatralizzate a cura di Michele Dell’Utri. In compagnia degli attori Monica Buzoianu e Alberto Pirazzini, i giovanissimi spettatori e le giovanissime spettatrici esplorano gli spazi della grande sala di largo Greppi, alla scoperta dei laboratori e dei luoghi nascosti dietro le quinte, là dove nasce la magia del teatro. A cura dell’Ufficio Promozione Pubblico e Proposte Culturali del Piccolo Teatro di Milano, le visite guidate al Teatro Strehler –e questa volta anche al Teatro Grassi –proseguono con un’edizione speciale di Benvenuti al Piccolo!,rivolta a tutta la comunità, per raccontare quanto la vita dello stabile milanese sia intimamente intrecciata alla storia della sua città.Il pomeriggio si apre conuno specialeWalk_Talk, itinerario volto a collegare tra loro Accademia e Pinacoteca di Brera, Teatro alla Scala e Teatro Grassi, poli di una vera e propria “cittadella della cultura”, nel cuore di Milano. Al termine del percorso, nel Chiostro Nina Vinchi di via Rovello 2, il pubblico potrà ascoltare letture di pagine di Giorgio Strehler–dedicate al senso profondo di un’Europa dei popoli e della cultura –affidate a protagonisti della storia del Piccolo; le parole del regista si intrecciano a testimonianze dei padri fondatori dell’Unione Europea, affidate a un’allieva della Scuola di Teatro “Luca Ronconi”.Le celebrazioni si concludono con il simbolico ritorno –a dieci anni dalla scomparsa –di un altro artista intimamente legato alla storia del Piccolo, Patrice Chéreau. Sullo stesso palcoscenico per cui il regista francese firmò tre diverse produzioni tra il 1970 e il 1972, trova ora spazio La Douleur, spettacolo tratto da Marguerite Duras, con Dominique Blanc. A ottant’anni dalla pubblicazione del Manifesto di Ventotene e quarant’anni dopo la costituzione, a Parigi, del Théâtre de l’Europe –voluto da Giorgio Strehler e Jack Lang –il sogno continua: Milano Porta Europa. Il festival e lacittàIlfestival Presente Indicativo –Milano Porta Europaguarda per definizione e vocazione a un orizzonte internazionale, ma senza mai trascurare il radicamento nel territorio e la necessità che ogni azione culturale ha di dialogare profondamente con esso. Sulla scorta di questa consapevolezza, la sua programmazionesi innestasulla rete di relazioni e sinergie che il Piccolo ha stretto, nel tempo, e continua a stringerecon le istituzioni della città di Milano, con gli altri teatri, con le realtà culturalimetropolitane. L’intenzione, ribadendo una convinzione tenacemente manifestata nelle ultime Stagioni, è quella di uscire dalle propriesale e spingere l’esperienza teatrale, lungo un asse spazio-temporale,non solo al di là del momento della rappresentazione–come suggerisce il ventaglio di proposte di Oltre la scena–ma anche oltre la sua centralitàfisica, esondando nella città,con la proposta di un palinsesto di appuntamenti, sia in preparazione del festival (Aspettando il festival) sia incastonati nelle due settimane di maggio (come le Masterclass, i Walk_Talko le escursioni cinematografiche di Sguardi paralleli, all’interno di Oltre la scenaFestival), che attraversanoin modo capillare i Municipi, al di là del perimetro 20121, contagiando la quotidianità dei suoi spettatori o di tutti coloro che ancora spettatori non sono.
Aspettando il festivalCon il supporto di Intesa Sanpaolo, in attesa e in preparazione del festival, il Piccolo Teatrodi Milanoorganizza un ciclo di undici incontri nei Municipi, nelle università, nelle biblioteche, nelle librerie e nei centri di aggregazione sociale dei quartieri, già recentemente attraversati dalle lezioni di Teatro dietro l’angoloe dalle tappedi lettura integrale del testo che aveva accompagnato il pubblico fino al debutto di Ho paura torero. Siimmagina, quindi,nelle settimane precedenti il mese di maggio, un percorso di presentazione e racconto delfestival, di approfondimento dei temi che animano la rassegna,attraverso il prezioso strumento della lettura: dei testi dai qualigli spettacolisono tratti, ai quali si ispirano o che ad essi si sono legati nel processo di creazione artistica.Oltre la scenaFestivalFarsi promotori di un Teatro d’Europa, di un “presente indicativo” della scena internazionale, significa, prima di tutto, interrogarsi sulla sua identità, sull’esistenza di un terreno comune, sull’humus culturale, sociale, d’immaginario, da cui gemmano le sue diverse –e talvolta imprevedibili –varietà espressive. Per questo, accanto agli spettacoli, si snodauna programmazione parallela: un’agenda di incontri che consentano agli spettatori di conoscere da vicino i protagonisti del festival, mettendone a fuoco le fisionomie, i percorsi, i diversi approcci alla scena. Appuntamenti che aiutino il pubblico a orientarsi con maggior agilità nella proposta artistica, ma che allarghino anche il discorso e la prospettiva “oltre la scena”, a scandagliare il tempo incui viviamo, tentando di tracciarne alcune possibili coordinate. A costellare il festival, tra uno spettacolo e l’altro, sono conversazioni con gli artisti (Parole in pubblico), presentazioni di librie appuntamenti dedicati al mondo dell’editoria(Segnalibro), proiezioni di film in alcune sale cinematografichedella città per scoprire, in parallelo agli spettacoli, di che cosa si nutre oggi l’immaginario condiviso tra scena e grande schermo (Sguardi paralleli). E ancora: percorsi itineranti e teatralizzati attraverso la città (Walk_Talk), workshop, masterclass, lezioni apertea cura delle compagnie e aperti al pubblico (Masterclass).Senza dimenticare che la dimensione di un festival è anche un momento di scambio, di contatto diretto tra pubblico, artisti e operatori, a cui fa da habitat e incubatore il piazzale dello Strehler, attraverso diverse incursioni live, tra musica e bar (laPiazza). OLTRE LA SCENA| PAROLE IN PUBBLICOSpazio Assab One -domenica 5 maggio, ore 18.00 Incontro con Filippo Andreatta e Francesca Rigato e anteprima del libro Frankensteinmodera Graziano GrazianiTeatro Franco Parenti -martedì 7 maggio, al termine dello spettacoloIncontro conTonanQuitomodera Graziano GrazianiTeatro Strehler –Scatola Magica-mercoledì 8 maggio, ore 18.30Cultura e politica per l’Europa di Domanicon Paolo Mori, Claudio Longhi, Hortense Archambault realizzato in collaborazione con ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale)Teatro Grassi -giovedì 9 maggio, al termine dello spettacoloIncontro conPablo Messiezmodera Graziano Graziani
Sagrato del Teatro Strehler -venerdì 10 maggio, ore 18.00Incontro conAlexander Zeldinmodera Graziano GrazianiTeatro Studio Melato -mercoledì 15 maggio, al termine dello spettacoloIncontro con la compagniaTeatro La Re-Sentidamodera Graziano GrazianiSagrato del Teatro Strehler -sabato 18 maggio, ore 17.00Incontro conŁukaszTwarkowskimodera Graziano GrazianiTeatro Studio Melato -sabato 18 maggio, al termine dello spettacoloIncontro conMarta Gòrnickamodera Graziano GrazianiOLTRE LA SCENA | SEGNALIBROTeatro Studio Melato -lunedì 6 maggio, al termine dello spettacolo Marco D’Agostin e Alessandro IachinoIncontro e presentazione del libro Anni, lettere e valanghe di Marco D’Agostin (il Saggiatore,2024)modera Graziano GrazianiTeatro Studio Melato -sabato 11 maggio, al termine dello spettacoloMariano Pensotti e Davide Carnevali Incontro e presentazione del libro Teatrodi Mariano Pensotti (il Saggiatore,2024) modera Graziano GrazianiTeatro Grassi -martedì 14 maggio, al termine dello spettacoloDominique Blanc e Claudio LonghiIncontro e presentazione libro Chantiers, jedi Dominique Blanc (Actes Sud Editions, 2023)Per informazioni visitare il sitopiccoloteatro.org
La polifonia espressiva delle messinscene –in cui si incontrano la valorizzazione della tradizione nazionale, sia nel repertorio sianelle proposte delle nuove generazioni, e l’apertura a un orizzonte internazionale dai grandi fermenti artistici –si ramifica lungo un ventaglio di ulteriori iniziative culturali: si dipana così una rete di percorsi calvinianamente intrecciati alle geometrie, e alla vita, della città di Milano.Il policromo affresco che ne emerge ci invita a condividere la fiducia nella forza generativa e nel potere metamorfico dell’arte e della cultura, attraverso un lucido (e ludico) esercizio dello sguardo e dell’ascolto che tiene insieme il tempo dell’istante e il tempo dell’infinito.Claudio LonghiPresente indicativo: Milano Porta Europa è realizzatocon il sostegno di Fondazione Cariplo, Intesa Sanpaolo (Main Partner), Pirelli (Partner)e con il supportodi Nuovi Mecenati –Fondazione franco-italiana per la creazione contemporanea.Milano Porta Europa_Si svolgerà, dal 4 al 19 maggio, la seconda edizione di Presente Indicativoil festival internazionale di teatro, promossodal Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa, che quest’anno ha come sottotitoloMilano Porta Europa: Milano diventa, per due settimane, il centro della scena europea, motore di una riflessione critica sull’Europa e sul suo futuro. Europada intendersicome orizzonte culturale, esteso ben al di là dei confini fisici e politici che tradizionalmente la definiscono: croceviadi artisti, geografia policroma e frastagliatadi linguaggi, esperienze, sguardi. È un terreno sul quale fiorisce un’idea di teatro dalla doppia vettorialità: attento a valorizzare una magnifica tradizione nazionale, sia nel repertorio sia nelle espressioni delle nuove generazioni, ma capace di non esaurirsi in essa, aprendosi a un instancabile processo di contaminazione, esplorazione, ricerca e scambio in uno scenariointernazionale dai grandi fermenti artistici. Si passa, così, dal talento drammaturgico di Alexander Zeldin(Regno Unito) e Pascal Rambert(Francia, artista associatoalPiccolo) a quello visionario di Łukasz Twarkowski(Polonia), dallo sguardo d’oltre oceano di Mariano Pensotti(Argentina) e Marco Layera(Cile) per tornare a osservare le contraddizioni del Vecchio Continente con Pablo Messiez(argentino, naturalizzato spagnolo), Marta Górnicka(Polonia), Caroline Guiela Nguyen(Francia) e Tiago Rodrigues(Portogallo) –questi ultimidueartisti associati al Piccolo–, fino allo spettacolo che un maestro come Patrice Chéreau(Francia) ha affidato a una delle sue attrici più amate, Dominique Blanc. E ancora, in scena, il talento tutto italiano –ma con più di un riconoscimento presso il pubblico e la stampa esteri –di Davide Carnevali, Marco D’Agostin (artisti associati),Fanny & Alexander, Filippo Andreattaeil collettivoOffice for a Human Theatre. Gli spettacolidisegnano rotte che attraversano i palcoscenici del Piccolo perspingersioltre, aprendosi alla città, raccontando il festival, prima e durante,grazie a un calendario policentrico e capillare di appuntamenti, una sorta di viatico per uno spericolato, appassionantepellegrinaggio teatrale, una festadel Teatro e dell’Europa, per tutti.I numeri_Sediciartiste e artisti della scena europea (e non solo), sedicispettacoli per sedicigiorni. Due sono leproduzioni del Piccolo e trelecoproduzioni, di cuidueinternazionali.Seispettacoli debuttano in prima nazionalee uno inprimaassoluta. Otto, con l’Italia, i Paesi rappresentati(Francia, Polonia, Portogallo, Spagna, ma anche Argentina, Cile, Regno Unito); undici, con l’italiano, le lingueche risuoneranno (bielorusso, cinese, francese, inglese, lettone, polacco, portoghese, spagnolo, ucraino, vietnamita).
Il programma_Sono le ultime recite di Durante(sabato 4 e domenica 5 maggio, al Teatro Grassi), nuova produzionedel Piccolo, diretta da Pascal Rambert, che, allungandosi nel mese di maggio, danno l’avvio alla programmazione di Presente Indicativo –Milano Porta Europa. Artista associatoal Piccolo, il regista francese porta in scena, proseguendo la sua riflessione sul teatro,il secondo atto del trittico aperto nella scorsa Stagione con Prima.Negli stessi giorni, sabato 4 e domenica 5 maggio, al Teatro Strehler, va in scenala prima milanesedi SAIGON, spettacolo culto di Caroline Guiela Nguyen, acclamata regista francese, artista associata alPiccoloe neodirettrice, dal 2023, del Teatro nazionale di Strasburgo.Con la sua compagnia, Les Hommes Approximatifs, porta in scena storie intime, di famiglia, amore, amicizia ed esilio, che brulicano, vivaci e chiassose, in un unico luogo, un ristorante che la nostalgia ha bloccato in uno spazio-tempo teso tra la Francia di oggi e la Saigon degli anni ’50.Ancora il 4 e 5 maggio, al Teatro Studio Melato, prende il via una ‘personale’ di Marco D’Agostin, anche lui artista associato al Piccolo, premio Ubu come miglior performer under 35 nel 2018 e Premio Speciale Riccione per l’Innovazione Drammaturgica, nel 2023. L’artista porta in scena, ogni giorno in successione, First Love, lo spettacolo in cui rende omaggio al suo primo amore, lo sci di fondo, e Gli anni, coproduzione del Piccolo Teatro, vincitore di due Premi Ubu 2023 come migliore spettacolo di danza dell’anno e miglior performer a Marta Ciappina, ispirato all’omonimo libro di Annie Ernaux.Lunedì 6 e martedì 7 maggio,è la volta diAvalanche, Premio Ubu come migliore spettacolo di danza 2018, che vede Marco D’Agostin eTeresa Silvaavvinti in una danza di sopravvivenza,all’alba di un nuovo pianetaprima (o dopo) che una valanga travolga tutto.Il festival esce dalle sale del Piccolo, nell’ottica di un’esondazione teatrale nella cittàe, negli stessi giorni inaugurali (4 e 5 maggio) si spostanello spazio ASSAB ONE,a Cimiano. Inun edificio industriale che per quarant’anni ha ospitato la GEA, Grafiche Editoriali Ambrosiane, viene allestito Frankenstein, la prima volta al Piccolo di Filippo Andreatta. La nuova produzione del suo Office for a Human Theatre, presentato da Threes Productions e Piccolo Teatro, affronta un classico della letteratura occidentale, invitandoa fare i conti con ciòche siamo soliti omettere alla vista e consideriamo mostruoso.La rete di intersezioni cittadine che viene tessuta durante il festival porta al Teatro Franco Parenti(7 e 8 maggio), Entrelinhasdi Tiago Rodrigues, artista associato al Piccoloe attuale direttore del Festival di Avignone. Con una performance che gli è valsa la candidatura come miglior attore da parte della rivista Time Out, Tónan Quitoaccompagna il pubblico in una profonda riflessione sull’arte dell’interpretazione e sulla potenza del teatro, intrecciando la vicenda di un carcerato, che scrive i suoi messaggi alla madre tra le righedi un’edizione dell’Edipo re di Sofocle,e quella di un attore che non ha potuto portare in scena il monologo promessogli dallo stesso Rodrigues.Al Teatro Grassi, dall’8 al 10 maggio, in prima nazionale, va in scena La voluntad de creer.Lo dirige Pablo Messiez, argentino, naturalizzato spagnolo, al suo debutto assoluto in Italiacon un lavoro che, in Spagna,ha ricevutoil premio come migliorespettacolo teatrale del 2023.Ispirandosi al film Ordet di Carl Theodor Dreyer–trattoa sua voltadal dramma di Kaj Munk–, il registaconduce un’indagine sul rapporto tra volontà e fede, ponendolo alla basedel patto con il pubblico che rende possibile la finzione scenica. Ritenendo che l’assenza dello spettatore svuoti di senso il rito del teatro, Messiezha scelto di costruire questo spettacolo aprendo le prove agli spettatori, fin dall’inizio, perché anche nel processo creativo, l’azione è possibile solo condividendo la volontà di crederci.
In The Confessions, che il Piccolo coproduce all’interno di una imponente cordata internazionale e che presenta in prima italianaal Teatro Strehler, dal 9 all’11 maggio, la vita di una donna, dal 1943 al 2021, si faaffresco di un’epoca e delle sue trasformazioni.Alexander Zeldin, drammaturgo e regista inglese, utilizza le ore di conversazione con la madre –e con altre donne sue coetanee –per dipingere il ritratto di una ragazza della classe operaia che, dopo un matrimonio a diciotto anni e un tentativo di omicidio, lascia la sua isola per ricominciare una nuova vita nella Londra degli anni Ottanta. Attraversando i cambiamenti sociali, gli amori di Alice diventano il filo conduttore di un processo di emancipazione, personale e collettivo, in cui ciascuno può riconoscersi.Al Teatro Studio Melato, dal 10 al 12 maggio, torna Mariano Pensotti, del quale nella scorsa edizione del festival il pubblico milanese aveva applaudito Los Años. Con La Obra, anche questa una coproduzione del Piccolo Teatrocon Wiener Festwochen, dove lo spettacolo ha debuttato, Athens Epidaurus Festival e Festival d’Automne à Paris, in prima italiana, il regista argentino dà vita a una travolgente commedia nella commedia che cerca, nel presente, le tracce della violenza del passato. Lo fa con una mise en abymespeculare e vertiginosa, spettacolare nel suo impianto scenico, che invita il pubblico a districarsi tra gli incessanti ribaltamenti della verità nel suo contrario e viceversa.Con La Douleur, in scena nella sala storica di via Rovello,per una sola eccezionale serata, nuovamentein collaborazione conil Teatro Franco Parenti, il 14 maggio, giorno della sua fondazione, il Piccolo rende omaggioa Patrice Chéreau,regista indissolubilmente legato alla sua storia, a dieci anni dallascomparsa.Nel 2008,con la complicità del coreografo Thierry Thieû Niang, Chéreauscelse la stupefacente Dominique Blanc–una delle attrici francesi più acclamate dal pubblico e dalla critica, vincitrice di quattro Premi César, della Coppa Volpi al Festival del Cinema di Venezia e di quattro Premi Molière, di cui uno proprio per questo spettacolo –come interprete del romanzoautobiograficodi Marguerite Duras, nato dal diario tenutodalla scrittrice, militante nelle fila della Resistenza e moglie di un uomo deportato, neglianni terribili della Seconda guerra mondiale. Al Teatro Studio Melato, il 14 e 15 maggio, il regista cileno Marco Layeraporta una riflessione sul potere rivoluzionario della tenerezza. In La posibilidad de la ternura, prima italiana, un gruppo di sette ragazzi cileni tra i 13 e i 17 anni decide di resistere al mandato culturale che li vuole aggressivi e autoritari. Attraverso un processo di creazione collettiva, i giovani, guidati daLayera e da Carolina de la Maza(Teatro La Re-Sentida), costruiscono le fondamenta della propria mascolinità, aprendosi, per la prima volta, al dialogo con l’altro e alla libera espressione dell’affetto. Lo spettacolo, che ha debuttato in autunno alla Ruhrtriennale, fa parte di un dittico il cui primo capitolo, Paisajes para no colorear(2018), era declinato al femminile.Łukasz Twarkowski, figura di puntadella scena teatrale europea, firma lo spettacolo Rohtko, in prima nazionaleal Teatro Strehler dal 16 al 18 maggio. Creatore di performance multimediali che si situano all’intersezione tra teatro e arti visive, il regista polacco solleva domande sulla relazione tra originale e copia, tra reale e virtuale, tra mediazione e rappresentazione. Ispirandosi a una storia vera, che si muove tra gli anni Sessanta e il presente,–un dipinto di Mark Rothko venduto per oltre otto milioni di dollari e rivelatosi un falso,creatonel proprio garageda un insegnante di matematica –,all’interno di una messa in scena spettacolare, cinematografica, Twarkowski compone un’operamonumentale sul valore dell’arte.
Marta Górnicka, che nella scorsa edizione del festival, aveva inondatola circonferenza della sala di via Rivoliconla marea vocale, potente e suggestiva, del suo Still Life. A Chorus for Animals, People and all other Lives, dà ora vita a una nuova opera corale intessuta delle voci di 21 donne tra i 10 e i 71 anni: ucraine e bielorusse che, fuggite da guerra e persecuzioni, ora vivono in Polonia. In MOTHERS-A SONG FOR WARTIME, in prima nazionale, nuovamente al Teatro Studio Melato, il 18 e 19 maggio, la regista, fondatrice del Political Voice Institute al Maxim Gorki Theater di Berlino, trasforma il canto in un’accusa, un appello, una supplica, un avvertimento, nella speranza e nell’attesa di un tempo autenticamente nuovo. Fanny & Alexander, reduce dal successo della Trilogia della città di K., torna al Teatro Studio Melato, il 18 e 19 maggio, con Nina, omaggio a una delle personalità più importanti del Novecento: Nina Simone. Grazie alla tecnica dell’eterodirezione –la trasmissione, tramite auricolari indossati in scena dall’interprete, di una traccia audio –il pluripremiato soprano Claron McFaddenabita ed è abitata dalla voce della cantante, registrata durante interviste e discorsi pubblici, per restituire al pubblico lapotenza dello spirito creativo di Nina Simone, il valore delle sue battaglie e le sue più intime fragilità. Limited Edition_ Seconda proposta performativa italiana all’interno del progetto UNLOCK THE CITY!,cofinanziato dall’Unione Europea,Limited Edition. Urban Theatre for the Future / Milanodi Davide Carnevali, artista associato alPiccolo, unisce la fruizione teatrale a quella museale: un’esperienza site specific, in cui spettatori e spettatrici attraversano i paesaggi e gli spazi della zona Sud-Est della città, tra Porto di Mare e Corvetto, per una visita in forma di spettacolo. Avvalendosi della collaborazione del Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, Limited Edition, produzione del Piccolo,in prima nazionale(dal 10 al 12 maggio) riflette sulle profonde trasformazioni urbanistiche e architettoniche che interessano la periferia milanese, a partire dall’integrazione delle aree verdi nei centri urbani.La performance si inserisce anche nell’ambito delle iniziative del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024 promosso da ASviS, ribadendo l’attenzione del Piccolo intorno al tema dellasostenibilità, che vede in Limited Editionun nuovo momento di riflessione nell’articolato attraversamento che il Piccolo sta conducendo nella progettualità europea e che si amplifica, nell’ambito del festival, con una declinazione sociale e un’azione fortemente inclusiva, prevedendo, per la maggior parte deglispettacoli, una sovratitolazione, sia in italiano sia in inglese, allo scopo di favorire la partecipazione di un pubblico di non udenti.
14 MAGGIO. UNA FESTA PER IL PICCOLO_ Martedì 14 maggio 2024il Piccolo Teatro di Milano festeggia il suo 77° compleanno. La giornata prende il via al Teatro Strehler, con le repliche straordinarie diBenvenuti al Piccolo! Nel paese di Teatro, format di visite guidate teatralizzate a cura di Michele Dell’Utri. In compagnia degli attori Monica Buzoianu e Alberto Pirazzini, i giovanissimi spettatori e le giovanissime spettatrici esplorano gli spazi della grande sala di largo Greppi, alla scoperta dei laboratori e dei luoghi nascosti dietro le quinte, là dove nasce la magia del teatro. A cura dell’Ufficio Promozione Pubblico e Proposte Culturali del Piccolo Teatro di Milano, le visite guidate al Teatro Strehler –e questa volta anche al Teatro Grassi –proseguono con un’edizione speciale di Benvenuti al Piccolo!,rivolta a tutta la comunità, per raccontare quanto la vita dello stabile milanese sia intimamente intrecciata alla storia della sua città.Il pomeriggio si apre conuno specialeWalk_Talk, itinerario volto a collegare tra loro Accademia e Pinacoteca di Brera, Teatro alla Scala e Teatro Grassi, poli di una vera e propria “cittadella della cultura”, nel cuore di Milano. Al termine del percorso, nel Chiostro Nina Vinchi di via Rovello 2, il pubblico potrà ascoltare letture di pagine di Giorgio Strehler–dedicate al senso profondo di un’Europa dei popoli e della cultura –affidate a protagonisti della storia del Piccolo; le parole del regista si intrecciano a testimonianze dei padri fondatori dell’Unione Europea, affidate a un’allieva della Scuola di Teatro “Luca Ronconi”.Le celebrazioni si concludono con il simbolico ritorno –a dieci anni dalla scomparsa –di un altro artista intimamente legato alla storia del Piccolo, Patrice Chéreau. Sullo stesso palcoscenico per cui il regista francese firmò tre diverse produzioni tra il 1970 e il 1972, trova ora spazio La Douleur, spettacolo tratto da Marguerite Duras, con Dominique Blanc. A ottant’anni dalla pubblicazione del Manifesto di Ventotene e quarant’anni dopo la costituzione, a Parigi, del Théâtre de l’Europe –voluto da Giorgio Strehler e Jack Lang –il sogno continua: Milano Porta Europa. Il festival e lacittàIlfestival Presente Indicativo –Milano Porta Europaguarda per definizione e vocazione a un orizzonte internazionale, ma senza mai trascurare il radicamento nel territorio e la necessità che ogni azione culturale ha di dialogare profondamente con esso. Sulla scorta di questa consapevolezza, la sua programmazionesi innestasulla rete di relazioni e sinergie che il Piccolo ha stretto, nel tempo, e continua a stringerecon le istituzioni della città di Milano, con gli altri teatri, con le realtà culturalimetropolitane. L’intenzione, ribadendo una convinzione tenacemente manifestata nelle ultime Stagioni, è quella di uscire dalle propriesale e spingere l’esperienza teatrale, lungo un asse spazio-temporale,non solo al di là del momento della rappresentazione–come suggerisce il ventaglio di proposte di Oltre la scena–ma anche oltre la sua centralitàfisica, esondando nella città,con la proposta di un palinsesto di appuntamenti, sia in preparazione del festival (Aspettando il festival) sia incastonati nelle due settimane di maggio (come le Masterclass, i Walk_Talko le escursioni cinematografiche di Sguardi paralleli, all’interno di Oltre la scenaFestival), che attraversanoin modo capillare i Municipi, al di là del perimetro 20121, contagiando la quotidianità dei suoi spettatori o di tutti coloro che ancora spettatori non sono.
Aspettando il festivalCon il supporto di Intesa Sanpaolo, in attesa e in preparazione del festival, il Piccolo Teatrodi Milanoorganizza un ciclo di undici incontri nei Municipi, nelle università, nelle biblioteche, nelle librerie e nei centri di aggregazione sociale dei quartieri, già recentemente attraversati dalle lezioni di Teatro dietro l’angoloe dalle tappedi lettura integrale del testo che aveva accompagnato il pubblico fino al debutto di Ho paura torero. Siimmagina, quindi,nelle settimane precedenti il mese di maggio, un percorso di presentazione e racconto delfestival, di approfondimento dei temi che animano la rassegna,attraverso il prezioso strumento della lettura: dei testi dai qualigli spettacolisono tratti, ai quali si ispirano o che ad essi si sono legati nel processo di creazione artistica.Oltre la scenaFestivalFarsi promotori di un Teatro d’Europa, di un “presente indicativo” della scena internazionale, significa, prima di tutto, interrogarsi sulla sua identità, sull’esistenza di un terreno comune, sull’humus culturale, sociale, d’immaginario, da cui gemmano le sue diverse –e talvolta imprevedibili –varietà espressive. Per questo, accanto agli spettacoli, si snodauna programmazione parallela: un’agenda di incontri che consentano agli spettatori di conoscere da vicino i protagonisti del festival, mettendone a fuoco le fisionomie, i percorsi, i diversi approcci alla scena. Appuntamenti che aiutino il pubblico a orientarsi con maggior agilità nella proposta artistica, ma che allarghino anche il discorso e la prospettiva “oltre la scena”, a scandagliare il tempo incui viviamo, tentando di tracciarne alcune possibili coordinate. A costellare il festival, tra uno spettacolo e l’altro, sono conversazioni con gli artisti (Parole in pubblico), presentazioni di librie appuntamenti dedicati al mondo dell’editoria(Segnalibro), proiezioni di film in alcune sale cinematografichedella città per scoprire, in parallelo agli spettacoli, di che cosa si nutre oggi l’immaginario condiviso tra scena e grande schermo (Sguardi paralleli). E ancora: percorsi itineranti e teatralizzati attraverso la città (Walk_Talk), workshop, masterclass, lezioni apertea cura delle compagnie e aperti al pubblico (Masterclass).Senza dimenticare che la dimensione di un festival è anche un momento di scambio, di contatto diretto tra pubblico, artisti e operatori, a cui fa da habitat e incubatore il piazzale dello Strehler, attraverso diverse incursioni live, tra musica e bar (laPiazza). OLTRE LA SCENA| PAROLE IN PUBBLICOSpazio Assab One -domenica 5 maggio, ore 18.00 Incontro con Filippo Andreatta e Francesca Rigato e anteprima del libro Frankensteinmodera Graziano GrazianiTeatro Franco Parenti -martedì 7 maggio, al termine dello spettacoloIncontro conTonanQuitomodera Graziano GrazianiTeatro Strehler –Scatola Magica-mercoledì 8 maggio, ore 18.30Cultura e politica per l’Europa di Domanicon Paolo Mori, Claudio Longhi, Hortense Archambault realizzato in collaborazione con ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale)Teatro Grassi -giovedì 9 maggio, al termine dello spettacoloIncontro conPablo Messiezmodera Graziano Graziani
Sagrato del Teatro Strehler -venerdì 10 maggio, ore 18.00Incontro conAlexander Zeldinmodera Graziano GrazianiTeatro Studio Melato -mercoledì 15 maggio, al termine dello spettacoloIncontro con la compagniaTeatro La Re-Sentidamodera Graziano GrazianiSagrato del Teatro Strehler -sabato 18 maggio, ore 17.00Incontro conŁukaszTwarkowskimodera Graziano GrazianiTeatro Studio Melato -sabato 18 maggio, al termine dello spettacoloIncontro conMarta Gòrnickamodera Graziano GrazianiOLTRE LA SCENA | SEGNALIBROTeatro Studio Melato -lunedì 6 maggio, al termine dello spettacolo Marco D’Agostin e Alessandro IachinoIncontro e presentazione del libro Anni, lettere e valanghe di Marco D’Agostin (il Saggiatore,2024)modera Graziano GrazianiTeatro Studio Melato -sabato 11 maggio, al termine dello spettacoloMariano Pensotti e Davide Carnevali Incontro e presentazione del libro Teatrodi Mariano Pensotti (il Saggiatore,2024) modera Graziano GrazianiTeatro Grassi -martedì 14 maggio, al termine dello spettacoloDominique Blanc e Claudio LonghiIncontro e presentazione libro Chantiers, jedi Dominique Blanc (Actes Sud Editions, 2023)Per informazioni visitare il sitopiccoloteatro.org