Liberamente ispirato a “Hamelin” del drammaturgo spagnolo, premio UBU 2008, il testo riflette su innocenza e colpevolezza e sulle responsabilità del mondo adulto verso i bambini.
“…Io sto cercando la verità, l’origine del male”. Questo dichiara il giudice Montero, protagonista di “Hamelin”, parabola contemporanea che prende il nome dal famoso pifferaio. In questa ricerca di assoluto il giudice si impegna ossessivamente, mentre indaga su un caso di pedofilia. E proprio a “Hamelin”, scritto dal drammaturgo spagnolo Juan Mayorga, premio UBU 2008 come miglior testo straniero, si ispira liberamente “SILENZIO”, lo spettacolo che gli allievi del terzo anno dell’Accademia Teatrale Veneta porteranno in scena il 6 e 7 marzo alle 20.30 e domenica 8 marzo (alle 17.00) al Teatro Junghans della Giudecca (Venezia). L’ingresso è libero.
“SILENZIO” è il risultato di un progetto didattico diretto da Adriano Iurissevich con la collaborazione di Giuseppe Emiliani, e vedrà protagonisti Federico Bedocchi, Maria Cristina Fiorentin, Chiara Giani Tagliabue, Mattia Giordano, Milena Lonardoni, Florina Alexandra Lovin, Niccolò Pace, Emilia Piz, Giulio Santolini, Martina Testa e Stefano Tumicelli. La supervisione costumi è di Licia Lucchese. Gli allievi dell’ultimo anno della Scuola triennale si confrontano in questo lavoro con la drammaturgia contemporanea in cui, spiega Iurissevich, “la parola ha un senso diverso rispetto alla drammaturgia classica, perché pone la necessità di far diventare teatrale un discorso apparentemente quotidiano, con un evidente contrasto tra la convenzione teatrale e la recitazione realista: la drammaturgia contemporanea invita con forza a trovare grande verità nella convenzione teatrale”.
Mayorga è tra i più autorevoli drammaturghi della nuova generazione nell’intero panorama internazionale. “Hamelin” non è semplicemente un discorso sulla pedofilia, “bensì una profondissima riflessione sulle responsabilità del mondo adulto verso i bambini, nonché sul gracile confine che separa innocenza e colpevolezza, giustizia e giustizialismo, bene e male e sui meccanismi di costruzione del capro espiatorio in un mondo in cui …tutti vogliamo sentirci innocenti…e ognuno si fabbrica verità ad uso personale e autoassolutorio – continua Iurissevich -. Presentare questo testo all’interno di una scuola di teatro, al di là della complessa e azzardata sfida interpretativa proposta agli allievi attori, è un invito a loro stessi, attori culturali del domani, a rappresentare e mantenere presenti e vivi nella società quei valori etici che sono origine, fondamento e motivazione del Teatro”.
“SILENZIO”, la cui lavorazione ha chiesto circa due mesi e mezzo di impegno per gli allievi attori, mette in scena un’opera sul linguaggio, “su come si forma e su come ammala il linguaggio, su come l’esercizio repressivo del potere si manifesta attraverso la mistificazione della parola. Ma la parola stessa può trovare riscatto attraverso la sua funzione creatrice, nel momento in cui permette di fare leva sull’immaginazione dello spettatore: uno spettatore non semplice recettore passivo di incantamenti tecnici e mediatici, ma costantemente chiamato a riflettere, fare scelte, prendere decisioni, colmare i vuoti, riconoscere i propri giudizi e pregiudizi, secondo la definizione dell’autore per cui il Teatro avviene nel pubblico”.
L’ingresso è libero. I posti sono limitati, si consiglia la prenotazione.
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Informazioni per il pubblico:
Accademia Teatrale Veneta
Tel. 041.2411974
info@accademiateatraleveneta.