Un marcato accento russo, riferimenti alla sagra di Farnocchia e ai bolscevichi, a ballerine infortunate dal nome Kolesterikova o Verikosa cadute nella buca dell’orchestra poco prima dello spettacolo dà voce alla presentazione a sipario chiuso di una delle performance di arte muta più esilaranti che il Teatro della Versiliana abbia mai visto.
Uno spettacolo ideato con grande intelligenza non avrebbe potuto cominciare che con un altrettanto geniale prologo: il pubblico, forse un po’ scettico in principio, ha così subito percepito che non solo era permesso ridere, era inevitabile.
Se qualcuno ancora si chiede come una compagnia dal profilo così atipico possa continuare ad avere questo incredibile successo internazionale dopo quasi 40 anni, troverà certamente la risposta assistendo ad uno dei loro spettacoli.
Les Ballet Trockadero de Monte Carlo é sì una compagnia di ballerini classici “en travesti” che fanno commedia esibendosi nei grandi balletti del repertorio classico,ma la loro grande arte non sta nel fatto che riescano a far spassosamente divertire il pubblico mettendo in scena tipici incidenti o errori che comunemente accadono in scena, esagerando fobie da prima ballerina o utilizzando la marcata mascolinità di alcuni dei danzatori sulle punte, bensì il fatto che tutto ciò venga raggiunto mostrando, spesso con maestria, rari virtuosismi tecnici. Con ciò non solo dimostrano che si può far ridere anche restando fedelissimi a coreografie originali di grandi lavori di Petipa o Balanchine, ma che si può sfruttare ciò per far avvicinare il pubblico ai grandi classici attraverso un approccio alternativo, dimostrando con abilità che è possibile anche per i maschi ballare sulle punte.
Dopo la loro celebre parodia del II atto del “Lago dei Cigni”, che tra una gag e l’altra dal timing perfetto, quasi non ci lascia il tempo di respirare, degno di nota l’italiano Roberto Forleo, indubbiamente uno dei migliori in scena, dimostrando nel ruolo di Odette un grande controllo), gli irriverenti componenti della troupe ci deliziano con una “Tarantella” di Balanchine dove spicca, nel ruolo maschile, la pulizia di batterie e basso gamba di un altro italiano, Alberto Pretto. Seguono “Go for Barocco”, poi il cavallo di battaglia “The Dying Swan” interpretato da una star della compagnia, l’immancabile Ida Nevasayneva (nome vero Paul Ghiselin), infine con “Paquita” ed un finale un po’ swing tutto a sorpresa i Trocks dimostrano che in effetti i corpi maschili naturalmente più forti delle donne, nonostante risultino a volte un po’ troppo possenti, possano essere ottimi strumenti per una tecnica delle punte che appare diversa, nuova, forse meno graziosa e raffinata, ma sicuramente più atletica nei salti e virtuosa nei giri.
Non è un caso quindi se questa compagnia di danzatori in tutù e coroncina sia diventata un autentico fenomeno internazionale, con tanto di fans sparsi per tutto il pianeta, raggiungendo il massimo consenso anche della critica. Partiti da un piccolo late night show in Off-Off Broadway nel 1974 i Trocks (come vengono affettuosamente chiamati) hanno calcato le scene in più di 500 città di 33 paesi diversi, raggiungendo da allora il sold-out in ogni teatro, soprattutto in Giappone.
Speriamo quindi che anche la direzione artistica dei Festival estivi nostrani, abbia potuto assistere e rendersi conto che lo standard di molti dei ballerini superava spesso di gran lunga quello dei membri di tante compagnie classiche dai pomposi nomi russi, spesso create in occasione di tour europei, che negli ultimi anni ci sono state proposte da molti teatri e il cui intento purtroppo non era assolutamente quello di fare del repertorio una commedia imbarazzante.
Il pubblico lascia la pineta di D’Annunzio entusiasta ed allo stesso tempo sorpreso: si legge sul volto di molti spettatori lo stupore per ciò che hanno visto, increduli davanti a cotanta bravura, ma soprattutto meravigliati dell’ilarità contagiosa dello show.
Ciò non può altro che suscitare una reazione in un pubblico di villeggianti afflitti dalla crisioverdose delle news: “Please Trocks… keep on trockin’!”