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Napoli ’43, un omaggio alle “Quattro giornate”

Foto di Fiorenzo De Marinis
Foto di Fiorenzo De Marinis

Settant’anni fa Napoli si liberava del dominio tedesco. Una rivolta scoppiata quasi senz’armi, popolare, fatta di passaparola, di scugnizzi ed eroi sconosciuti alla storia: comuni uomini e donne che volevano riprendersi la loro città. Napoli impiegò soli quattro giorni (dal 28 settembre al primo ottobre) per liberarsi dall’oppressione tedesca, una memoria che deve rimanere viva anche a distanza di anni. Questo “Napoli ’43-Scenario Evento per il 70esimo ‘D-Day’ Napoletano” di Enzo Moscato, che debutta al Teatro Nuovo proprio in occasione del settantesimo anniversario delle Quattro giornate, è un omaggio a quella città fiera e combattiva, lontana dalla disillusione e dalla rassegnazione di oggi. Un cast d’eccezione, venticinque attori tra cui lo stesso Moscato insieme con Antonio Casagrande, Benedetto Casillo, Cristina Donadio, Salvatore Cantalupo, Gino Curcione, Ciro D’Errico, Enza Di Blasio, Gino Grossi, Carlo Guitto, Rita Montes, Serena Furfaro, Paco Correale, Salvatore Chiantone, i giovani Giuseppe Affinito, Caterina Di Matteo, Francesco Moscato, Giancarlo Moscato, Manuela Mosè, con la partecipazione di Lucia Celi, Rosa Davide, Donatella Sbriglia, e i piccoli Maria Pia Affinito, Isabel e Oscar Guitto.

Una pièce che ha la forma scenica di una cantata. Immobilità, citazioni, mescolanze che tentano di dare il senso dell’irripetibilità della storia. Un’umanità astratta in una dimensione onirica. Figure vincitrici nel conflitto bellico ma già morte e sconfitte sulla scena. “Ho senza alcuna esitazione spazzato via dalla scena ogni folclore stereotipato di rovine o realistici orpelli bellici, per lasciare il posto invece a uno spazio, stazionale e azionale, completamente irreale, visionario, trasfigurante, giacché solo affidandolo a un’allucinazione, a un incubo, a un delirio, talvolta orgiastico, talvolta malinconico, fatto quasi esclusivamente di voci, antiche filastrocche, grappoli di suoni, di parole, riusciamo forse a misurare, oggi, lo strappo enorme che produce la rimozione o la cancellazione della rivolta napoletana” si legge in una nota di Moscato, scrittore e interprete nonché regista dello spettacolo che rinnova la sua collaborazione con Mimmo Palladino iniziata nel 1995 con lo spettacolo Co’Stell’Azioni, proseguita nel 2001 con la pièce sulla Rivoluzione Napoletana del 1799 Sull’ordine e il disordine dell’ex macello pubblico (L’estremo), e nel 2009 con Toledo Suite, quarto disco-concerto dell’autore.

Protagonista quindi di Napoli ’43 non è lo scontro, la lotta per la liberazione della città, ma bensì il disagio, la sconfitta intima che ne deriva. Non resta che assistere a questo delirio di frammenti che è la scrittura di Moscato e chiederci oggi chi siano i nuovi tedeschi.

 

 

Presentato dalla Compagnia Teatrale Enzo Moscato

a cura di Claudio Affinito

 

 

Immagini sceniche Mimmo Paladino

disegno luci Cesare Accetta

costumi Tata Barbalato

musiche originali Claudio Romano

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