“Fin da piccole ci hanno imbottito la testa di favole, ma non ci vuole molto a rendersi conto che, più che una fiaba, la vita di una donna è un horror!”. È in questo modo, assolutamente senza mezzi termini, che veniamo introdotti ne “La versione di Barbie. Monologo comico ad alto contenuto satirico” per la regia di Malvia Marigliano, il cui testo è tratto dal libro “La versione di Barbie” di Alessandra Faiella.
La protagonista di questo monologo è la donna. O forse sarebbe meglio dire l’essere donna e tutto quello che ciò comporta. Dall’infanzia al tragico arrivo della menopausa. Senza dimenticare il matrimonio, i figli, il lavoro e l’inevitabile decadimento fisico che va di pari passo col passare degli anni. Del resto che la donna non abbia vita facile è chiaro sin dall’inizio, quando da piccola è costretta a giocare con la Barbie, bambola che rappresenta un modello di perfezione irreale. Tutto ha inizio lì, da quel senso di inadeguatezza che apre la strada ad un perenne e affannante tentativo di rispecchiare modelli imposti da altri.
Su questi presupposti prende avvio un’analisi ironica e dissacrante che, ripercorrendo l’itinerario di formazione di una donna, esplora il complesso e vivido universo femminile. A fare da guida in questo viaggio è una brillante Alessandra Faiella, interprete energica, dalla mimica marcata e coinvolgente. Distrarsi è praticamente impossibile. Il ritmo infatti è incalzante e la Faiella interagisce con il pubblico in sala, facendosi per una sera rappresentante di quelle illusioni, paranoie e manie, che sono peculiarità femminili. Ed è così che riesce a far ridere tutti. Donne e uomini.
Un’ironia intelligente, ecco il punto di forza di questo spettacolo. L’abilità di presentare il complesso universo femminile attraverso le parole di una donna che si osserva con autoironia e con altrettanta autoironia si rassegna all’innegabile difficoltà di comunicazione con l’altro universo, quello maschile. In quest’ottica, questo spettacolo rappresenta una vera opportunità. Un modo divertente per mostrare agli uomini come sia complesso essere donna, come sia difficile convivere con la mente affollata di pensieri e insicurezze, ma anche quanta smisurata umanità si racchiuda in tutto questo.
In una società che propone modelli di perfezione irreali ed irraggiungibili o che ancora oggi, attraverso strumenti come la pubblicità, tende a proporre un’immagine di donna moglie, madre e perfetta casalinga, è bello e assai rincuorante sentir parlare una donna vera di donne vere. Un testo autentico, dunque, rivolto a tutti, ma in modo particolare alle donne. Protagoniste e destinatarie principali di un monologo che, a suon di battute dissacranti, inneggia alla presa di coscienza. Un invito a guardarsi con leggerezza e ad amarsi per quello che si è, imparando così a perdonare qualche difetto. Niente più lamentele! È tempo di credere in noi stesse e di esaltare le nostre capacità. È tempo di svincolarsi dai modelli indotti e di vivere la vita che desideriamo. Un doveroso atto d’amore verso noi stesse i cui benefici, senza accorgercene, raggiungeranno anche coloro che ci stanno accanto.