Amuleto

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fotoE anche se il canto che ascoltavo parlava della guerra, delle imprese eroiche di una intera generazione di giovani latino-americani sacrificato, io capii che al di là di tutto parlava del coraggio e degli specchi, del desiderio e del piacere. E quel canto è il nostro amuleto”.

Con la visione della speranza, rappresentata dal canto dei bambini, si chiude lo spettacolo “Amuleto”, tratto dal romanzo omonimo del 1998 di Roberto Bolaño, scrittore cileno, attivista politico, morto nel 2003. Ambientato nel Sessantotto messicano, un periodo di grandi inquietudini politiche, nel quale si susseguivano manifestazioni e proteste studentesche che avevano l’intento di appoggiare gli eventi che accadevano nel mondo, sfruttando, in particolare, la visibilità di cui godeva in quel momento il paese grazie agli imminenti Giochi Olimpici. Fu allora che il presidente Diaz ordinò l’occupazione dell’UNAM (Università Nazionale Autonoma del Messico), e fu allora che Auxilio Lacouture, la madre della poesia (e dei poeti) latino-americana, sostenne la prova maggiore della sua vita: tredici giorni rinchiusa nel bagno del 4° piano dell’Università, senza farsi trovare, senza farsi arrestare, senza permettere all’incubo di prenderla, per resistere, in nome di coloro che non hanno potuto farlo, che hanno lottato e sono stati perseguitati; in nome del loro credo, della loro poesia, di una poesia che non sparirà, il cui potere, in preda ad una metempsicosi, ritornerà visibile, sempre.

Novanta minuti di monologo incessante, scalpitante, tormentato, nel quale i ricordi si mescolano senza capo né coda, rievocati ed ispirati dalla mente che rivive quei momenti di angoscia; una cascata alternante di sentimenti, emozioni, stordimenti, dolori, amori, amicizie. Auxilio è immersa nelle sue parole, nella sua vita “bohémien”, nelle sue visioni, nella sua follia (“forse fu la follia che mi spinse a viaggiare; può darsi che fosse la follia. Io dicevo che era stata la cultura: è chiaro che la cultura a volte è follia, o comprende la follia. Forse fu il disamore che mi spinse a viaggiare; forse un amore eccessivo e travolgente. Forse fu la follia”), nelle rievocazioni del suo passato e del suo futuro. Scopriamo le sue origini, il suo trasferimento in Messico, la lotta per la democrazia nelle sfumature dei vari paesi sudamericani (citando anche la famosa canzone di Sergio Ortega “El pueblo unido jamás será vencido”), il Che, la caduta di Allende, l’orrore della guerriglia, le ecatombi; impietrita nel pensiero dei fiumi di sangue che sono scorsi e nella sofferenza della sua forzata prigionia.

Solo un’attrice con il talento e la capacità espressiva di colei che, a detta di molti, è la migliore attrice del teatro italiano, una delle interpreti più sensibili e raffinate, poteva cogliere la vera essenza della mitomane, patetica, generosa ed autoironica Auxilio Lacouture. Maria Paiato porta in scena un vero e proprio “One woman show”, incarnando la poetessa americana con trasporto e rapimento, incantando il pubblico che la applaude per cinque minuti, lei, sola, nella cornice “a tinta unita” della rinnovata sala del Teatro Comunale di Antella. Uno spettacolo, ricordiamo, prodotto da “Archètipo” in collaborazione con il Teatro Metastasio Stabile della Toscana, con la regia di Riccardo Massai che ripropone una versione ridotta del romanzo.

Le visioni che ci vengono narrate da Maria – Auxilio, giungono a noi come scintille riaffioranti nella memoria di una donna che ha vissuto un incubo, e lo rivive per tutto il corso della sua esistenza; una donna, forse troppo pura, che rivive con ossessione l’inferno e i lugubri delitti di cui si è macchiata la “sua” terra. Queste visioni si spingono sin dove giunge la poesia, ovvero dove un canto di ragazzi, nonostante la loro caduta nell’abisso, rimane a librarsi nell’aria, monito dell’amore, e nostro amuleto.

 

 

AMULETO

di Roberto Bolaño
uno studio con Maria Paiato

Durata 90’

regia Riccardo Massai

costume Ilaria Baroncelli
disegno luci
Lucilla Baroni
drammaturgia sonora
Vanni Cassori

Produzione Archètipo
in collaborazione con Teatro Metastasio Stabile della Toscana