Da un’idea di Sibilla Barbieri. Testo finalista del premio Enrico Maria Salerno. Regia di Ivana Pantaleo. Esiste un legame tra guerra e maternità? Storicamente le donne sono state escluse dalla partecipazione alla guerra anche – e soprattutto – in virtù del loro ruolo di madri. E se fosse proprio la capacità di generare nuova vita a costituire un legame con essa? Barbieri propone un punto di vista originale e invita a riflettere su quanto in realtà il cordone ombelicale che lega madre e figlio può essere molto simile al doloroso legame che si instaura tra il guerriero e il suo nemico. È un legame fatto di sangue perché è nel sangue che la donna fa dono della vita ed è nel sangue che la donna guerriera condanna a morte. La performance apre una breccia nello spettatore che non potrà fare a meno di riflettere su questo legame suggellato dal sangue come un patto inviolabile. Forse chi genera la vita ha una consapevolezza diversa e più profonda del significato di dare la morte? La pièce ribalta lo stereotipo della donna debole e sottomessa, priva di autonomia e indipendenza, estranea alla guerra e al combattimento e dà vita a personaggi di donne che combattono con onore e che affrontano con dignità e coraggio il destino che le attende in caso di sconfitta. Ma attenzione. Non si tratta di donne che combattono come uomini, Barbieri non si limita a ribaltare uno stereotipo ma costruisce dei personaggi femminili che pensano, agiscono e colpiscono come donne, o meglio, come donne guerriere.
Recensione di Imma Amitrano
——–
Scritto da Sibilla Barbieri
Regia di Ivana Pantaleo
Con Sibilla Barbieri, Marta Iacopini, Silvia Mazzotta, Ivana Pantaleo
Musiche e disegno luci Andrès Arce Maldonado
Coach Paolo Alessandri