di Bertolt Brecht
con Massimiliano Aceti, Alessandro Baldinotti, Daniele Biagini, Silvia Biancalana, Pietro Biondi, Rosy Bonfiglio, Francesca Ciocchetti, Gianni De Lellis, Michele Demaria, Luca Di Prospero, Alice Ferranti, Giulia Gallone, Ludovica Apollonj Ghetti, Giovanna Guida, Lucia Lavia, Andrea Macaluso, Mauro Mandolini, Luca Mascolo, Woody Neri, Mario Pietramala, Matteo Prosperi, Matteo Ramundo, Malvina Ruggiano, Carlo Sciaccaluga, Anna Scola
musiche originali di Hanns Eisler
eseguite dal vivo dai musicisti della Scuola di Musica di Fiesole
Elena Pruneti flauto
Graziano Lo Presti clarinetto
Giuseppe Stoppiello pianoforte
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
regista assistente Giacomo Bisordi
regia Gabriele Lavia
produzione Fondazione Teatro della Toscana/Teatro Stabile di Torino/Teatro Nazionale
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La sola libertà per l’uomo è la libera ricerca della verità. Dopo i tormenti dei Sei personaggi in cerca d’autore, Gabriele Lavia dirige e interpreta Vita di Galileo di Brecht, il dramma dei rapporti tra scienza e morale, scienza e collettività, che è anche la prima produzione del Teatro della Toscana dopo l’ottenimento dello status di Teatro Nazionale, in coproduzione con il Teatro Stabile di Torino/Teatro Nazionale. “Con questo spettacolo”, afferma il Maestro, “saldo il conto con la mia vita di teatrante”. Un’edizione fedele al testo originale per 26 attori che in scena interpretano più di ottanta personaggi, e con tre musicisti. Teatro all’ennesima potenza che sviluppa tutte le sue possibilità creative.
Vita di Galileo è un’opera in quindici scene cui Brecht ha lavorato, con ritocchi e rimaneggiamenti, per oltre vent’anni. La prima versione risale al novembre del 1938, durante l’esilio in Danimarca. Galileo, il fondatore della nuova fisica, è visto come un eroe che abilmente sceglie di capitolare di fronte al potere per continuare la sua ricerca scientifica. Gli studi sulla fissione dell’atomo prima, e la costruzione della bomba atomica poi, portano a una trasformazione del testo: Galileo diventa un antieroe e la sua abiura l’atto con cui è stato messo drammaticamente in discussione il rapporto tra scienza e società. L’opera così rivista viene rappresentata nel luglio del 1947 al Coronet Theater di Beverly Hills a Los Angeles, con la regia di Joseph Losey. Per il debutto del 1955 al Berliner Ensemble il dramma subisce ulteriori variazioni. In questa forma, che per Brecht, morto durante le prove, ancora non era definitiva, Vita di Galileo arriva nel 1961/62 al Piccolo di Milano, regia di Giorgio Strehler, con Tino Buazzelli nel ruolo di Galileo. Uno spettacolo che cambia la vita di Gabriele Lavia, rendendolo l’artista che tutti conosciamo. Anche per questo Vita di Galileo è stato individuato come prima produzione del nuovo corso del Teatro della Toscana dopo l’ottenimento dello status di Teatro Nazionale, in coproduzione con il Teatro Stabile di Torino.
“Ho preso dentro di me la grande decisione di fare teatro”, ricorda il Maestro, “quindi di dare un indirizzo alla mia vita, dal quale poi non mi sarei più tolto o potuto togliere, dopo aver visto Vita di Galileo di Strehler. Alla prima a Milano non ero ancora entrato all’Accademia d’Arte Drammatica, presi allora la decisione di candidarmi. L’ultima volta che l’ho visto, anni dopo a Roma, stavo già studiando da attore. Le questioni affettive, personali, sono state molto forti per la scelta del testo: con questo spettacolo saldo il conto con la mia vita di teatrante.”
L’opera di Brecht si apre a Padova nel 1609, dove Galileo tiene la cattedra di matematica dal 1592. Lo scienziato viene in contatto con il cannocchiale, inventato in Olanda l’anno prima, e lo perfeziona per usarlo nelle sue osservazioni astronomiche. È grazie a questo strumento che giunge alla sua prima grande scoperta, l’esistenza dei quattro satelliti di Giove. Non tutto ciò che si trova in cielo, quindi, ruota intorno alla Terra. Si tratta della prima prova che può mettere in crisi il sistema tolemaico, secondo cui il Sole e gli altri pianeti ruotano attorno alla Terra, centro immobile di tutto l’universo. Galileo si sente pronto a difendere pubblicamente la teoria eliocentrica di Copernico. Per quelle sue sconvolgenti osservazioni celesti che aprivano, come noi oggi sappiamo, l’epoca moderna, viene accusato di eresia sotto il pontificato di Urbano VIII: negare alla Terra la ‘autorità’ di centro immobile del Creato equivale a ribellarsi alle Sacre Scritture e ingannare le anime. Si costringe così lo scienziato ad abiurare e a restar prigioniero, in seguito, tra i muri d’una villa di Arcetri.
“Brecht pone una domanda: che cos’è la verità?”, spiega Lavia, “la risposta è: l’essenza (la possibilità) della verità è la libertà. Non si può trovare la verità se non a costo, duro, difficile, doloroso, della libertà. La libertà non è fare quello che ci pare, è la limitatezza della conoscenza. Brecht è un politico e parla della verità della polis, dello stare al mondo insieme con gli altri.”
Nonostante il suo intimo dissidio, la sua contraddittorietà, il Galileo brechtiano è figura umanamente ricca, moderna proprio perché, pur asserendo in modo geniale la verità contro l’ignoranza, la superstizione e il conformismo, resta in bilico perenne tra due fronti. Una unione di contrasti che ricorda quella che lega l’attore al suo personaggio.
“L’attore non è mai il personaggio, mai”, precisa Lavia, “vive semmai in armonia con esso. Armonia viene da ‘armos’, da cui arma: è quindi un combattimento, una guerra costante con il personaggio. Proprio in questo non comprendersi è possibile l’arte dell’attore.”
La figura di Galileo, lo scienziato che con le sue rivoluzionarie intuizioni rischia di mettere a repentaglio gli equilibri teologici e sociali del suo tempo e che si piega alla ritrattazione per timore della tortura e per mancanza di agonismo eroico, è la metafora dello scienziato moderno, dell’intellettuale perseguitato dall’inesorabile binomio scienza-fanatismo.
“Il grande insegnamento che ci dà Brecht”, conclude il Maestro, “è che l’uomo ha diritto di non sapere, ma anche di sapere, ha il diritto di non capire, ma anche di capire. È uno scambio costante. A un certo punto il piccolo Andrea Sarti dice a Galileo: ‘Ma perché vi ostinate a farlo capire a me? È difficile. Non ho ancora undici anni, li compirò in ottobre.’ Galileo, cioè Brecht, risponde ad Andrea Sarti, ovvero lo spettatore, ovvero la sua società: ‘Proprio questo voglio: che anche tu lo capisca. Proprio perché lo si capisca io sto lavorando tanto’. Tutti hanno il diritto di capire e spero che nel mio spettacolo si capisca tutto. Questo sarebbe un grande successo.”
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BIGLIETTI
Prezzi
INTERI
€ 32,00 PLATEA ● € 24,00 PALCHI ● € 16,00 GALLERIA
Ridotti (escluso domenica)
OVER 60
€ 28,00 PLATEA ● € 20,00 PALCO ● € 14,00 GALLERIA
UNDER 26
€ 20,00 PLATEA ● € 16,00 PALCO ● € 12,00 GALLERIA
SOCI UNICOOP FIRENZE (martedì e mercoledì)
€ 25,00 PLATEA ● € 18,00 PALCHI ● € 13,00 GALLERIA
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BIGLIETTERIA
Teatro della Pergola, via della Pergola 18, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com.
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.
Online su www.teatrodellapergola.com e tramite la App del Teatro della Pergola.
Circuito regionale Boxoffice.
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IL LABORATORIO DI COSTUMI E SCENE DEL TEATRO DELLA PERGOLA
Il Laboratorio di Costumi e Scene del Teatro della Pergola nasce a marzo 2015 con l’obiettivo di creare una realtà di produzione permanente che metta a confronto le antiche manualità proprie della storia artigianale del teatro con esperienze artistiche diverse, per dare un nuovo impulso a quel particolare tipo di cultura che da secoli caratterizza in termini universali la nostra identità: il saper fare.
Il Laboratorio è il luogo in cui si realizzano scene e costumi per gli spettacoli prodotti dal Teatro della Toscana, ma è anche il promotore di un’offerta formativa sui mestieri del teatro, strutturata in una serie di corsi e workshop tematici sia di carattere pratico che teorico.
L’elemento fondante della proposta didattica è la trasmissione diretta dei saperi dai maestri agli allievi e l’elaborazione di progetti concreti, quali la realizzazione di elementi di scena e costume per gli spettacoli, l’elaborazione di allestimenti per esposizioni, la conservazione del patrimonio del Museo della Pergola, la creazione di manufatti che potranno entrare a far parte del repertorio del Teatro.
Il calendario di ottobre:
1-2-5-6-7 ottobre, ore 15:00-19:00
La Storia del Costume e lo stile di oggi
Influenze ed alchimie
Parte seconda
Corso teorico di 20 ore
Max 8 allievi
Euro 200
Docente Joanka Micol Medda
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8-9-15-16-22-23-29-30 ottobre, ore 9:00-13:00/14:00-18:00
Vestire il Settecento parte seconda
Elaborazione di un costume femminile del XVIII secolo.
Corso pratico di 60 ore
Max 8 allievi
Docente Diego Fiorini – Fondazione Cerratelli
Costo: Euro 420
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19-20-21 ottobre ore 14:00-19:00
Il Tricorno
Costruzione e stile del copricapo simbolo del XVIII secolo
Corso pratico di 20 ore
Max 7 allievi
Docente Dagmar Elizabeth Mecca
Costo: Euro 200
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Sconto del 10% per gli abbonati al Teatro della Toscana (Teatro della Pergola e Teatro Era) e per gli studenti universitari. Sconto del 15% sul totale della spesa per chi segue più di un corso.
Per informazioni: formazione@teatrodellapergola.com – 055/2264354
Sono aperte le iscrizioni al biennio 2015/2017 del
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ALLA PERGOLA IL CORSO DI FORMAZIONE PER ATTORI “ORAZIO COSTA”
Il Corso biennale, basato sul Metodo Mimico di Orazio Costa, ma con approcci didattici di altre metodologie, prevede varie materie tra cui: recitazione, interpretazione scenica, dizione ed educazione della voce, esercitazioni di mimica, danza e movimento, esercitazioni di coro mimico, storia del teatro. Il Corso è coordinato da Pier Paolo Pacini.
Al Corso possono accedere tutti i cittadini italiani e stranieri con un’ottima conoscenza della lingua italiana, di età compresa tra i 18 e i 27 anni, in possesso di un diploma di scuola superiore o equivalente.
Il Corso è gratuito e si svolgerà a partire da novembre 2015 dal lunedì al venerdì (orario 10-18).
Iscrizioni entro il 18 ottobre
Selezioni dal 26 al 31 ottobre
Bando completo e modulo di ammissione su www.teatrodellatoscana.it (sezione Formazione).
Informazioni formazione@teatrodellatoscana.it
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IL TEATRO DELLA TOSCANA FINALISTA AL BANDO CHEFARE CON IL PROGETTO INSIDE OUT-COMMUNITY THEATRE, IL METODO COSTA PER L’OLTRARNO
Erano oltre settecento, sono rimasti in quaranta: si parla dei progetti che hanno preso parte aI Bando cheFare, pubblicato dall’associazione culturale omonima con la finalità di assegnare tre contributi di 50.000€ a favore di progetti di innovazione culturale caratterizzati da un forte impatto sociale. Valori d’impresa e sostenibilità economica della cultura rappresentano il sottotesto richiesto ai progetti in lizza, per opporsi con i fatti alla retorica della crisi, mettendo assieme imprese sociali, operatori culturali e comunità online. E sarà proprio una votazione online, da oggi fino alle ore 18 del 5 novembre sul sito www.che-fare.com, a decidere quali saranno i dieci progetti che accederanno alla terza fase, quella della decisione finale, affidata come la prima, già terminata, a una giuria di esperti.
Il Teatro della Toscana, nella sua declinazione Pergola, fa parte dei quaranta soggetti selezionati con il progetto INSIDE OUT-COMMUNITY THEATRE, che mira a rispondere a una domanda molto semplice: può il teatro essere ancora uno degli elementi di unificazione di una comunità urbana, magari di un’area storica che ha bisogno di stringere nuovamente le proprie radici per guardare a un futuro diverso? La risposta è sì, e il progetto INSIDE OUT-COMMUNITY THEATRE mira a dimostrarlo concretamente: obiettivo, il quartiere Oltrarno di Firenze, storico cuore autenticamente popolare della città, la zona descritta così bene da Vasco Pratolini nei suoi romanzi. Oggi è ancora una delle zone più vitali della città, e attraversa una fase di mutamento strutturale, della residenza e delle attività economiche in cui sono necessarie le più disparate forme di collante sociale. Il teatro è sicuramente una di queste forme. Non un teatro qualsiasi, non il teatro che ha per obiettivo solo lo spettacolo: piuttosto, un teatro come visione del mondo e dello stare insieme, come disciplina del corpo e delle emozioni, come pedagogia. Linea di intervento principale è l’organizzazione di corsi informativi diffusi del Metodo Mimico di Orazio Costa, il metodo elaborato da Orazio Costa come sistema didattico per l’attore (che oggi è alla base di uno dei filoni formativi del Teatro della Toscana) ma che fin dalle origini venne pensato come applicabile a svariati altri ambiti. Anziani, giovani, disabili, commercianti, residenti, stranieri, tutti potranno accedere ai laboratori che sono volti in primo luogo alla conoscenza di sé, delle proprie potenzialità espressive, della possibilità di controllare e adoperare le proprie emozioni. Il progetto prevede di animare i luoghi più disparati del quartiere, anche dismessi, con i laboratori e con piccole restituzioni finali. Si farà anche una “mappatura creativa” di quest’area così fertile.
Non una scuola di teatro, dunque, ma un movimento dal palco alla strada per fare del teatro un tramite artistico di crescita e socializzazione per i cittadini.
Per votare bisogna registrarsi sul sito www.che-fare.com (è possibile anche dalla scheda di INSIDE OUT-COMMUNITY THEATRE) e cliccare Vota.
Si riceveranno sulla casella di posta indicata al momento della registrazione due e-mail distinte: la prima con la password necessaria per votare, la seconda con un link da cliccare per confermare il proprio voto. A seguito della votazione verrà inviata una mail di conferma che il voto è stato correttamente caricato: dovrebbe arrivare entro 10 minuti dal voto, se non la si vede potrebbe trovarsi nella cartella di Spam. Il sistema non accetta più voti dal medesimo utente per lo stesso progetto.