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“Primo amore” di Letizia Russo

Andato in scena al Cubo Teatro di Torino nell'ambito della rassegna "Schegge"

fotoLo spettacolo PRIMO AMORE, testo di Letizia Russo, già vincitrice nel 2003 del Premio Ubu, apre la rassegna “Schegge” in questo intrigante spazio che è il Cubo Teatro, posizionato alla periferia ma comodissimo al centro di Torino. Sono le ex Officine Corsare, nome che mi ha sempre ricordato quel film dei Monty Pyton dove un palazzo, sede di una banca, diventa nave ed inizia a solcare le strade per attaccare altre banche e razziarle. Nave di pirati. E per analogia con la città, una volta ricca di fabbriche ed officine appunto, immaginavo questo complesso issare la bandiera del teschio e prendere il largo, per attaccare a sua volta luoghi ricchi da depredare o semplicemente per vendicare i torti subiti da un’intera categoria. Ma non sono i nomi che fanno i luoghi, sono la gente che li vive, le iniziative che si producono, ciò che avviene nel loro interno e questo spettacolo è davvero all’altezza di cotanto luogo.

Si narra della “storia di un ritorno, dopo che il Tempo ha levigato vendetta e passione. Un uomo che è stato Ragazzo ritorna da un ragazzo che è diventato Uomo. A 15 anni si erano amati. Fugacemente, ma con tutta la vita dei 15 anni”. Ed è un viaggio nel tempo. Lo attraversiamo davvero e sotto i nostri occhi vediamo la trasformazione di un ragazzo di 15 anni, con il suo modo di parlare, eccitato ed entusiasta, con la sua camminata che sta fra chi si scopre due gambe troppo ingombranti e chi cerca di trattenere la foga, diventare adulto nel muoversi e nel parlare. Qualcuno ha scritto che le cose più importanti nella vita di una persona avvengono nei primi 18 anni. Ciò che di fondamentale avviene nel protagonista capita quando di anni ne ha solo 15, e ciò determinerà e condizionerà la sua vita per sempre. E non solo la sua.

La scelta registica è stata quella di evocare stati d’animo più che di descriverli. E quella sensazione di passato che non tornerà più, quell’amaro in bocca che ti rimane quando guardi una fotografia di una felicità ormai andata, di ciò che sarebbe potuto essere ma non è stato. Lo spettacolo parla di notti insonni su un nome, sul cercare un perché, della solitudine che ti aspetta quando fai una scelta. Quando non accetti ciò che appare scontato e te ne vai. A cercare altri posti. Ma la tua anima rimane lì. Si passa dai pantaloni corti al vestito da sera e tutto avviene con dolore, con fatica, rimpianto, acredine. Non è una passeggiata la pubertà. E la scoperta del sesso può essere dolce, insapore o dolorosa. Colpisce la sensibilità del testo, una donna che riesce ad entrare così profondamente nell’anima maschile, le corde toccate e le emozioni che riesce a trasmettere testimoniano una grande conoscenza o intuito. O forse la sofferenza amorosa parla una sola lingua. Bravissimo Roberto Turchetta, che con questa prova attoriale ci mostra in scena molti e credibilissimi personaggi. Ed è una recitazione faticosa anche fisicamente, che lo costringe a costruirsi le scenografie o ad uscire fuori dal teatro, con indosso solo dei pantaloncini, per portare in sala oggetti importanti per la narrazione. Il regista Michele di Mauro, ora anche ottimo Capo Squadra con la funzione di drammaturgo sonoro, ha lavorato come sempre: bene.

La scelta della bellissima e intensissima interpretazione di Patty Pravo con la “Canzone degli amanti” (La chanson des viuex amants di Jacques Brel) è davvero un ulteriore regalo ad una platea emozionata, che stipava la grande sala e che non smetteva di applaudire convinta.

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PRIMO AMORE

Di Letizia Russo
Con Roberto Turchetta
Drammaturgia sonora e regia Michele Di Mauro
Sound Design
Alessio Foglia
Luci Tiziano Ruggia
Co-produzione Cubo Teatro Torino

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