Stagione dopo Stagione, il TEATRO IL PICCOLO di FORLÌ continua, grazie allo sforzo congiunto dell’Amministrazione Comunale e Accademia Perduta/Romagna Teatri, a confermare e rinnovare il prestigioso titolo di più importante e longevo polo creativo di Teatro Ragazzi di tutta la Romagna. La Stagione 2019/2020 del Teatro Il Piccolo è quindi fortemente votata all’ampia, accurata e qualificata attività di Teatro Ragazzi, esercitata sia sotto l’aspetto produttivo, peculiarità specifica della sala di via Cerchia che grazie al riconoscimento ministeriale di Centro di Produzione Teatrale conferito Accademia Perduta/Romagna Teatri la contraddistingue da altre realtà del territorio, sia sotto quello dell’ospitalità.
Tuttavia, in considerazione del fatto che nuove idee, fermento artistico e culturale, inedite direzioni e nuove prospettive sono la cifra specifica di coerenza della Direzione Artistica di Accademia Perduta/Romagna Teatri, la Stagione del Piccolo presenta quest’anno un’importante novità, inaugurando la rassegna MODERNO 2 – IL TEATRO DEL NOSTRO TEMPO. Un cartellone “fresco”, innovativo e trasversale a più linguaggi artistici, che prosegue e amplia le traiettorie della Stagione Moderno del Teatro Diego Fabbri a cui si lega, non solo idealmente, con uno spettacolo rappresentato “in trasferta” e con Abbonamenti a prezzi di assoluta concorrenzialità per tutti gli abbonati alle varie rassegne del Teatro Comunale, de Il Piccolo e per tutti gli studenti della città.
Lo straordinario consenso dimostrato per il “Moderno” al Teatro Diego Fabbri che, già dalla scorsa Stagione, vanta centinaia e centinaia di abbonati e continui sold out a ogni rappresentazione, ha portato alla scelta di indagare questa direzione culturale e progettuale anche al Piccolo che, di fatto, in tanti anni, è stata la “casa” e “trampolino” di tante nuove esperienze artistiche, giunte poi ad affermazioni nazionali e internazionali (oltre alla stessa Accademia Perduta, si pensi alla Compagnia dei Barboni di Pippo Delbono, solo per citare un esempio…).
L’inedita rassegna Moderno 2 ospiterà, in apertura, Francesco Tesei, il più bravo e importante Mentalista italiano che, nell’ambito di una tournée in cui è chiamato in alcuni dei più importanti palcoscenici nazionali, torna a Forlì, sua città Natale, con il nuovo spettacolo Human. Seguirà il Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, presente in cartellone con due titoli firmati da Marco Martinelli: fedeli d’Amore. Polittico in sette quadri per Dante Alighieri con Ermanna Montanari e Saluti da Brescello con Luigi Dadina e Gianni Parmiani. Poi ancora: Vincenzo Pirrotta con Storia di un oblio, un intenso monologo e una grandissima prova d’attore diretti da Roberto Andò; Ivano Marescotti con il brillante La lingua neolatrina e Ascanio Celestini con uno spettacolo di impegno e memoria sulla tragedia delle Fosse Ardeatine, I 20 anni di Radio Clandestina.
Nella Stagione 2019/20 del Teatro Il Piccolo, diverse sono poi le nuove produzioni e co-produzioni che Accademia Perduta/Romagna Teatri presenta al “suo” pubblico e alla “sua” città: PINOCCHIO, uno spettacolo di Marcello Chiarenza, diretto da Claudio Casadio e interpretato da Mariolina Coppola e Maurizio Casali; OZ, spettacolo ideato da Chiara Lagani e Luigi De Angelis di Fanny & Alexander, co-prodotto con Solares Fondazione delle Arti/Teatro delle Briciole ed E Production; L’USIGNOLO DELL’IMPERATORE, nuova creazione del giovane e talentuoso Pietro Piva e NASO D’ARGENTO con cui il Centro di Produzione forlivese prosegue il sostegno alla giovane formazione Progetto g.g. Questi spettacoli arricchiranno l’ampia programmazione di Teatro per Ragazzi che, come sempre, sarà suddivisa tra le rappresentazioni domenicali della rassegna Favole e le matinée di Teatro Scuola.
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Moderno 2, la nuovissima rassegna proposta da Il Piccolo dedicata al Teatro del nostro Tempo
La grande, inaspettata novità che riguarda la nuova Stagione del Teatro Il Piccolo sarà la rassegna MODERNO 2, composta da sei spettacoli, trasversali a più linguaggi artistici, tra drammaturgie originali o di radice letteraria, a volte leggere e brillanti a volte impegnate, per confrontarsi con prospettive “altre” dei sentimenti e dei “tratti” del tempo che viviamo. Il cartellone espande dunque, fin dal nome, le traiettorie della Stagione Moderno del Teatro Diego Fabbri a cui è legata da uno spettacolo rappresentato “in trasferta” e con Abbonamenti a prezzi particolarmente convenienti per tutti gli abbonati alle varie rassegne del Teatro Comunale, de Il Piccolo e per tutti gli studenti della città.
L’inaugurazione di Moderno 2 è affidata a Human, ultima creazione del Mentalista più bravo in Italia, il forlivese FRANCESCO TESEI. Human propone uno sguardo sul mentalismo come modo per tornare a stupirsi delle magie dei rapporti umani. Attraverso la relazione con il pubblico, Human diventerà un’esperienza unica di condivisione e di co-creazione di ogni singola replica, in una suggestiva esplorazione di inconscio, ragione e di tutto ciò che vive a cavallo tra i due recuperando quegli aspetti strettamente umani che ci rendono ciò che siamo e che si stanno perdendo in questo mondo altamente tecnologico sempre più distratto, paradossalmente “disconnesso” e illusorio (venerdì 17 gennaio ore 21 e, in aggiunta e “Fuori Abbonamento”, sabato 18 gennaio ore 21).
Il Teatro delle Albe/Ravenna Teatro presenterà poi lo spettacolo fedeli d’Amore, interpretato da ERMANNA MONTANARI che ne è anche ideatrice insieme a MARCO MARTINELLI. Nella nebbia di un’alba ravennate del 1321, Dante Alighieri, profugo, è sul letto di morte, e la sua carne che si spegne è aggredita da visioni e lampi: il demone della fossa, un asino in croce, il diavolo del rabbuffo, l’Italia che scalcia sé stessa, l’apparizione di Antonia – sua figlia – e l’intima certezza di una fine che non è una fine. In una scena generata da un’alchimia vocale, sonora, visiva e drammaturgica capace di fondere psiche e mondo, si evoca Dante nell’abbracciare una sola salvezza: Amore è ciò che ci fa ribelli, è la forza che libera ed eleva (martedì 28 gennaio ore 21 al Teatro Diego Fabbri).
Storia di un oblio con VINCENZO PIRROTTA è un monologo teso, feroce, una prosa pudica e vera, fritto della co-produzione di Accademia Perduta e Società per Attori. Un uomo entra in un supermercato all’interno di un grande centro commerciale di una città francese. Ruba una lattina di birra e viene bloccato da quattro addetti alla sicurezza che lo trascinano nel magazzino e lo ammazzano di botte. Questo scarno fatto di cronaca è raccontato da Laurent Mauvignier in un lungo racconto, una sola frase che ricostruisce la mezz’ora in cui è insensatamente raccolta la tragica fine di un uomo. Teso quasi allo spasimo nel resoconto minuzioso di una morte assurda, il flusso di parole raduna impercettibilmente tutti i temi cari a Mauvignier. E torna così il suo sguardo purissimo su un universo di “umili” che la scrittura rigorosissima accoglie senza una briciola di retorica, senza un’ombra di furbizia. A dare voce al testo un attore di rara sensibilità e potenza come Vincenzo Pirrotta, guidato dalla regia di un maestro del teatro e del cinema, Roberto Andò (mercoledì 26 febbraio ore 21).
La lingua neolatrina è il brillante monologo cucito su misura per le qualità “matt-attoriali” di IVANO MARESCOTTI dalla penna di Maurizio Garuti. L’argomento sono le parole virali che pronunciamo compulsivamente a ogni ora del giorno. Da “un attimino” a “piuttosto che”, da “mi fa morire” a “non me ne può fregare di meno”, da “lato B” a “tirarsela”, da “in qualche modo” a “quant’altro”, da “fare sesso” a “fare un passo indietro”, da “mi piace” a “non ci posso credere”, da “strage sfiorata” a “fake news”, ecc. ecc. Un repertorio satirico dei tic e delle mode che infestano i linguaggi popolari (venerdì 27 marzo ore 21).
Il palcoscenico del Piccolo ospiterà poi lo spettacolo Saluti da Brescello, scritto e diretto da MARCO MARTINELLI, prodotto dal Teatro delle Albe/Ravenna Teatro e interpretato da LUIGI DADINA e GIANNI PARMIANI. Sulla scena le statue di Peppone e Don Camillo, come quelle che si fronteggiano in Piazza Matteotti a Brescello, in provincia di Reggio Emilia. Sono lì dal 2001, opera dello scultore Andrea Zangani: Don Camillo sorridente con la mano alzata in segno di saluto; Peppone con fazzoletto al collo e con la mano destra, che tiene il cappello, alzata in segno di saluto. In Piazza si fronteggiano; sulla scena sono voltate verso gli spettatori e pare stiano salutando loro. Saluti da Brescello parla di un’Italia che sta cambiando, di una regione che si credeva avere tutti gli “anticorpi”, ma che non è risultata immune dalla corruzione. Le statue di Peppone e Don Camillo raccontano, in un onirico dialogo notturno, la vicenda realmente accaduta a Donato Ungaro, vigile a Brescello e licenziato senza giusta causa per le sue denunce sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel paese (sabato 4 aprile ore 21).
Chiuderà la rassegna ASCANIO CELESTINI con I 20 anni di Radio Clandestina – Roma, le Fosse Ardeatine, la Memoria scritto dallo stesso Artista dal testo di Alessandro Portelli L’ordine è già stato eseguito. Una donna si avvicina e chiede a qualcuno di leggerle i cartelli sui quali è scritto “fittasi e vendesi”. La donna è analfabeta. Qualcuno le risponde: “al giorno d’oggi voi siete una rarità, ma durante la guerra c’era tanta gente che non sapeva leggere. E tanti andavano al cinema Iris di Porta Pia da mio nonno Giulio per farsi leggere i proclami dei tedeschi sui giornali”. Il 25 marzo del ’44 se ne fanno leggere uno che annuncia la morte di 320 persone: è l’eccidio delle Fosse Ardeatine. “Questa dell’Ardeatine è una storia che uno potrebbe raccontarla in un minuto o in una settimana”. È una storia che comincia alla fine dell’ottocento, quando Roma diventa capitale e continua negli anni in cui si costruiscono le borgate, continua con la guerra in Africa e in Spagna, con le leggi razziste del ’38, con la Seconda Guerra, fino al bombardamento di San Lorenzo, fino all’8 settembre. È la storia dell’occupazione che non finisce con la liberazione di Roma. È la storia degli uomini sepolti da tonnellate di terra in una cava sull’Ardeatina e delle donne che li vanno a cercare, delle mogli che lavorano negli anni ’50 e dei figli e dei nipoti che quella storia ancora la raccontano (martedì 5 maggio ore 21).
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Abbonamenti: sabato 14 e sabato 21 dicembre + giovedì 2 e venerdì 3 gennaio dalle ore 11 alle ore 13 al Teatro Il Piccolo e dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 19 alla biglietteria diurna del Teatro Diego Fabbri (via Dall’Aste). La campagna proseguirà poi fino a venerdì 17 gennaio, nei giorni e negli orari di apertura delle due biglietterie.
Abbonamenti online: da domenica 15 dicembre su www.vivaticket.it
Prezzi: 90 euro (intero); 60 euro (scontato per Abbonati a una qualsiasi rassegna della Stagione 2019/2020 del Teatro Diego Fabbri e/o altre rassegne della Stagione 2019/2020 del Teatro Il Piccolo); 30 euro (speciale per studenti e universitari).
Biglietti e prenotazioni telefoniche: sabato 4 gennaio dalle ore 11 alle ore 13 al Teatro Il Piccolo e dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 19 al Teatro Diego Fabbri. Da martedì 7 gennaio al Teatro Diego Fabbri (mar-sab ore 11/13 – 16/19); da mercoledì 8 gennaio al Teatro Il Piccolo (merc-ven ore 11/13). Online: da domenica 5 gennaio su www.vivaticket.it
Prezzi: 25 euro (Francesco Tesei, Ivano Marescotti, Ascanio Celestini); 20 euro per gli altri tre spettacoli.
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Le nuove produzioni di Accademia Perduta/Romagna Teatri nella Stagione Teatrale 2019/2020 del Teatro Il Piccolo di Forlì
PINOCCHIO, spettacolo di Marcello Chiarenza, diretto da Claudio Casadio e interpretato da Mariolina Coppola e Maurizio Casali ha recentemente avuto, proprio al Piccolo, il suo debutto e tornerà sul palcoscenico su cui è nato il 21 e 22 aprile alle ore 9,30 per la programmazione rivolta alle Scuole. L’epica e indimenticabile storia del burattino più famoso del mondo scritta da Collodi viene (letteralmente!) riletta in uno spettacolo in cui la storia sguscia fuori dalle pagine dei libri per atterrare direttamente sulle tavole del palco scenico. O meglio sul tavolo da lavoro del falegname più famoso del mondo: Geppetto. Sul suo tavolo ci sono gli attrezzi del mestiere ma anche tanti libri, nuovi, vecchi, enormi, minuscoli da cui, un po’ alla volta, escono i protagonisti della storia. I libri prendono vita, si aprono, si chiudono, diventano povere case dove non si trova nulla da mangiare, camini accesi che bruciano piedi, campi profondi dove nascondere monete, teatrini di burattini, specchi, tombe, onde del mare.
OZ, prodotto da Accademia Perduta/Romagna Teatri insieme a Solares Fondazione delle Arti/Teatro delle Briciole e E production, è ideato da Chiara Lagani e Luigi De Angelis e realizzato dalla compagnia Fanny & Alexander. Tratto da I libri di Oz di F.L. Baum, nello spettacolo – che ha debuttato nella prestigiosa cornice internazionale del RomaEuropa Festival – compaiono tutti i celebri personaggi del mondo di Oz, affrontando temi come l’amicizia e la lealtà, ossia i legami che hanno la forza di combattere e superare le avversità.
NASO D’ARGENTO è lo spettacolo con cui prosegue il sostegno produttivo di Accademia Perduta alla giovane formazione Progetto g.g. di Consuelo Ghiretti e Francesca Grisenti. Lo spettacolo indaga il tema della bugia. Verità e finzione, gioco e illusione, paura e meraviglia. I bambini sono maestri di tutto questo, e questa è una fiaba che portando in sé codici e temi che i bambini conoscono bene, permette loro di fare un’esperienza, immaginare, completare e costruire conoscenza (17, 18 e 19 marzo alle ore 9,30).
L’USIGNOLO DELL’IMPERATORE di Pietro Piva è tratto da L’usignolo di Hans Christian Andersen. L’imperatore della Cina scopre che la vera ricchezza del suo regno non risiede nei suoi forzieri. È un uccellino, un usignolo, dicono. Fa immediatamente portare l’animale a corte: deve cantare. Canta. Nessuno ha mai sentito niente di simile, lo stesso imperatore prova una strana felicità. Arriva poi un dono. È un usignolo meccanico. Sa cantare e riproduce fedelmente sempre la stessa melodia. Ma poi l’usignolo scompare, quello meccanico canta e il tempo passa. Fino a che il portentoso balocco non si guasta. L’usignolo vero tornerà ancora a cantare per l’imperatore, e il dono che chiederà in cambio è la libertà (31 marzo e 1 aprile alle ore 9,30).
Le nuove produzioni di Accademia Perduta saranno presentate nell’ambito della programmazione rivolte alle Scuole, rassegna che sarà completata da C’era 2 volte 1 cuore di Tib Teatro (12 e 13 dicembre), Storia del principe alla ricerca della verità di Fontemaggiore, uno spettacolo in cui si affrontano domande universali alla ricerca della verità e del suo contrario, perché non si conosce la luce senza trovare il buio, né il coraggio senza conoscere la paura (14 e 15 gennaio). Seguiranno il Teatro Pirata con Le avventure di Pulcino, uno spettacolo realizzato con l’uso di oggetti di recupero, con pupazzi mossi su un grande tavolo che, trasformandosi, diventa di volta in volta, la base per le scene, il tutto arricchito da musiche originali e canzoni eseguite dal vivo (28 e 29 gennaio), e la compagnia I Teatrini con Con la luna per mano (13 e 14 febbraio). Il successivo appuntamento vedrà sul palcoscenico Cenerentola in bianco e nero di Proscenio Teatro, un’originale versione della fiaba universalmente conosciuta in cui sarà il giovane pubblico in sala a decidere il finale (2 marzo).
L’offerta artistica e culturale rivolta ai bambini e alle famiglie sarà poi ampliata dalla rassegna FAVOLE, programmate la domenica pomeriggio alle ore 16, che proporranno al giovane pubblico forlivese riletture di fiabe classiche e popolari come Rodarissimo. Girandole di storie per giocare ispirato all’opera del grande Gianni Rodari (12 gennaio), Robin Hood (19 gennaio), L’acciarino magico di Andersen (2 febbraio), Enrichetta dal ciuffo di Perrault (9 febbraio) e Cenerentola (1 marzo). Gli abbonamenti alla rassegna saranno sottoscrivibili alla biglietteria del Teatro Diego Fabbri o al Teatro Il Piccolo fino al giorno della prima rappresentazione.
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Info: 0543 64300 / 0543 26355 – teatroilpiccolo@accademiaperduta.it