Spettacolo interessante, quello visto in una nuova sala di Cumiana. Almeno per me. Tipica sala parrocchiale rimessa a nuovo, gode di un’ottima acustica, una discreta possibilità spettatoriale (un centinaio circa le sedie, numerate e a disposizione) e un’ottima visuale anche per le ultime file. Era la prima volta che ci mettevo piede, e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso perché unisce l’intimità paesana con l’apertura teatrale a nuove proposte esterne. Il palco, non troppo alto e abbastanza vicino alle prime file, consente un buon rapporto attore/pubblico.
L’attrice, Maria Augusta Balla nativa di Torino, la immagino figlia di pugliesi perché ha saputo ricreare, con un accento non troppo stretto, tipico dei figli di prima generazione, una situazione che vediamo spesso nei nostri cimiteri. Donne vedove ed anziane, ma spesso anche uomini, mantengono un rapporto dialettico con il defunto/a che è tutt’altro che insano. Sono tante/i che si occupano quotidianamente del mantenimento decoroso del loculo o tomba della persona amata, anche se sono passati molti anni dalla sua dipartita, e il loro dialogo, che non è monologo perché spesso sentono internamente delle risposte, ha qualcosa di magico, che trascende le idee religiose e dà possibilità interpretative che non possiamo tacciare e basta.
Lia, il suo personaggio, appare una 70/80 enne molto combattiva e per niente rassegnata, che legge giornali, ascolta la televisione e si fa delle domande. Il suo dialogo – che coinvolge anche le tombe vicine a quella del marito, morto 19 anni prima – è molto vario e anche divertente. Scenografia composta soprattutto da ceri e finti loculi, povera ma ricca di significati, e tutti noi abbiamo incontrato almeno una volta nella vita una signora Lia. L’abbiamo sempre vista come persona travolta dagli eventi, e ci ha sempre fatto dispiacere pensare alla sua vita forse un po’ triste.
Maria Augusta Balla ce ne dà una versione vivace e spiritosa, per niente rassegnata al declino della vecchiaia, che si interessa a ciò che capita intorno a lei e a come il ricordo di una esistenza passata insieme a una persona sia sempre vivo e di aiuto a chi è rimasto. Molto interessante anche l’uso di canzoni passate che ricreano, in qualche modo, un aggancio ai ricordi passati. Applausi lunghi, più volte richiamata in scena Maria Augusta si è presentata con il suo viso senza trucco, e abbiamo anche apprezzato il lungo lavoro che deve portare a un così portentoso camuffamento.
——–
Lia è una donna.
Non si sa quanti anni abbia. Forse 70, forse 80, forse anche di più. Lia è sola. Il luogo in cui si trova è un cimitero. Ci va tutti giorni, con il caldo, con la neve, con il vento e anche quando piove. Come oggi che forse, dicono, pioverà. Con sguardo talvolta ingenuo, talvolta cinico, talvolta civettuolo, Lia viaggia dal suo presente ai ricordi del passato, accarezzando con ironia l’inspiegabile mistero che l’attende.
———
DICE CHE VIENE A PIOVERE
produzione EpsilonThéâtre
con Maria Augusta Balla
scenografie: Doris Baumgartner
grafica: Silvia Genta / Raffaella Brusaglino
genere: monologo / prosa
durata: 55′
Mulino ad Arte cura anche la direzione artistica di “Live Show Orbassano” e “Live Show Pinerolo”. Quest’anno, per permettere agli spettatori di circuitare nei tre teatri della provincia torinese, verrà messa a disposizione dallo sponsor Stilcar un’auto elettrica per un servizio gratuito di navetta.