Questa poesia di Giovanni Luca Valea, scritta in occasione del 25 aprile, fa luce su un capitolo oscuro della storia del nostro Paese. Alla politica si intreccia l’amore, perduto e lontano, in un tempo che conosce sempre violenza, sopruso, abbandono.
I versi sono tratti dalla raccolta “Una Storia che credevo di aver dimenticato” (Porto Seguro Editore, 2019).
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Amore e politica
Camerati, la Storia ha già battuto
il suo verdetto. Contro di voi un colpo secco
come su botte vuota:
siete con chiavi fasulle
alla porta di servizio di questo secolo.
La vostra legge era il tacco dello stivale
sulle rose nate sotto il segno della rugiada.
La libertà un segno di croce
contro una bestemmia di strada,
una carezza secca sulla ferita ancora dolce.
Dov’era il vostro Dio?
Quale alleanza infame aveva stretto con il nostro?
Dove sei tu, amore?
Un passo sopra la Storia
sul filo di questo tempo violento
tu che mi hai visto vicino e poi lontano
tra quali braccia sei adesso,
tra quali braccia sei?