Si intitola ottimisticamente La bella stagione il nuovo cartellone 2020/2021 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma che il Direttore Musicale Sir Antonio Pappano inaugura il 16 ottobre (in Sala Santa Cecilia ore 20.30, poi repliche il 17 e il 18 ottobre) con i monumentali Te Deum di Bruckner e Das Lied von der Erde di Mahler.
“Fino a poco tempo fa non pensavamo alla possibilità di poter ricominciare una stagione sinfonica, da camera e una campagna abbonamenti – confessa Michele dall’Ongaro Presidente – Sovrintendente dell’Accademia presentando un fitto calendario che va da ottobre a maggio con 28 concerti sinfonici (dal 16 ottobre al 19 giugno) e 22 da camera (dall’11 ottobre al 3 maggio) e due tour europei – ringrazio il Maestro Pappano per la sua sensibilità artistica, ma non so ancora se questa stagione sarà nuova o sarà una prosecuzione della vecchia. Certamente sarà una stagione di transito e non solo per la disposizione in sala, ma anche per la programmazione stessa”.
Si tratterà infatti di una stagione all’insegna della possibile eventuale riprogrammazione che richiede una certa fiducia da parte degli spettatori e degli abbonati: la Sala Santa Cecilia, che quest’anno ospiterà anche la stagione da camera, al via l’11 ottobre con la Maratona Beethoven con Saleem Ashkar, può consentire l’accesso al massimo di 1200 spettatori a serata, fra singoli e congiunti (rispetto all’effettiva capienza di 2700 posti in sala) nella rigorosa applicazione delle misure previste per il contenimento della pandemia che prevede il distanziamento fisico come misura di sicurezza. E tutto nel totale rispetto dell’ultima dell’Ordinanza di agosto della Regione Lazio che consente la riorganizzazione degli spazi necessari nel rispetto del distanziamento come misura di sicurezza degli spettatori tenendo adesso in considerazione le dimensioni e le capienze dei luoghi.
“Abbiamo cercato di creare delle condizioni per poter allargare la capienza delle sale e consentire una partecipazione più ampia rivedendo le condizioni iniziali prescritte – conferma Albino Ruberti Capo di Gabinetto del Presidente della Regione Lazio – per garantire maggiore socialità augurandoci di arrivare alla normalità grazie a cure e vaccini che arriveranno nella fase successiva a quella di convivenza con il virus. La regione Lazio cerca di accompagnare lo spettacolo dal vivo anche attingendo ai fondi europei per la ripartenza di un settore in particolare sofferenza”.
È ovvio che ci sarà da tenere in considerazione il moltiplicarsi di molte variabili inclusa la riprogrammazione, eventuali doppi turni, concerti in streaming, anche in merito al reale numero degli abbonati. È ovvio che ci sarà qualche disagio e probabilmente i vecchi abbonanti non potranno mantenere lo stesso posto, ma l’Accademia chiede fiducia nella speranzosa attesa di un ritorno alla normalità. Nell’attesa, i concerti saranno più brevi, senza intervallo e sarà obbligatorio indossare correttamente la mascherina anche nel corso dell’intero concerto.
“Abbiamo ripensato la stagione in base alle misure di sicurezza e siamo stati costretti a rivedere tutto – ammette Dall’Ongaro – ma ripartiamo con entusiasmo dopo una lunga e forzata inattività”.
La qualità della proposta artistica di Santa Cecilia resta inalterata con alcuni consolidati fil rouge a cominciare dalla massiccia presenza di Pappano presente per otto concerti in stagione: dopo l’inaugurazione il direttore musicale, al quindicesimo anno a Roma, salirà sul podio della sua orchestra spaziando in repertori molto ampi, passando da un programma che include Giovanni Gabrieli, della tradizione policorale veneziana in un concerto che vede la presenza anche di Stefano Bollani per Mozart (a ottobre), alla Kammersymphonie n. 9 di Schönberg (a novembre), passando per Elias di Mendelsshon (a gennaio), la Passione secondo Matteo di Bach (a marzo, di cui va ancora gestita la sistemazione del coro), la Messa di Gloria di Gioachino Rossini con la prima assoluta di Repression di Abudushalamu, vincitore del Concorso Berio 2020, sul podio per la Patetica di Caikovskji e con il violino di Julia Fischer (artista in residence dell’Accademia) per Sostakovic ad aprile.
“Ho voluto cominciare la stagione con un grido, quasi uno sfogo in do maggiore e dopo tante riflessioni abbiamo individuato il Te deum di Bruckner annunciando al pubblico che siamo di ritorno – conferma il direttore musicale Antonio Pappano – È molto stressante dover cambiare la stagione a causa dei distanziamenti sul palco e abbiamo dovuto eliminare quello di più mastodontico che ha un certo effetto sul pubblico, ma al tempo stesso ci siamo resi conto che questa limitazione ci rende più creativi”.
Chiude la stagione il Maestro James Levine (assente da Santa Cecilia dal 2002) con un programma dedicato a Mozart, Schubert e Brahms, ma è da non perdere il ritorno dopo quasi venticinque anni dall’ultimo concerto nel 1996, di Herbert Blomstedt, specialista del repertorio tedesco che sarà impegnato con la Sinfonia n. 5 di Bruckner (a marzo).
Nel corso dei mesi spazio anche al concerto di gennaio diretto da Gianandrea Noseda con per il 700esimo anniversario di Dante (dal 21 gennaio) con Adès (Dante: Inferno) e Listz (Sinfonia Dante), senza dimenticare il ritorno di John Adams (a maggio) che accompagna il debutto del pianista islandese Víkingur Ólaffson.
Ritorna anche Daniele Gatti impegnato a gennaio in due concerti per il ciclo Des Knaben Wunderhorn di Mahler, eseguito per la prima volta in forma integrale a Santa Cecilia qui con la voce della stella Markus Werba; a novembre Vasily Petrenko sale sul podio con Brian Jagde interprete delle Otto romanze di Verdi nella trascrizione di Luciano Berio e al debutto ceciliano, Trevor Pinnock debutterà alla guida dell’Orchestra di Santa Cecilia nell’Oratorio di Natale di Bach, a novembre torna Sir John Eliot Gardiner per Rossini e Mendelssohn, a febbraio sarà la volta di Gergiev con la Nona di Beethoven. In stagione anche il russo Tugan Sokhiev (dal 2008 a capo dell’Orchestre Nationale du Capitole de Toulouse) per Ein Deutsches Requiem di Brahms con la presenza di Garry Magee e il soprano Golda Schultz, fra le voci emergenti più interessanti del panorama internazionale, Semyon Bychkov che accompagna a dicembre il debutto di un giovane pianista emergente, Tom Borrow, Juraj Valčuha (a febbraio) per il Concerto per violino di Čajkovskij interpretato dal violinista ucraino Valerij Sokolov al suo debutto a Santa Cecilia, Myung-Whun Chung ad aprile per lo Stabat Mater di Rossini.
Accanto ai grandi ritorni, anche molti debutti, incluso quello del direttore olandese Jaap van Zweden con il grande repertorio (la Quinta di Beethoven e la Quinta di Šostakovic), di Carlo Rizzari che a maggio “debutta” in stagione con una serata interamente dedicata alla musica spagnola con il bravissimo pianista andaluso Javier Perianes, ma prima volta a Roma anche per il finlandese Jukka-Pekka Saraste all’insegna della contemporaneità con Folk Songs di Berio in una prima esecuzione a Santa Cecilia della versione per orchestra. A giugno debutto sul podio cecilia per il talentuosissimo Kazuki Yamada, Direttore Principale e Direttore artistico dell’Orchestre Philharmonique di Montecarlo, con il primo violoncello dell’Orchestra di Santa Cecilia Luigi Piovano per le Variazioni Rococò di Čajkovskij.
Confermati i nomi del grande concertiamo internazionale, consueti ospiti dell’Accademia, come Maurizio Pollini (che recupera anche il recital dello scorso anno), Beatrice Rana diretta da Alpesh Chauhan (Direttore della Birmingham Opera Company) per il Concerto n. 2 di Rachmaninoff, ma anche il giovane Jan Lisiecki, András Schiff, Jean-Yves Thibaudet, Leonidas Kavakos con il pianista Enrico Pace per l’integrale delle Sonate per violino e pianoforte di Beethoven suddivise in quattro appuntamenti., Maxim Vengerov senza dimenticare di Salvatore Accardo (con Chausson e Beethoven), il ritorno della pianista Maria João Pires, il debutto a Santa Cecilia di Angela Hewitt, Grygory Sokolov, il magnifico progetto Haydn 2032 con Giovanni Antonini alla guida della Kammerorchester Basel e le prime parti dell’Orchestra di Santa Cecilia.
“Abbiamo elaborato programmi diversi cercando di riuscire a invogliare e coinvolgere il pubblico. Dobbiamo immaginare il lavoro in modo diverso e anche se si dice che il pubblico di Roma sia conservatore e che non ami ciò che non è tradizionale, non credo che sia vero: il pubblico cambia insieme a noi – prosegue Pappano – Vedere il pubblico è molto emozionante perché va bene lo streaming, ma la musica dal vivo entra nelle viscere e abbiamo bisogno di essere nutriti da questo valore emotivo che è la musica. Mi auguro in questa campagna di abbonamenti che il pubblico ci dia fiducia che possono venire qui in tuta sicurezza per godersi in happening musicale. Stiamo lottando sul modo di fare musica al meglio in questo momento. Ma si tratta di sfide che ci rendono interiormente creativi”-
L’Accademia e Pappano aderiscono anche al progetto Momentum, lanciata da Barbara Hannigan, soprano e direttore d’orchestra, e che consiste nell’opportunità di poter aiutare i giovani musicisti freelance a superare questo momento di difficoltà.
Prezzi dei biglietti e degli abbonamenti inalterati, agevolazioni per i giovani, confermata la campagna abbonamenti che parte il 22 settembre con prelazione abbonati alla stagione 2019/2020 fino al 7 ottobre sulle nuove piante, poi i nuovi abbonamenti al primo concerto del turno prescelto. Info e dettagli su santacecilia.it.