sabato, Aprile 20, 2024

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Autoritratto

Questa poesia di Emanuele Martinuzzi è la trasposizione in poesia di un genere artistico, prevalentemente pittorico, ma anche scultoreo e fotografico, dove l’artista fa un ritratto di sé stesso

Autoritratto
“Autoritratto cubista” di Salvador Dalí

Questa poesia di Emanuele Martinuzzi è la trasposizione in poesia di un genere artistico, prevalentemente pittorico, ma anche scultoreo e fotografico, dove l’artista fa un ritratto di sé stesso. L’autoritratto ha sempre custodito la volontà dell’artista di lasciare testimonianza di sé, attraverso un’opera che ritraesse anche le sue fattezze fisiche e in qualche modo rappresentasse il suo essere persona, le sue emozioni, pensieri, aspirazioni, paure, fragilità e in generale la sua visione del mondo e dell’arte. Nel caso di un autoritratto in poesia l’autore non si mostra se non con le parole, evoca le sue fattezze fisiche o interiori, ma nella forma sospesa di frasi, emozioni cristallizzate nella sintassi, che sono alla fine leggiadre domande, in questo senso rendendosi palese come mistero, incognita e interrogativo perfino a sé stesso, come alla fine lo è in fondo ognuno di noi. La poesia come l’arte, anche in questo caso, è intesa come una forma di ricerca dentro la propria interiorità.

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Autoritratto

Poesiola che si parafrasa

in letture sgangherate,

troppo compresa, a volte,

o abbandonata nei tratti

d’un alter ego a riesumare

carnagioni sbiadite, terrene.

Ogni smorfia una pagina

rilegata in respiri che

provengono dalle nubi;

le oscura un capo chino.

Caricature di ceralacca

o d’inchiostro notturno

per rendere originale

l’uguale malinconia,

immobile del viaggio.

E quei due punti che sgranati

scrutano se qualcosa avanzi

o sfugga al loro recinto color bosco.

E parentesi in cammino

a deturpare vegliardi silenzi,

bozze di labbra a forma

d’infanzie che tentennano frasi

o prigioni soffuse nell’affetto.

Ti chiama virgola naso

la faccia schiaffeggiata

da penombre, e argini

così tutta la fiumana

che vive e non si dice,

che non vive e si dice.

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