Da settembre a dicembre saranno pubblicati (una volta al mese, l’11 settembre, il 9 ottobre, il 6 novembre, il 4 dicembre) quattro video inediti del Quartetto Adorno dedicati al dialogo tra la scrittura cameristica di Luigi Boccherini e quella di Ludwig van Beethoven.
Per le “Stanze italiane” dell’IIC New York, il Quartetto Adorno ha infatti registrato quattro programmi musicali, quattro concerti veri e propri, in cui a una pagina quartettistica di Ludwig van Beethoven (1770-1827) ne sono accostate altre per quintetto dell’italiano Luigi Boccherini (1743-1805). Nei quintetti gli artisti ospiti sono solisti di primaria importanza sulla scena musicale internazionale come il violoncellista Enrico Bronzi, il chitarrista Giampaolo Bandini, l’oboista Francesco Di Rosa e il flautista Andrea Oliva.
Il Quartetto Adorno – Edoardo Zosi e Liù Pelliciari (violini), Benedetta Bucci (viola), Stefano Cerrato (violoncello) – è stato costituito nel 2015 ed è considerato oggi fra gli ensemble italiani di spicco dell’ultima generazione, impegnato sia nel repertorio classico tradizionale per quest’organico che in numerose prime esecuzioni contemporanee. Edoardo Zosi suona il violino “Ansaldo Poggi” del 1929 di sua proprietà; Liù Pellicciari invece il suo violino “Stefano Scarampella” del 1917 appartenuto al violinista statunitense Sergiu Luca; Benedetta Bucci suona la viola “Igino Sderci” (1939) appartenuta a Piero Farulli (si ringrazia Antonello Faruli); Stefano Cerrato suona il suo violoncello, un anonimo degli anni ’20 del Novecento.
Questi video per le “Stanze italiane” sono stati realizzati grazie alla collaborazione con la Società dei Concerti di Parma e alla disponibilità del Comune di Parma / Parma Capitale Italiana della Cultura 2021 che ha reso possibile le sedute di registrazione alla Casa della Musica.
- Primo concerto (11 settembre)
Luigi Boccherini, Quintetto per archi Op. 11 n. 5
Luigi Boccherini, Quintetto per archi G.324 “La musica notturna delle strade di Madrid”
Enrico Bronzi violoncello
Ludwig van Beethoven, Quartetto Op. 59 n. 2 “Razumovsky”Secondo concerto (9 ottobre)
Luigi Boccherini, Quintetto con chitarra G.453 “La ritirata di Madrid”
Luigi Boccherini, Quintetto con Chitarra G.448 “Fandango”
Giampaolo Bandini chitarra
Ludwig van Beethoven, Quartetto Op. 18 No. 1Terzo concerto (6 novembre)
Luigi Boccherini, Quintetto Op. 55 n. 3
Luigi Boccherini, Quintetto Op. 55 n. 5
Luigi Boccherini, Quintetto con oboe Op. 55 n. 6
Francesco Di Rosa oboe
Ludwig van Beethoven, Quartetto Op. 132Quarto concerto (4 dicembre)
Luigi Boccherini, Quintetto con flauto G.442
Luigi Boccherini, Quintetto con flauto Op. 17 n. 6
Andrea Oliva flauto
Ludwig van Beethoven, Quartetto Op. 130 (finale: “Grande Fuga”)
Il Quartetto Adorno si è fatto conoscere a livello internazionale aggiudicandosi il Terzo Premio, il Premio del Pubblico e il Premio Speciale per la migliore esecuzione del brano contemporaneo di Silvia Colasanti nell’edizione 2017 del Concorso Internazionale “Premio Paolo Borciani”. Nel 2018 vince la X Edizione del Concorso Internazionale per quartetto d’archi “V. E. Rimbotti” e diviene inoltre artista associato in residenza presso la Chapelle Musicale Reine Elisabeth di Bruxelles. Nel 2019 riceve un prestigioso riconoscimento artistico ricevendo il Premio “Una vita nella musica giovani 2019”. Fondato nel 2015 da Edoardo Zosi, Liù Pelliciari, Benedetta Bucci e Danilo Squitieri, si è perfezionato presso la Scuola di Musica di Fiesole. Il nome del Quartetto è un omaggio al filosofo Theodor Wiesengrund Adorno che, in un’epoca di declino musicale e sociale, individuò nella musica da camera una chiave di salvezza per perpetuare un vero rapporto umano, secondo i valori del rispetto e dell’anelito alla perfezione. Il Quartetto Adorno ha tenuto concerti per importanti Società Musicali italiane ed estere come “London Chamber Music Society Series at Kings Place” e “Wigmore Hall” Londra, “Ravenna Festival”, “La Società dei Concerti” Milano, “Fondazione I Teatri” Reggio Emilia, MITO Festival, “Festival dei Due Mondi” Spoleto, “Unione Musicale” Torino, “Fazioli Concert Hall” Sacile, “Podium für junge Solisten” Tegernsee, “Amici della Musica” Cagliari, “Festival Musique Chalosse” Francia, “Allegro Vivo Festival” Altenburg, “Musica Insieme” Bologna, “Amici della Musica” Firenze, “Accademia Chigiana” Siena, “Associazione Scarlatti” Napoli, MUCH Brussels, “Soireès Musicales” Grimaud, “Fondazione Cini” Venezia, “Musikerlebnis” Monaco. Vincitori nell’ambito di “2016 ISA Internationale Sommerakademie” del Premio “2. Wiener Schule Preis” per la miglior esecuzione di un quartetto appartenente alla seconda scuola di Vienna, si sono esibiti in diretta radiofonica per la ORF Radio KulturHaus di Vienna. Il Quartetto è dedicatario del brano di Regis Campò Energy/Fly. Dal 2019 il Quartetto Adorno è supportato dal CIDIM. Fra i musicisti con cui ha collaborato: Paul Badura-Skoda, Giampaolo Bandini, Bruno Canino, Alessandro Carbonare, Giovanni Sollima. Ha inciso per Decca l’Op. 19 di Alexander von Zemlinsky e il Quintetto con Clarinetto di Brahms Op. 115 insieme ad Alessandro Carbonare. Nelle Stagioni 2019/20/21 il Quartetto Adorno sarà impegnato nell’esecuzione dell’integrale dei quartetti di Beethoven presso “Associazione Musicale Lucchese”, “Viotti Festival” a Vercelli, “Amici della Musica” di Cagliari, “Festival di musica da Camera” Urbino, “Musikamera” presso le Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Bellini di Catania. Un particolare ringraziamento ad Asmana Wellness World Firenze per il grande sostegno all’attività del Quartetto Adorno.
Tutte le più importanti sale da concerto d’Europa, USA, Sud America e Australia (Carnegie Hall e Lincoln Center di New York, Filarmonica di Berlino, Konzerthaus di Vienna, Mozarteum di Salisburgo, Filarmonica di Colonia, Herkulessaal di Monaco, Filarmonica di San Pietroburgo, Wigmore Hall e Queen Elizabeth Hall di Londra, Teatro Colon di Buenos Aires) hanno ospitato un concerto di Enrico Bronzi. La sua ricca esperienza da solista l’ha portato a imporsi in importanti concorsi internazionali e collaborare con grandi artisti come Martha Argerich, Alexander Lonquich, Gidon Kremer, e complessi quali il Quartetto Hagen, la Kremerata Baltica, Camerata Salzburg e Tapiola Sinfonietta. L’attività da solista di Enrico Bronzi si affianca a quella, altrettanto intensa con il Trio di Parma, ensemble che ha fondato nel 1990 e si completa e arricchisce con la didattica. Dal 2007, infatti, è professore all’Universität Mozarteum Salzburg. Enrico Bronzi non è solo un attivissimo musicista, ma anche un divulgatore in ambito musicale. La sua capacità di trasmettere in modo semplice (ma non banale) l’amore e la comprensione della musica è l’elemento che lo contraddistingue, con l’obiettivo di dare a un pubblico sempre più ampio strumenti per favorire un ascolto consapevole della musica e favorire una crescita culturale. Questa sua vocazione la trasporta anche nei Festival dei quali è direttore artistico: il Festival internazionale di musica di Portogruaro, che ogni anno porta grandi artisti della musica classica nella piccola cittadina veneta, la storica e prestigiosa Società dei Concerti di Trieste, il Festival musicale internazionale Nei Suoni dei Luoghi, che promuove annualmente nuove generazioni di musicisti. Enrico Bronzi suona un violoncello Vincenzo Panormo del 1775.
Giampaolo Bandini (artista Decca) è oggi considerato tra i migliori chitarristi italiani sulla scena internazionale. Figura regolarmente nei cartelloni dei più importanti Festival di tutto il mondo, dall’Europa agli Stati Uniti, dall’Africa all’Asia e al Sud America (Teatro alla Scala di Milano, Filarmonica di San Pietroburgo, Carnegie Hall di New York, International Center for Performing Arts di Pechino, Sala Čajkovskij di Mosca, Arts Center di Seoul, Ircam di Parigi). Ha effettuato tournée in più di 50 paesi del mondo, sia come solista che con le più importanti orchestre internazionali. Collabora con artisti del calibro di Salvatore Accardo, Avi Avital, Massimo Quarta, Andrea Oliva, Trio di Parma, Danilo Rossi, Corrado Giuffredi, Quartetto Nous, Enrico Bronzi, Quartetto della Scala, Enrico Fagone, Sonia Ganassi, Quartetto Adorno, Michele Pertusi e con Sergio Rubini, Elio (delle Storie Tese), Monica Guerritore, Arnoldo Foà, Maddalena Crippa, Marco Baliani, Amanda Sandrelli e molti altri. Nel 2011 gli è stata conferita dal Comitato Scientifico del Convegno di Alessandria la prestigiosa Chitarra d’oro. Giampaolo Bandini ha registrato più di 15 dischi per importanti etichette italiane ed estere. Nel 2017 è uscito il suo debutto discografico, “Escualo”, in duo con Cesare Chiacchiaretta, per la prestigiosa Decca Classics, e nel 2020 per la stessa etichetta “Intimate Paganini” per chitarra sola, registrato con la chitarra Fabricatore 1826, appartenuta a Niccolò Paganini. È titolare della cattedra di chitarra presso l’Istituto Musicale di alta formazione “Luigi Boccherini” di Lucca e tiene masterclass in tutto il mondo.
FRANCESCO DI ROSA oboe
Francesco Di Rosa, considerato dal pubblico e dalla critica come uno dei migliori oboisti nel panorama internazionale, ricopre attualmente il ruolo di primo oboe nell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Ha studiato con Luciano Franca e Maurice Bourgue, dal 1994 al 2008 è stato primo oboe dell’ Orchestra del Teatro alla Scala sotto la direzione di Riccardo Muti e Daniel Barenboim. Secondo premio al concorso per oboe di Zurigo “Jugendmusik Wettbewerb 1988ʺ, ha suonato nelle sale da concerto più prestigiose del mondo ed è stato diretto dai più celebri direttori d’orchestra: Abbado, Giulini, Chailly, Gatti, Boulez, Sawallisch, Prêtre, Pappano, Maazel, Metha, Gergiev e Chung. Unico oboista italiano a suonare come primo oboe con i Berliner Philharmoniker, è stato invitato – sempre come primo oboe – dalla Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, dalla Mahler Chamber, Camerata Salzburg, Orchestra Mozart, Orchestre National de France e Orchestre de la Suisse Romande. Ha inciso per Emi, Thymallus, Bongiovanni, Preiser Records, Tactus, Dad Records, Aulia, Brilliant e per la rivista «Amadeus». Insegna oboe ai corsi dell’Accademia di Santa Cecilia e dell’Accademia Filarmonica di Bologna. Artista “Buffet & Crampon” suona un oboe Buffet modello “Virtuose”.
ANDREA OLIVA flauto
«Andrea Oliva è uno dei migliori flautisti della sua generazione, una stella brillante nel mondo del flauto»: così Sir James Galway definisce Andrea Oliva, primo flauto solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, ruolo che ricopre dal 2003. Nato a Modena nel 1977, si diploma col massimo dei voti all’Istituto Musicale “Vecchi-Tonelli” di Modena. Fra i numerosi premi vinti nei più importanti concorsi flautistici internazionali spiccano il primo premio al Concorso Internazionale di Kobe (2005, unico italiano ad aver ottenuto tale riconoscimento) ed il terzo premio al Concorso Internazionale ARD di Monaco (2004). La sua attività concertistica lo ha portato ad esibirsi in alcune fra le più importanti sale di tutto il mondo come la Carnegie Hall di New York e la Bunka Kaikan Hall di Tokyo. Ha inoltre suonato ai festival di Tanglewood, Schleswig Holstein. Già membro effettivo dell’Orchestra Giovanile Gustav Mahler, ha frequentato l’Accademia Herbert von Karajan ed è stato invitato, a soli 23 anni, come Primo flauto ospite dai Berliner Philharmoniker sotto la direzione di prestigiose bacchette quali Abbado, Maazel, Gergiev, Jansons e Haitink. Invitato personalmente da Claudio Abbado, ha suonato da primo flauto nell’Orchestra Mozart di Bologna. È membro e fondatore del “Quintetto di fiati Italiano” e de “I Cameristi di Santa Cecilia”. Richiestissimo ed apprezzato docente, insegna ai corsi di alto perfezionamento all’Accademia di S. Cecilia di Roma “I Fiati”, al biennio superiore a Modena e al triennio di alto perfezionamento presso l’Accademia Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola. È attualmente Professore di Flauto principale presso il Conservatorio della Svizzera italiana di Lugano e Visiting Tutor Professor alla RNCM di Manchester. Ha inciso per numerose case discografiche internazionali, fra cui ultimamente la Brilliant Classics, la Sony e la Hyperion. Suona un flauto Muramatsu 14k all gold SR appositamente progettato per lui.
Le “Stanze italiane” sono composte da: “Atrio” (l’Istituto, la sua storia, il rapporto con New York), “Stanza di Dante”, “Stoà” (il portico, luogo d’incontro), “Galleria” (personaggi e opere dell’arte italiana o legata all’Italia), “Auditorium” (cinema, musica, tv, produzione audiovisiva), “Caminetto” (per i dialoghi più intimi su personaggi e libri che uniscono le due sponde dell’oceano), “Biblioteca” (i tesori della lingua italiana); e ancora “Officina del design” (made in Italy), “Children’s Corner” (per i più piccoli) e “Horti” (l’invenzione del paesaggio italiano). Il progetto prevede in futuro l’apertura della “Cucina”, del “Guardaroba”, del “Garage”, della “Palestra” e della “Soffitta”. Ad animare questi spazi una serie di video, immagini, interviste, testi, realizzati solo per le Stanze italiane. Il sito si basa su uno storytelling digitale che consente la navigazione di immagini ad alta risoluzione, trasformate in mappe dei contenuti testuali e audiovisivi di ciascuna stanza. L’iconografia del sito è costruita attraverso immagini simbolo dell’Italia e del suo rapporto con New York, messe a disposizione da musei, fondazioni, istituzioni e collezioni private; estratti di brani musicali di genere ed epoche diverse legati ai diversi temi delle Stanze. Da un’idea di Fabio Finotti (autore dei testi sulla piattaforma), “Stanze italiane” è un progetto prodotto dall’Istituto Italiano di Cultura di New York – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con la collaborazione di Malina Mannarino (segreteria di direzione) e Floriana Tessitore (programmazione e produzione); il sito e i social media sono curati da “Cultura e digitale”, art direction Venti caratteruzzi. La regia dei video – realizzati in varie sedi, grazie a una fitta rete di collaboratori coordinata in remoto – è di Emanuele Cammarata.
Gli 82 Istituti Italiani di Cultura (IIC) nel mondo sono organi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI). Promuovono all’estero l’immagine dell’Italia e la sua cultura umanistica e scientifica e collaborano con le principali istituzioni culturali del paese in cui operano. Sostengono corsi di lingua e cultura italiana; gestiscono un’efficiente rete di biblioteche; creano contatti tra gli operatori culturali italiani e stranieri; facilitano il dialogo tra le culture fondato sui principi della democrazia. L’IIC di New York è stato istituito ufficialmente nel 1961, ma ha le sue radici già nel 1956 con le attività culturali promosse dal Consolato. Ha sede in una palazzina neo-georgiana al 686 di Park Avenue, progettata nel 1919 dagli architetti W.A. Delano &C.H. Aldrich, e collegata tramite una terrazza al Consolato Italiano. La biblioteca dell’Istituto, dedicata a Lorenzo Da Ponte, è costituita da più di 30mila volumi.