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Dante Project

Recensione di Letizia Cantù

The Royal Ballet

Choreography: Wayne McGregor

Music: Thomas Adès

Design: Tacita Dean

Lighting design: Lucy Carter

 

Giudizio a 5 stelle per Dante Project, nuova produzione di Wayne McGregor in scena alla Royal Opera House di Londra.

Presentato come parte della celebrazione dei 700 anni dalla morte del poeta fiorentino, il titolo traduce in danza il viaggio senza luogo e senza tempo di Dante con una prestigiosa collaborazione artistica tra le migliori forze del panorama contemporaneo.

Dante Project è infatti una co-produzione ROH – Paris Opera Ballet, su musica commissionata al compositore – direttore Thomas Adès e alla Los Angeles Philarmonic Orchestra. Scene di Tacita Dean e light design di Lucy Carter restituiscono il contesto dei tre regni in cui è ambientato il capolavoro dantesco: Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Al centro dell’opera letteraria della Divina Commedia ci sono due storie parallele: la storia di Dante, personaggio che nel 1300 intraprende il cammino nella ‘selva oscura’ per ritrovare la ‘dritta via’ sotto la guida del poeta Virgilio e la storia di Dante uomo, esiliato da Firenze per ragioni politiche.

Ancora oggi, a più di 700 anni dalla scrittura del poema, ognuno di noi può come Dante Alighieri immedesimarsi in questo viaggio e proiettarvi la propria storia.

In un contesto più ampio e generale, oggi possiamo vivere il viaggio di uscita dalla selva come un viaggio di rinascita post pandemia e di ricerca di un nuovo equilibrio che un virus ha messo in discussione nell’ultimo periodo.

Un viaggio che ha toccato in prima persona il coreografo Wayne McGregor e i danzatori nella preparazione della pièce.

La prima parte dell’opera, Inferno, vide infatti il suo inizio nel 2019 pre pandemia, mentre Purgatorio e Paradiso sono stati ultimati la scorsa estate in un contesto totalmente differente. Gli stessi protagonisti, quindi, hanno vissuto un percorso di preparazione fisica ma soprattutto di cambiamento emotivo prima di arrivare sul palco.

Il ruolo protagonista nella sera del 21 ottobre è affidato a Edward Watson nella sua interpretazione finale prima del ritiro dalle scene, posticipato appositamente per il titolo.

La sua performance è decisamente convincente e ripropone in maniera molto efficace il turbine di emozioni che attraversano l’animo del poeta durante il suo percorso.

Al suo fianco, il Virgilio di Gary Avis, solida guida nel mondo dell’aldilà.

I tre atti di Dante Project restituiscono gli episodi più significativi della Commedia.

Inferno ci propone un’ambientazione lontana dai toni focosi che ci aspetteremmo. Tacita Dean sceglie infatti un set minimale: delle montagne disegnate a gessetto su sfondo nero, presentate al contrario e che si riflettono in uno specchio circolare appeso al soffitto.

Il significato? Una beffa per le anime che possono vedere il mondo al di fuori (la montagna del Paradiso) ma non raggiungerlo. Toni e colori ricordano i dipinti di William Blake.

13 sono le vignette infernali, ognuna delle quali si caratterizza per un set musicale e uno stile coreografico diverso.

Tra i vari incontri riconosciamo Paolo e Francesca (con Francesca Hayward e Matthew Ball), Ulisse, la selva dei suicidi. Di grandissimo effetto la danza dei ladri, un turbine di virtuosismi che svettano dal fumo bianco prima dell’incontro con Satana (Fumi Kaneko) e il passaggio al Purgatorio.

É un fascio di luce bianca ad illuminare Dante e a condurlo nel secondo regno, che ci presenta un gruppo di anime pentite e intente ad espiare i propri peccati per giungere in Paradiso.

La musica si fa meno caotica e più raccolta, complici le preghiere recitate dalle voci    in sottofondo; la scena meno oscura e più luminosa, con un grande albero di sfondo come promessa di redenzione.

Lo stesso Dante si ferma qui a riflettere sul suo passato e sulla sua relazione con Beatrice, donna amata in vita fin dall’infanzia e che ritrova in questo atto. Sarà lei la sua guida verso il Paradiso.

Il ruolo tocca a Sarah Lamb, di cui ammiriamo lirismo e linee senza fine nella partnership con Watson.

Il passaggio in Paradiso prevede un viaggio attraverso le sfere celesti prima di raggiungere L’Empireo, il paradiso vero e proprio dove risiede Dio, uno e trino secondo la filosofia cristiana. Tanto quanto l’Inferno era vario e frammentato tanto quanto il Paradiso è semplice e lineare. Il legame di contrasto è enfatizzato ulteriormente dai costumi, body di lycra neri nel primo atto e argentati in quest’ultimo.

La scenografia è una sfera luminosa sopra il palco, mentre fasci di luce illuminano i danzatori: questa è la luce divina che Dante nel poema non riesce ad osservare finché non persuaso da Beatrice, e che illumina la stessa Beatrice nei suoi momenti di danza. Sarah Lamb qui è semplicemente perfetta, e la sua esibizione è resa ancor più d’effetto con l’accompagnamento dalle voci angeliche del coro della London Symphony di sottofondo.

Un atto che è un continuo crescendo e che vede l’apice finale con un fascio di luce bianca che illumina tutto il pubblico in sala.

Dante Project è sicuramente un’opera ambiziosa che ha complessivamente vinto la sfida di tradurre in danza il capolavoro dantesco. Da migliorare la caratterizzazione delle singole scene nei 3 regni, ma sicuramente il titolo sarà ricordato non tanto per le singole parti quanto per il risultato d’insieme, che possiamo a ragione definire un vero successo.The

Dante Project in scena solo fino al 30 ottobre ma disponibile in streaming dal 29 ottobre sul sito della Royal Opera House www.roh.org.uk.

 

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