Quante verità ci sono nei rapporti tra le persone? Tante quante le persone.
È l’assunto che si desume dal testo del drammaturgo e scrittore francese naturalizzato belga Eric-Emmanuel Schmitt che mutua il titolo dalla composizione del musicista inglese Edward Elgar Enigma Variations, con quattordici variazioni su una melodia misteriosa che nessuno ha individuato, come i personaggi della vicenda che non conoscono fino in fondo chi amano.
Si è infatti di fronte a un thriller psicologico che si dipana come una partita a scacchi di dialettica sentimentale fra lo scrittore premio Nobel Abel Znorko che si è isolato dal mondo, e il giornalista Erik Larsen che ottiene un’intervista esclusiva, alla ricerca della verità.
Znorko, fuggito dalla banalità del mondo su un’isola della Norvegia nei pressi del Polo Nord, è un genio misantropo e ha appena dato alle stampe l’epistolario tra un uomo e una donna, amanti un tempo, che hanno continuato a scriversi lettere d’amore. L’inviato del piccolo giornale di provincia vuole scoprire se la donna è una persona reale ma per farsi ricevere deve schivare i colpi che il padrone di casa gli spara contro. Irascibile e scontroso, lo scrittore nega ma ben presto deve ammettere che si tratta di una certa Helene alla quale il giornalista dovrà consegnare una sua lettera.
Lo scrittore dissimula i suoi sentimenti, il giornalista maschera la sua identità. Come due avversari sul ring si studiano e colpiscono basso, con Helene che aleggia nella stanza mentre i dialoghi si fanno sempre più incalzanti rivelando segreti inattesi e ogni mossa offre il destro all’attacco avversario.
Dedicato alla studentessa H.M. conosciuta durante un congresso sulla letteratura nordica, il volume è in effetti la raccolta delle lettere scambiate con lei nel corso di venti anni, dopo cinque mesi di convivenza che lo scrittore ha voluto interrompere per non far corrompere nel quotidiano il sentimento sublime che li ha uniti. Seguiranno colpi di scena che ribalteranno inaspettatamente ogni tassello del mosaico di rapporti che legano entrambi alla donna, mentre i colori della luce del giorno boreale preludono al lungo e buio inverno. Per uno l’amore è lo struggimento dell’assenza, per l’altro è la certezza della presenza. Znorko sostiene che tutto ciò che scrive è finzione letteraria perché la banale verità è riservata a chi non ha la fantasia di creare la propria realtà: “Il fascino del mistero risiede nel segreto che può avere, non nella verità che nasconde” sostiene.
E quando Larsen gli svelerà l’altra faccia del mistero che lui riteneva essere la sua verità, scoprirà le tante sfaccettature della realtà e dell’amore.
Assente e misteriosa, Helene si materializza attraverso lo scontro dialettico tra Znorko e Larsen che hanno visioni divergenti sulla natura dell’amore e sulla vita. La tensione emotiva dei due interlocutori rimpalla cinismo e fragilità, arroganza e menzogne, ferocia e compassione, ironia e tenerezza con uno svelamento che si avvicina alla verità per approssimazioni successive e tuttavia se ne discosta per ogni soggettiva interpretazione.
Dalla commedia il testo vira al dramma e l’unica verità condivisa sarà la rivelazione che ciascuno ha bisogno d’amore ed è disposto a illudersi e viverlo solo mentalmente, idealizzando l’amato: “Appena ci illudiamo di aver afferrato qualcosa, la cosa svanisce. Non amiamo altro che fantasmi e tutto il resto rimane un enigma che non riusciremo mai a capire” afferma Znorko.
Éric-Emmanuel Schmitt, per anni professore universitario di filosofia, scrittore, drammaturgo, attore e regista, è il più tradotto romanziere di lingua francese. Scritta nel 1996, Variazioni Enigmatiche, definita come l’opera più complessa e completa di Schmitt, è stata rappresentata in tutto il mondo da grandi interpreti.
Lo stupore e la fascinazione suscitati nel 2000 dall’interpretazione di Glauco Mauri e Roberto Sturno sono rimasti inalterati assistendo a questa nuova messinscena, per la regia di Matteo Tarasco su traduzione e adattamento di Glauco Mauri.
La loro recitazione fresca e incalzante dà la sensazione che il tempo sia rimasto sospeso e che a teatro non si invecchia.
Da non perdere se si vuole assistere a una grande prova di attori.