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Onegin – La Scala – recensione

Repliche in scena con diversi cast fino al 26 settembre.

Onegin –14 settembre 2022

Dramma in danza di John Cranko, Onegin riapre il balletto al Piermarini dopo la pausa estiva con due grandi ospiti d’onore, Marianela Nuñez e Roberto Bolle, che reinterpretano il titolo a 3 anni di distanza dall’ultima rappresentazione sul palco milanese.
Onegin offre forse più di altri balletti la possibilità al danzatore di analizzarsi ed esprimersi
attraverso il movimento. Cranko racconta infatti una vicenda in danza delineando
mirabilmente nel divenire dei fatti la psicologia e lo struggimento dei singoli personaggi,
ripresentandoli al pubblico con ritratti chiari e definiti. Ogni danzatore è quindi un vero e
proprio attore in scena che, attraverso la propria arte, restituisce il racconto affermando allo stesso tempo la propria personalità.
La coppia principale compie un percorso di evoluzione opposta.
Nella Tat’jana del primo atto riconosciamo il vissuto di una fanciulla ingenua, che colpita
dall’amore per Onegin gioca il tutto e per tutto dichiarandogli il suo amore attraverso una
lettera. Nell’ultima scena, invece, troviamo una donna cresciuta che, dopo la delusione
subita, nonostante dilaniata da sentimenti contrastanti allontana l’Onegin che aveva amato
in gioventù in nome della fedeltà al marito, il Principe Gremin.
Divenire inverso per Onegin, dandy annoiato che gioca inizialmente con i sentimenti di
Tat’jana, sicuro e forte del suo amore che non contraccambia, trovandosi sul finale a
rimpiangere quel sentimento che dava per scontato e che ora viene meno, lasciandolo nello
strazio dei rimorsi.
La danza accompagna l’evoluzione dei protagonisti, sottolineandone l’apice della tensione
soprattutto nei passi a due, dove Bolle e Nuñez dimostrano una consolidata intimità scenica.
La coreografia di Cranko è veramente impegnativa, ma entrambi si mostrano sicuri nel
movimento e convincenti nel ruolo. La performance si nutre infatti di emozioni vere e
profonde, che i protagonisti ripropongono in maniera impeccabile.
La danza di Cranko permette di esaltare le qualità interpretative anche dei personaggi
secondari e del corpo di ballo, i cui momenti d’insieme fanno da cornice al dramma dei
protagonisti. Troviamo molto espressiva anche la partnership di Martina Arduino e Nicola
Del Freo, nei ruoli di Ol’ga – Lenskji,
Sul podio la bacchetta di Felix Korobov ripropone le note di Čaikovski in un arrangiamento
ideato da Kurt-Heinz Stolze, fidato collaboratore di Cranko, che rivisita la partitura in
relazione alla potenza drammatica di ogni gesto. Possiamo a ragion dire che Onegin è
un’opera d’arte che si estende oltre alla danza, poiché movimento, drammaturgia e musica
si intersecano in un tutt’uno di emozioni che toccano le corde più intime di ogni spettatore.

Repliche in scena con diversi cast fino al 26 settembre.

 

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