Si apre con un appuntamento da non perdere il nuovo anno per “Teatro
chiama Terra”, la nuova stagione di Dracma – Centro sperimentale d’arti
sceniche all’auditorium comunale di Polistena (Reggio Calabria) e per il Teatro del Grillo di Soverato (Catanzaro) guidato dal direttore artistico Claudio Rombolà.
Lo stesso spettacolo dunque in programma il 6 gennaio alle 21: “Che ci faccio qui – in scena” di e con il giornalista Domenico Iannacone che porterà sul palcoscenico – di Polistena e il giorno successivo: domenica 7 gennaio a Soverato nei due turni rispettivamente delle 17 e delle 20,45- le
sue storie, il suo viaggio tra gli invisibili, le sue inchieste morali.
Le storie più straordinarie sono quelle che ci passano a fianco senza che ce
ne accorgiamo. Spesso sono così piccole che bisogna andare a cercarle tra le
tante cose che non valgono nulla.
Il racconto televisivo neorealistico di Domenico Iannacone si cala nel teatro
di narrazione e trasforma le sue inchieste giornalistiche in uno spazio intimo di
riflessione e denuncia.
Il palcoscenico diventa luogo fisico ideale per portare
alla luce quello che la televisione non può comunicare. Le storie così
riprendono forma, si animano di presenza viva e voce e tornano a rivendicare
il diritto di essere narrate. Iannacone rompe le distanze, prende per mano lo
spettatore e lo accompagna nei luoghi che ha attraversato, lo spinge a
condividere le emozioni, i ricordi, la bellezza degli incontri e la rabbia per
quello che viene negato. Il teatro di narrazione diventa in questo modo anche
teatro civile in grado di ricucire la mappa dei bisogni collettivi, dei diritti
disattesi, delle ingiustizie e delle verità nascoste.
Mentre le immagini aprono squarci visivi, facendoci scorgere volti, case, periferie urbane ed esistenziali,le parole dilatano la nostra percezione emotiva e ci permettono di entrare,
come una voce sotterranea, nelle viscere del Paese.
Dalla televisione al teatro, la produzione firmata Teatro del Loto – Teatri
Molisani, che ha fatto registrare nelle scorse settimane il sold out in tutta
Italia, porterà il giornalista molisano a cimentarsi in questo apprezzato format
teatrale, trasformando il racconto giornalistico in un percorso intimo, interiore,
creando al contempo una dimensione comune di confronto e riflessione con il
pubblico. La scena racchiude così un più puro distillato dell’esperienza
televisiva, portando l’immagine a farsi voce, mentre la suggestione diviene
coscienza civile e collettiva.