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Al Teatro Roma di Roma fino al 7 gennaio 2018

Una commedia imperdibile, entrata nel Guinness dei primati come la pièce francese più rappresentata al mondo. A Londra è rimasta in cartellone per sette anni consecutivi dal 1965, l’anno successivo ne è stato tratto l’adattamento cinematografico con Tony Curtis e Jerry Lewis, nel 2007 è tornata per due anni sui palcoscenici londinesi col nuovo allestimento operato dal regista Matthew Warchus ricevendo la nomination agli Oliver Awards come miglior revival e miglior attore, vincendo il Drama Desk Award come miglior spettacolo, miglior rivisitazione anni ’60 e miglior interpretazione maschile a Mark Rylance, e vincendo nel 2008 a Broadway il Tony Award come miglior spettacolo e miglior attore protagonista.

In Italia è stata portata in scena con grande successo nel 1966 da Carlo Giuffrè, Vittorio Sanipoli, Marina Bonfigli e Valeria Fabrizi e, qualche anno fa, da Gianluca Guidi e Gianluca Ramazzotti.

Con un così nobile pedigree è evidente che questa commedia del francese Marc Camoletti è intrigante e spassosa, molto rappresentata e apprezzata da un pubblico variegato. La trama sembra un congegno a orologeria pronto a scoppiare a ogni istante, ma la vicenda si sviluppa senza intoppi con una tempistica calibrata al millesimo di secondo, fino all’epilogo sorprendente e rassicurante.

Bernardo è un impenitente donnaiolo che vive a Parigi e ha escogitato un sistema infallibile per districarsi con tre fidanzate hostess, l’americana Gloria della TWA, la tedesca Greta della Lufthansa e la spagnola Gabriela dell’Iberia. Una arriva quando l’altra parte e, con la complicità della fidata Berta che prepara i menu secondo la nazionalità (patate e ketchup, paella o crauti) e cambia le foto nelle cornici, tutto procede con collaudato sincronismo.

Ma gli imprevisti sono dietro l’angolo, a cominciare dall’arrivo dell’ex compagno di scuola Roberto, sprovveduto e sognatore, che rimane travolto dal ritmo al cardiopalmo dell’amico; poi la “bella notizia” annunciatagli da ciascuna fidanzata che i nuovi jet supersonici ridurranno i tempi di volo e finalmente avrà più tempo da trascorrere con lui. Saltata la pianificazione del “calendario romantico”, inizia un tourbillon di andirivieni che prostrano il protagonista, l’amico e la domestica, finché ogni tassello andrà al suo posto, col concorso di tutti.

Mark Schneider, sulla regia originale del restyling anni ’60 del regista britannico Matthew Warchus, dirige felicemente gli interpreti, tutti perfettamente a loro agio nei rispettivi ruoli, per i quali possiedono anche l’adeguato physique du rôle. Giorgio Lupano, seduttivo e disincantato è il cinico rubacuori che, aggiornando meticolosamente la sua agenda con orari di decollo e atterraggio, naviga a vista in un mare di amorose bugie. Gianluca Ramazzotti, con l’espressione smarrita e il parlare cantilenante dell’amico imbranato e fuori contesto, genera esilaranti effetti comici. Paola Giannetti è la governante, complice arcigna del fascinoso padrone nel compiacere le sue donne: Grazia Schiavo la giunonica Greta, Gaia Messerklinger l’eterea Gloria e Francesca Bellucci la mediterranea Gabriela.

All’impianto un po’ datato (le notizie arrivano via telefono o missiva in tempi ante internet) fa da contraltare una comicità fresca e scoppiettante da commedia degli equivoci, con dialoghi arguti non contaminati dalla trivialità spesso imperante.

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