ideazione e regia Danio Manfredini
con Ivano Bruner, Cristian Conti, Vincenzo Del Prete, Darioush Forooghi, Danio Manfredini, Giuseppe Semeraro
ideazione scene e maschere Danio Manfredini
realizzazione elementi di scena Rinaldo Rinaldi, Andrea Muriani, Francesca Paltrinieri
luci Luigi Biondi, fonico Francesco Traverso
mixaggio colonna sonora Marco Maccari – Peak Studio Reggio Emilia
produzione La Corte Ospitale coproduzione Associazione Gli Scarti, Armunia centro di residenze artistiche Castiglioncello – Festival Inequilibrio
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Luciano è il delirio di un folle tra pensieri, stati d’animo, suoni, visioni, voci lontane e presenze che rompono il silenzio e la solitudine.
Dai corridoi della psichiatria, Luciano entra nel teatro della sua mente, intorno a lui si materializzano oggetti e presenze dell’immaginario. La spinta del desiderio lo conduce all’evasione verso luoghi abitati da chi vive ai margini. Un popolo di fantasmi torna a visitarlo in certe notti e nelle giornate senza speranza. Con aneddoti e versi poetici illumina le sue visioni. Con uno sguardo intriso di saggezza, apre spiragli di pensiero fuori da un ordinario modo di vedere. Come un visitatore che appartiene ad un altro pianeta, guarda, patisce, attraversa ciò che incontra, nel destino ineluttabile di veder passare le cose, le persone come fantasmi: apparizioni e sparizioni.
«Con Luciano riattraverso i temi dell’omosessualità, della follia, della solitudine già trattati in Cinema cielo, come del resto anche nel Sacro segno dei mostri e in Tre studi per una crocifissione, per vedere come sono cambiati i tempi negli ultimi venti anni intorno a tematiche a me care.
Oggi osservo come il gioco si è fatto ancora più aspro e se la Samira di Cinema Cielo era più integrata in quel mondo e lo idealizzava, ora disegno una figura come Luciano che risulta un alieno anche in un mondo di marginalità.
L’allucinazione di Luciano, ricreata con gli artifici del gioco teatrale, non è altro che la rivisitazione in scena di una realtà cruda, a tratti anche crudele, fatta di solitudine e di emarginazione, che è il mondo reale a cui attingo. Appunti presi dalla mia vita, disegni preparatori e dialoghi sono stati il materiale di partenza per addentrarci in questa avventura teatrale.
I quadri emersi nelle prove chiedevano uno sguardo diverso dal mio per essere affrontati. Mi affido alla figura di Luciano, ritratto di un uomo del mio tempo colto in una solitudine invasa di presenze.
La dimensione del tempo abbraccia la totalità di un’esistenza e rende tutto in un presente sulla scena».
Danio Manfredini
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«Così Luciano, appena si apre il sipario, ci sbatte in faccia la prima battuta che insieme ride e deride la sua e la nostra esistenza: ‘sembra che la vita adesso sia scappata via da tutti’. E questa fuga dalla vita, da inseguire o da mendicare ma infine da accettare, è il motore anti-ironico che Danio ha appreso dai suoi incontri e dai suoi ‘personaggi’. Fra i tanti, Luciano è un lungo degente e un vecchio amico, che lo conosce talmente bene da fare di Manfredini un personaggio e rimetterlo al suo posto: ‘te fai l’operatore, suoni, canti, reciti, dipingi. Sei un artistone. Te ci capisci. Te ci accudisci’. È dunque autobiografico questo spettacolo, ma di Luciano e non di Danio. Di un ‘Luciano’ di cui si invidia la poesia della libertà (e viceversa) e infine il sogno di un’altra vita che, se si è matti, si può fingere di vivere meglio che a teatro».
Piergiorgio Giacchè, Doppio Zero
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Elfo Puccini, sala Fassbinder – da martedì a sabato ore 21.00/domenica ore 16.30 – Info e prenotazione: tel. 02.0066.0606 – Prezzi: Intero € 32.50, online € 16.50, Martedì € 21,50 – www.elfo.org – Durata 70’