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Quelle magnifiche serie brutte da rivedere (o forse no?)

Da "Kiss me Licia" a "Via Zanardi 33", ecco alcune perle audiovisive trasmesse tra gli anni '80 e i primi anni 2000 che vale la pena ricordare

Ci sono delle passioni nascoste, dei segreti inconfessabili che proviamo a tenere celati al mondo e anche a noi stessi ma che, a volte, riaffiorano improvvisamente dai meandri della nostra mente.
Conosco amanti del metal che, nel silenzio della loro cameretta, si struggono ascoltando Hilary Duff; conosco spocchiosi cinefili – tipo me – che in completa solitudine si gustano programmi e film trash; e conosco amanti della Nouvelle Cuisine che non rifiutano un pasto a base di Sofficini.
Tutti abbiamo il nostro piccolo e innocente segreto personale nascosto nel cassetto più remoto e polveroso della nostra anima e, forse, rivelare le nostre più inconfessabili passioni può liberarci da un certo senso di colpa.
Tra i guilty pleasure che mi porto dietro, da sempre, c’è l’amore per quelle serie orribili, nate tra gli anni ’80 e i primi anni 2000, che la popolazione terracquea mondiale sembra aver definitivamente dimenticato.
Sono certa che molti di voi stanno facendo solamente finta di non ricordare queste perle audiovisive ma, in cantina, in mezzo ai libri di scuola e ai pupazzi brulicanti di acari, sono sicura che celate qualche puntata registrata in vhs di queste “magnifiche” serie teen:

1 – Love me Licia
Dopo il successo dell’anime giapponese Kiss me Licia, Italia 1 decise di mandare in onda, nel 1986, una serie live action basata sulle storie di Licia e Mirko.

Ci sono delle passioni nascoste, dei segreti inconfessabili che proviamo a tenere celati al mondo e anche a noi stessi ma che, a volte, riaffiorano improvvisamente dai meandri della nostra mente. Conosco amanti del metal che, nel silenzio della loro cameretta, si struggono ascoltando Hillary Duff; conosco spocchiosi cinefili – tipo me – che in completa solitudine si gustano programmi e film trash; e conosco amanti della Nouvelle Cuisine che non rifiutano un pasto a base di Sofficini. Tutti abbiamo il nostro piccolo e innocente segreto personale nascosto nel cassetto più remoto e polveroso della nostra anima e, forse, rivelare le nostre più inconfessabili passioni può liberarci da un certo senso di colpa. Tra i guilty pleasure che mi porto dietro, da sempre, c'è l'amore per quelle serie orribili, nate tra gli anni '80 e i primi anni 2000, che la popolazione terracquea mondiale sembra aver definitivamente dimenticato. Sono certa che molti di voi stanno facendo solamente finta di non ricordare queste perle audiovisive ma, in cantina, in mezzo ai libri di scuola e ai pupazzi brulicanti di acari, sono sicura che celate qualche puntata registrata in vhs di queste "magnifiche" serie teen: 1 - Love me Licia Dopo il successo dell'anime giapponese Kiss me Licia, Italia 1 decise di mandare in onda, nel 1986, una serie live action basata sulle storie di Licia e Mirko. Foto Licia, Mirko, Andrea Ad interpretare la protagonista una favolosa Cristina D'Avena con i capelli cotonati e il guardaroba da ergastolo e, nel ruolo di Mirko, Pasquale Finicelli, con il suo indimenticabile ciuffo bicolore. Fra i personaggi secondari l'odioso padre di Licia, Marrabbio, che nella versione italica cucinava solo patatine e polpette, il bimbo Andrea e il fedele gatto Giuliano, ovvero l'unico essere che nel telefilm diceva qualcosa di intelligente. Da ricordare la hit Baby, I love you e la scena da Oscar sulle fettine panate. https://youtu.be/vTjT7cbEGNY 2 - Un paso adelante Nel mondo seriale dominato da Netflix, quando pensiamo ad una serie spagnola il primo titolo che ci viene in mente è sicuramente La Casa de Papel, ma la Spagna esportava prodottini "interessanti" anche ad inizio 2000. Tra queste come non ricordare il Saranno Famosi iberico? Lola, Pedro, Ingrid, Marta, Silvia, ci hanno regalato amori, drammi, balli indimenticabili e look al limite della denuncia: canotte fluo, pinocchietti illegali e jeans a zampa di dubbia decenza. Foto ballerini Probabilmente non vi state affatto chiedendo che fine hanno fatto i protagonisti principali ma mi sembra giusto farvi sapere che una delle star della serie, Ángel Muñoz, aka Roberto "Rober" Arenales – quello col pizzetto che si atteggiav a fico – ha prodotto due successi discografici, Dirás que estoy loco e Esa morena, grazie a cui ha avuto la possibilità di essere ospite al Festival di Sanremo nel 2007. https://youtu.be/hCpqlZTfxUc 3 - Primi Baci Con questa serie sprofondiamo, se è possibile, ancora di più nel cattivo gusto. In Italia è andata in onda a partire dal 1996 e anche oggi ci chiediamo perché abbia trovato spazio nel palinsesto tv. Questo rimane un mistero, ma ringraziamo Italia Uno che ci ha fatto conoscere Jerome, Justine, Luc, Annette e tutta l'allegra combriccola di "simpatici" parigini. Foto di gruppo Primi Baci In Italia è andato anche in onda il gradevolissimo spin off Helene e i suoi amici di cui ricordo José, un personaggio dal taglio in stile Valerio Scanu per i cui boccoli io e le mie amiche nutrivano una certa invidia. https://youtu.be/vY98Lj8cd-8 4 - Via Zanardi 33 Anche nel Belpaese si produceva roba ai limite dell’orrore. Via Zanardi 33 voleva essere un esperimento di modernità televisiva e si proponeva di diventare la risposta tricolore a Friends. Direi che abbia miseramente fallito l'impresa. Foto di gruppo Ambientata a Bologna, la serie raccontava le vicende di alcuni coinquilini tra cui ricordiamo un Elio "giovane ma ancora non favoloso" Germano, un Enrico Silvestrin con i capelli intrisi di gel e guest star come Barbara D'Urso, Paola Barale e Cesare Cremonini che, insieme ai Lunapop cantava la sigla Donne con il perizoma. https://youtu.be/Mvk1POj4er8 Quindi, a questo punto, dopo aver finito tutte le stagioni di Game of Thrones, Breaking Bad, Stanger Things, Orange is the New Black, direi che è l'ora di fare un salto nel passato e ritornare ad assaporare delle bellissime serie brutte.Ad interpretare la protagonista una favolosa Cristina D’Avena con i capelli cotonati e il guardaroba da ergastolo e, nel ruolo di Mirko, Pasquale Finicelli, con il suo indimenticabile ciuffo bicolore. Fra i personaggi secondari l’odioso padre di Licia, Marrabbio, che nella versione italica cucinava solo patatine e polpette, il bimbo Andrea e il fedele gatto Giuliano, ovvero l’unico essere che nel telefilm diceva qualcosa di intelligente.
Da ricordare la hit
Baby, I love you e la scena da Oscar sulle fettine panate.

2 – Un paso adelante
Nel mondo seriale dominato da Netflix, quando pensiamo ad una serie spagnola il primo titolo che ci viene in mente è sicuramente La Casa de Papel, ma la Spagna esportava prodottini “interessanti” anche ad inizio 2000.
Tra queste come non ricordare il Saranno Famosi iberico? Lola, Pedro, Ingrid, Marta, Silvia, ci hanno regalato amori, drammi, balli indimenticabili e look al limite della denuncia: canotte fluo, pinocchietti illegali e jeans a zampa di dubbia decenza.

pasoadelante

Probabilmente non vi state affatto chiedendo che fine hanno fatto i protagonisti principali ma mi sembra giusto farvi sapere che una delle star della serie, Ángel Muñoz, aka Roberto “Rober” Arenales – quello col pizzetto che si atteggiava a fico – ha prodotto due successi discografici, Dirás que estoy loco e Esa morena, grazie a cui ha avuto la possibilità di essere ospite al Festival di Sanremo nel 2007.

3 – Primi Baci
Con questa serie sprofondiamo, se è possibile, ancora di più nel cattivo gusto.
In Italia è andata in onda a partire dal 1996 e anche oggi ci chiediamo perché abbia trovato spazio nel palinsesto tv.
Questo rimane un mistero, ma ringraziamo Italia Uno che ci ha fatto conoscere Jerome, Justine, Luc, Annette e tutta l’allegra combriccola di “simpatici” parigini.

In Italia è andato anche in onda il gradevolissimo spin off Helene e i suoi amici di cui ricordo José, un personaggio dal taglio in stile Valerio Scanu per i cui boccoli io e le mie amiche nutrivano una certa invidia.

4 – Via Zanardi 33
Anche nel Belpaese si produceva roba ai limite dell’orrore.
Via Zanardi 33, trasmessa su Italia 1 nel 2001, voleva essere un esperimento di modernità televisiva e si proponeva di diventare la risposta tricolore a Friends. Direi che abbia miseramente fallito l’impresa.

Ambientata a Bologna, la sitcom raccontava le vicende di alcuni coinquilini tra cui ricordiamo un Elio “giovane ma ancora non favoloso” Germano, un Enrico Silvestrin con i capelli intrisi di gel e guest star come Barbara D’Urso, Paola Barale e Cesare Cremonini che, insieme ai Lunapop cantava la sigla Donne con il perizoma.

Quindi, a questo punto, dopo aver finito tutte le stagioni di Game of Thrones, Breaking Bad, Stanger Things, Orange is the New Black, direi che è l’ora di fare un salto nel passato e ritornare ad assaporare delle bellissime serie brutte.

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