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“Tosca” al Festival Puccini

Una nuova produzione a Torre del Lago

Tosca
Amadi Lagha Cavaradossi- Amarilli Nizza Floria Tosca @fondazionefestivalpucciniano – Foto di Giorgio Andreuccetti

Gran merito quello del Festival Puccini di Torre del Lago che per primo in Europa rimanda in scena un’opera intera e che, per la sua 66esima edizione, fa debuttare la nuova produzione di Tosca.

Stefano Monti ne firma la regia, le scene e i costumi. Dominano i colori, con il nero che la fa da padrone, e il senso della circolarità che allude all’eterno ritorno delle pulsioni umane fondamentali. L’amore e la gelosia, la nobiltà d’animo e la perversa malvagità del potere. Nella sua essenzialità, una narrazione simbolica che rimanda con grande maestria le passioni che animano il dramma pucciniano. Al di là poi del messaggio e dei simboli, il colpo d’occhio sul palcoscenico è sontuoso e di forte impatto emotivo. Le scene, preparate nelle Cittadella de Carnevale di Viareggio, i costumi e le luci di Eva Bruno si amalgamano alla perfezione. Sul grande sfondo scuro si creano macchie di colore. Il rosso e l’oro si mescolano come su una gigantesca tavolozza. I tre grandi cerchi che dominano la scena diventano di volta in volta la cornice di tableau che assumono dimensione epica, come all’inizio della recita, o rimandano la suggestione pittorica di una Crocifissione rinascimentale. E quando Tosca accoltella a morte Scarpia un’esplosione di luce acceca la platea, quasi a simboleggiare la necessità del distacco e dell’immaginazione, che questa stagione impone. Non mancano altri rimandi alla pandemia, come le maschere rosse portate sul volto dagli scherani del Barone.

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Tosca @fondazionefestivalpucciniano – Foto di Giorgio Andreuccetti

Alberto Veronesi, alla guida dell’Orchestra del Festival Puccini, non affretta i tempi e cesella il dettaglio quasi cinematografico dello spartito. Su questo raffinato tappeto musicale si muovono i personaggi, fra i quali spicca il Cavaradossi di Amadi Lagha. Il tenore si cala nei panni dello sfortunato pittore con voce sempre sicura, anche nei passaggi più perigliosi, e una recitazione incisiva che dona nobiltà al personaggio.

La sua “E lucevan le stelle“, cantata con misura e passione, è uno dei momenti alti della serata e strappa un lungo applauso alla platea. Amarilli Nizza è una Tosca statuaria e risoluta che dà il meglio di sé nel secondo atto, quando deve fronteggiare la crudeltà di Scarpia, sospesa fra sofferenza e sete di vendetta.

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Scarpia Devid Cecconi @fondazionefestivalpucciniano – Foto di Giorgio Andreuccetti

Devid Cecconi dipinge con precisione la perversa crudeltà di Scarpia, un vero super-villain del teatro musicale, con voce ricca di bei colori baritonali e gesto imperioso. Bravi anche i comprimari fra i quali risaltano il pretesco sagrestano portato in scena da Claudio Ottino e il dolente Angelotti di Davide Mura.

La scelta coraggiosa di andare comunque in scena è premiata e alla fine applausi convinti premiano tutti gli artefici della serata.

Il Festiva prosegue fino al 21 agosto. Tutto il programma a https://www.puccinifestival.it/

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