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Schegge d’autore. Festival della drammaturgia italiana

Al Teatro Tordinona di Roma fino al 6 ottobre 2021 | Tania Turnaturi

È in corso la 19esima edizione del Festival della drammaturgia italiana contemporanea organizzato dal Sindacato Nazionale Autori Drammatici e Radiotelevisivi, sotto la direzione artistica di Renato Giordano, dedicato a Mario Scaccia che al Teatro Tordinona ha legato molti anni di attività artistica.

Sono dodici le performance che partecipano alla rassegna “Corti teatrali, atti unici e monologhi”, ognuno in replica per tre serate consecutive, dal 28 settembre al 6 ottobre. Nella serata finale gli spettacoli saranno preceduti dalla premiazione oltre che dei vincitori di Schegge d’autore anche di quelli di Luce sul proscenio, premio sostenuto dalla Fondazione “Favi Annita” attribuito a tre atti unici di Autori Under 35 iscritti allo SNAD.

L’iniziativa si è affermata negli anni quale palestra di talenti e di linguaggi teatrali differenti facendo da trampolino di lancio di giovani artisti che si sono affermati nel panorama teatrale contemporaneo, e questa consuetudine sarà di buon auspicio per coloro che si affacciano sulla scena guardando al futuro con l’ottimismo della speranza che le luci tornino ad accendersi tutte le sere sul palcoscenico.

Il primo quartetto di proposte comprende “La Fornarina di Porta Settimiana” di Salvatore Scirè, “Trotula medichessa salernitana” di Anna Cantagallo e Alberto Vicino, “L’abbraccio dolce del mare” di Renato Capitani e “Le parole” di Liliana Paganini.

Autore, regista e musicista Scirè dirige l’atto unico scritto per il V centenario della morte di Raffaello nel 2020. Il soggetto attinge alla storia e si intreccia alla storia dell’arte con Raffaello che dipinge La Fornarina intorno al 1520, poco prima della prematura scomparsa.

La scrittura drammaturgica prende spunto dall’incontro casuale ai nostri giorni della giovane figlia di un fornaio trasteverino di Porta Settimiana (una delle tre porte delle mura Aureliane sulla riva destra del Tevere) con un imbianchino che conduce ad ammirare a Palazzo Barberini l’opera del “divin pittore”. L’azione, quindi, retrocede al Rinascimento, nel tempo in cui il ricchissimo banchiere senese e mecenate Agostino Chigi descrive la costruzione della sua Villa Farnesina alla Lungara su progetto di Baldassarre Peruzzi e l’affidamento degli affreschi della loggia al pittore urbinate. Accanto a lui volteggia, illuminandolo di grazia aristocratica, la cortigiana Imperia che si prefigura i piacevoli fasti derivanti da cotanta bellezza, mentre la graziosa Margherita Luti figlia del fornaio posa per il suo amato pittore.

Ironia e leggerezza supportano un testo agile e filologicamente rigoroso, che tuttavia si concede qualche licenza cronologica con l’agnizione di Raffaello che dichiara che la sua opera è esposta a Palazzo Barberini (ancora non esistente). Briosi e aderenti al ruolo gli attori che rendono la messinscena spumeggiante di romanità: Antonella Arduini, performer e appassionata di danza, è la Fornarina, ruolo già interpretato nel documentario di Rai1; Adolfo Bianchi Whites è un dinoccolato Raffaello, Angelo Bonetta è il munifico banchiere Chigi che usava far gettare nel Tevere l’argenteria dopo l’uso, Matilde Tursi è leggiadra e sinuosa nelle vesti di Imperia diretta da un regista che le porta fortuna avendo vinto nel 2020 il Premio donna della Rassegna Piccoli teatri col monologo Angelina come un guerriero normanno scritto da Scirè; Debora Zingarello è la governante della villa e Davide Santarpia il capo della servitù, autentici trasteverini.

“Trotula medichessa salernitana” propone la storia di Trotula de Ruggiero, prima donna medico (sposa del celebre medico Giovanni Plateario) pioniera della medicina al femminile e studiosa delle cause di sterilità, osando sostenere che poteva risiedere anche nell’uomo. Interpreti Pietro Bagini, Francesca Di Meglio e Giancarlo Mici.

Chiara Giannetti ha interpretato con autentico coinvolgimento emotivo il testo di Renato Capitani “L’abbraccio dolce del mare” esternando considerazioni, emozioni, rimpianti e l’infinita sofferenza di una giovane donna cresciuta dal padre dopo la morte della mamma e successivamente sottratta a quell’unico genitore, amoroso ma giudicato psicolabile, sprofondando in un dramma esistenziale.

Infine il contributo video “Le parole” di Liliana Paganini è il dolente racconto di una donna giunta in Italia dal mare, reale testimonianza che percorre le pieghe dell’incommensurabile patimento dell’immigrazione.

Vita e teatro, teatro e vita.

 

Tania Turnaturi

 

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