“L’arte nasce da un’esigenza profonda e strabordante di esprimere un mondo. Questo progetto parte da una storia di incontri…”.
Una storia affascinante dal sapore antico, un omaggio alla Sardegna, alla musica di Marisa Sannia e alla scrittura di Salvatore Niffoi. Corrado D’Elia interpreta una grande storia dal sapore mistico e universale, radicata nella terra di Sardegna, di cui racconta le asperità, la forza e la magia. Abacrasta non si trova in nessuna enciclopedia o carta geografica, è un paese – immaginario, ma verosimile – situato nella terra avara e rocciosa nel cuore della Barbagia. Abacrasta è meglio noto tra i paesi del circondario come “il paese delle cinghie”: molti fra coloro che vi abitano a un certo punto della loro esistenza sentono il richiamo della Voce e corrono a impiccarsi. Legano al collo la cinghia e dicono addio alla vita: «nelle tanche di Abacrasta non c’è albero che non sia diventato una croce». Finché un giorno non arriva Redenta Tiria, “una femmina cieca, con i capelli lucidi come ali di corvo e i piedi scalzi”, e i suicidi cessano. “Sono la figlia del Sole, e sono venuta per portare la luce nel paese delle ombre”.
Corrado d’Elia in questo spettacolo si serve di una lingua “ibridata”, che si fonda sulla commistione di italiano e limba. Accompagna il racconto la voce magica e incantata di Marisa Sannia, una musica che sa di terra, di magia e di meraviglia, il cui suono penetra nel profondo mistero della vita e della morte. È difficile non scorgere un senso quasi religioso nella figura di Redenta Tiria. Redenta, redenzione: ma non in senso ultraterreno, giacché insegna che l’unico riscatto possibile è nella vita stessa, nella “vita ritrovata”, nella speranza, nel “tagliare la lingua alla Voce”. È una “religione” della vita, quella che emerge in filigrana di questa favola cruda e bellissima.
venerdì e sabato ore 20.30
domenica ore 16.30
Biglietto intero 20€
Soci AltaLuceTeatro 17€
+ 2€ di tessera associativa